Petilia, maxi furto d’acqua, scoperto allaccio abusivo di due km
- Postato il 12 luglio 2025
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Il Quotidiano del Sud
Petilia, maxi furto d’acqua, scoperto allaccio abusivo di due km
I carabinieri di Petilia individuano un tubo abusivo di 2 km grazie al quale era stato messo a segno un maxi furto d’acqua
PETILIA POLICASTRO – Maxi furto d’acqua grazie a un allaccio abusivo lungo due chilometri. È quello che i carabinieri della Compagnia di Petilia Policastro hanno scoperto nell’ambito di un’incessante azione volta alla prevenzione e repressione di un reato odioso che mina una risorsa fondamentale, ancora più preziosa con l’afa che imperversa in periodi di siccità e nel contesto di perdurante carenza idrica che affligge la provincia di Crotone e l’intera Calabria. Qui ogni goccia d’acqua assume un valore inestimabile ma i predoni del prezioso liquido continuano ad essere incuranti del bene comune.
PRIMO SERVIZIO
Un primo servizio era scattato nella frazione Foresta di Petilia Policastro, ad opera dei carabinieri della Stazione di Petilia Policastro, che, con il supporto di specialisti della Sorical, hanno denunciato in stato di libertà una persona per furto aggravato d’acqua. Presso un fondo agricolo nella località Feudo – Carisi, l’uomo, secondo l’accusa, prelevava abusivamente acqua dalla rete pubblica tramite l’utilizzo di un contatore non censito dalla società Sorical. Il contatore abusivo, utilizzato per scopi agricoli e di allevamento, è stato sottoposto a sequestro penale.
LA SCOPERTA
Nei giorni successivi, sempre insieme a tecnici della Sorical, i carabinieri hanno individuato e interrotto un significativo allaccio abusivo alla rete idrica principale nella località Paternise-Acquaro. L’operazione ha permesso di scoprire un tubo in polietilene che, per circa due chilometri, si estendeva sottoterra. Il tubo era collegato illecitamente alla condotta primaria di acqua potabile proveniente dal partitore di Marrate. La condotta rifornisce la località Santa Spina di Petilia Policastro, i Comuni di Roccabernarda, Santa Severina, Scandale, San Mauro Marchesato e la località Campodanaro del Comune di Caccuri. L’allaccio abusivo avrebbe consentito un prelievo indebito stimato in circa quattro litri di acqua potabile al secondo, una quantità ingente sottratta alla distribuzione regolare. Per accertare la natura dell’acqua prelevata, sono stati eseguiti campionamenti che hanno consentito di accertare la presenza di cloro nel tubo abusivo, confermando che si trattava di acqua potabile dalla rete trattata.
I militari hanno tagliato il tubo in quattro punti, bloccando definitivamente il flusso illecito e recuperando un’importante portata d’acqua destinata ai cittadini dei Comuni serviti. Parte del tubo utilizzato per il furto è stato posto sotto sequestro penale.
L’APPELLO
«L’importanza di questa operazione è duplice – afferma il Comando provinciale dei carabinieri in una nota – da un lato, ripristina la legalità e la corretta gestione di una risorsa vitale; dall’altro, rappresenta un passo concreto nella mitigazione dell’emergenza idrica». Prosegue senza sosta l’impegno dell’Arma nella tutela del bene comune. Sono in corso ulteriori accertamenti per individuare e perseguire i responsabili del maxi prelievo abusivo.
L’Arma dei carabinieri rinnova l’invito alla cittadinanza a «collaborare, segnalando tempestivamente ogni anomalia o sospetto di prelievi idrici abusivi, contribuendo attivamente alla salvaguardia delle risorse e al rispetto della legalità».
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