Petani e Muzzolon: Sala ostaggio della sinistra pro-Pal dice no al ricordo dei fratellini Bibas
- Postato il 22 febbraio 2025
- Di Libero Quotidiano
- 2 Visualizzazioni

Petani e Muzzolon: Sala ostaggio della sinistra pro-Pal dice no al ricordo dei fratellini Bibas
Non è bastata neppure la barbara uccisione di Kfir e Ariel, due fratellini israeliani di appena 9 mesi e 4 anni, a smuovere la coscienza di Beppe Sala sul conflitto in corso a Gaza. Per loro, l'Associazione Milanese Pro Israele e il direttore del Museo della Brigata ebraica Davide Romano avevano chiesto un gesto simbolico, ma significativo, da parte dell'amministrazione: illuminare di arancione Palazzo Marino, sede del Consiglio comunale – e quindi casa di tutti i milanesi -, «in segno di lutto per ricordare vittime innocenti» ed essere così vicini alla comunità israeliana. Giovedì i corpicini senza vita dei bambini, rapiti insieme ai genitori nell'ottobre 2023, sono stati restituiti allo Stato di Israele in cambio del rilascio di alcuni macellai di Hamas. E, con loro, in una terza bara nera, è stata riconsegnata la salma della madre. Uno spettacolo raccapricciante, trasmesso in diretta televisiva e con tanto di folla ad assistere alla sfilata dell'orrore.
Il tutto poi è stato reso ancora più straziante dalla scoperta dei medici israeliani: la salma della 32enne Shiri Bibas è stata scambiata con quella di un'altra donna. Un epilogo agghiacciante di fronte cui il sindaco di Milano ha deciso di voltarsi dall'altra parte.
«Ci sarebbero moltissimi motivi per continuare a illuminare il Comune», ha risposto, quasi seccato, alla cronista che gli chiedeva conto dell'appello della comunità ebraica. Parole pronunciate con distacco, quasi a minimizzare l'accaduto e a cui ha aggiunto: «Non credo che lo faremo». Una normalizzazione preoccupante delle barbarie compiute dai tagliagole che non rende certo onore a una città come Milano. Ma per Sala, evidentemente, queste prese di posizioni sono superflue. «Direi che il problema è tenere posizioni politiche», ha aggiunto il primo cittadino. Già, le posizioni politiche...
Proprio come quelle che hanno caratterizzato lui e la sua maggioranza in Comune. Fin dal primo giorno infatti, le frange più estreme che lo sostengono hanno messo a ferro e fuoco l'aula di Palazzo Marino pur di smarcarsi dallo Stato di Israele in favore della Palestina.
L'uccisione dei Bibas non può che riportare la mente a quanto accaduto in quel maledetto 7 ottobre 2023, quando Hamas trucidò oltre 260 ragazzi e ragazze a colpi di mitra durante un festival musicale a Re'im. E, anche in quell'occasione, il sindaco di Milano non mancò di farsi riconoscere. Prima disertò le manifestazioni in sostegno dello Stato di Israele perché «adesso la mia agenda è molto complessa». Poi, di fronte alla richiesta di affiggere la bandiera con la stella a sei punte sulla facciata del Comune, con la sua maggioranza decise di esporla insieme a quella arcobaleno. Un quadretto unico in Europa, costruito ad hoc per non scontentare le frange filo-palestinesi che lo sostengono e fatto sparire in fretta e furia nell'arco di 24 ore.
Questo fu solo l'inizio del triste balletto del sindaco, più interessato a preservare la sua poltrona dalle frizioni interne alla sua coalizione, piuttosto che a prendere una posizione seria su quanto sta avvenendo in Medio Oriente. Un'esibizione di stentato equilibrismo che gli è costata più di uno screzio con i vertici della comunità ebraica milanese. «Credo che rapire bambini, ucciderli, e fare commercio dei loro cadaveri sia qualcosa di mai visto, e che meriterebbe una attenzione speciale, oltre che una condanna nettissima», è stato l'ultimo commento amareggiato di Davide Romano. Il rabbino capo di Milano, Alfonso Arbib, e il presidente della Comunità ebraica, Walker Meghnagi, subito dopo hanno annunciato per domenica 23 febbraio un momento di preghiera comune per tutte «le vittime della barbarie dei terroristi di Hamas e per i loro familiari» al tempio di via Guastalla.
Ma non tutta Milano vuole rimanere indifferente. Se il Comune rimarrà al buio, la Regione Lombardia ha deciso di illuminare il Pirellone e Palazzo Lombardia. Il governatore Attilio Fontana ha infatti risposto presente all'appello e non ci ha pensato due volte: ieri sera, dalla 19 alle 23, gli ultimi piani delle strutture sono stati avvolti da un potente fascio di luce arancione e, anche questa sera, verrà replicato l'omaggio in memoria dei due fratellini uccisi e di quanti sono stati massacrati dai terroristi di Hamas.
«Ho aderito senza esitazione alla richiesta pervenuta mercoledì sera», ha detto Fontana sottolineando che «una preghiera per gli ostaggi uccisi in prigionia non richiede alcuna riflessione politica».
Continua a leggere...