Pesticidi nelle cipolle, inchiesta della Procura di Paola
- Postato il 25 agosto 2025
- Notizie
- Di Quotidiano del Sud
- 2 Visualizzazioni

Il Quotidiano del Sud
Pesticidi nelle cipolle, inchiesta della Procura di Paola
La Procura di Paola avrebbe già in mano indizi, frutto di analisi eseguite in alcuni punti della fascia costiera tra Amantea e Nocera Terinese, sul possibile utilizzo di pesticidi chimici nella coltivazione delle cipolle.
AMANTEA (COSENZA) – Il procuratore Domenico Fiordalisi ha parlato chiaro l’altro giorno al Tg3 Calabria e anche i sindaci di Amantea e Nocera Terinese non hanno perso tempo a emanare due speculari ordinanze sull’argomento: «Da settembre inizierà un’opera più attenta – ha detto al Tg3, il procuratore di Paola – per monitorare i fiumi, gli insediamenti industriali che insistono sopra Tortora e a Campora San Giovanni, in particolare quelli legati alla produzione della cipolla, che crea grossi problemi di inquinamento».
Parole pesanti, foriere di possibili sviluppi giudiziari. Secondo indiscrezioni trapelate, il magistrato di lungo corso avrebbe voluto dare un preavviso agli agricoltori-produttori, anche perché sue eventuali future iniziative, potrebbero innescare un’escalation sul fronte occupazione del comparto della rinomata “Cipolla rossa”, che tra Campora San Giovanni e Nocera, dà lavoro a tantissime persone, immigrati inclusi. Ma – ed è questo il punto – se l’utilizzo di fertilizzanti o altro tipo di agente chimico diventa indiscriminato, specie su terreni vicini al mare o a torrenti, ci troveremmo davanti ad una violazione di legge. E le due ordinanze sindacali vanno a rimarcare tale concetto. Fonti qualificate, riferiscono che il procuratore di Paola, avrebbe già in mano determinati indizi e determinate analisi eseguite in alcuni punti della fascia costiera amanteana, sino al confine comunale e provinciale, con Nocera Terinese.
Sotto osservazione potrebbe anche finire il metodo di lavaggio del prodotto finito prima della messa in commercio. Sembrerebbe che in qualche caso sia stato scoperto che l’acqua derivante dal lavaggio della cipolla, finisca direttamente nella rete delle acque bianche – come se fosse acqua piovana, per intenderci – e vista la vicinanza degli insediamenti produttivi con la battigia, arrivi poi a mare in un batter d’occhio.
Ritornando alle due ordinanze di fine estate, a Nocera Terinese e Amantea, nello specifico, vietano l’utilizzo di fertilizzanti, pesticidi, funghicidi e liquami zootecnici nelle aree agricole confinanti con il mare e nelle vicinanze di pozzi, sorgenti e corsi d’acqua. Un intervento immediato, che arriva a poche ore di distanza dalle dichiarazioni del procuratore di Paola. Parole che hanno fatto da detonatore, spingendo i sindaci dei due comuni a tradurre subito in provvedimenti concreti la linea dura contro eventuali inquinamenti scaturenti dalle attività agricole . A Nocera il divieto è stato formalizzato con l’ordinanza 37 del 23 agosto, firmata dal sindaco Saverio Russo. Il provvedimento proibisce in modo tassativo l’uso di sostanze chimiche e liquami entro 200 metri da pozzi gestiti da Sorical, fiumi, torrenti e sorgenti. Vietato anche l’impiego su terreni agricoli a ridosso della costa, dove i prodotti inquinanti rischiano di riversarsi direttamente in mare. Identico, il percorso intrapreso ad Amantea, dove il sindaco Vincenzo Pellegrino ha firmato nella stessa giornata l’ordinanza 41, con prescrizioni del tutto analoghe e controlli affidati a Polizia locale, Carabinieri Forestali e Arpacal. In entrambi i Comuni, la violazione porterà a sanzioni pesanti e potrà sfociare in denunce per danno ambientale.
Queste ordinanze si inseriscono in un quadro più ampio. La Procura di Paola ha istituito un pool dedicato esclusivamente al settore della depurazione, con indagini che hanno portato al sequestro e al controllo di diversi impianti lungo la costa tirrenica. Un’azione sistematica che mira a contrastare non solo la cattiva gestione degli scarichi fognari, ma anche l’impatto delle attività agricole e industriali sulla qualità delle acque. In questo contesto Amantea rappresenta finora un esempio positivo, con un sistema di depurazione che ha superato i controlli senza rilievi particolari. Ma la stessa città rischia di pagare il prezzo delle criticità segnalate dalla Procura: la produzione intensiva di cipolla a Campora San Giovanni e gli scarichi agricoli non trattati minacciano di compromettere i risultati ottenuti, con ripercussioni non solo sull’ambiente marino ma anche sull’immagine turistica. Il nuovo corso della Procura si appoggia inoltre a un quadro normativo rafforzato. Le indagini sui depuratori e sugli scarichi sono condotte con riferimento all’articolo 452-bis del codice penale, che disciplina il reato di inquinamento ambientale: una fattispecie introdotta nel 2015 che punisce con pene severe – da due a sei anni di reclusione e multe fino a centomila euro – chi compromette in modo significativo e misurabile l’acqua, l’aria o il suolo. Una cornice giuridica che consente di qualificare non più come semplici violazioni amministrative, ma come veri e propri delitti, condotte che per anni hanno inciso sulla salute del mare e sull’economia turistica calabrese.
La “fase due” annunciata da Fiordalisi apre dunque un fronte ulteriore: i fiumi, le coltivazioni intensive e gli insediamenti industriali a monte e sulla costa, vanno oggi controllati con maggiore piglio e attenzione. Le ordinanze dei sindaci di Nocera e Amantea rappresentano quindi un segnale politico e amministrativo molto chiaro: anticipare le verifiche e ridurre al minimo le possibili fonti di contaminazione, proteggendo non solo la salute pubblica ma anche il futuro di un territorio che vive di mare. L’estate scorsa nel lametino e a Campora ha fatto tanto discutere il fenomeno del mare verde a riva. C’era un collegamento con i fertilizzanti utilizzati nelle coltivazioni proprio a ridosso delle spiagge?
Il Quotidiano del Sud.
Pesticidi nelle cipolle, inchiesta della Procura di Paola