Perchè Sinner tonerà più forte dopo la squalifica per doping

  • Postato il 30 aprile 2025
  • Di Panorama
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Jannik Sinner è pronto a tornare, la vicenda della contaminazione al Clostebol – impropriamente definito caso doping dai suoi nemici – è alle spalle. La data segnata sul calendario è domenica 4 maggio 2025, quella virtuale corrisponde al giorno e all’ora in cui il numero uno del tennis mondiale tornerà in campo al Foro Italico all’avvio degli Internazionali d’Italia. Un cerchio che si chiude, curiosamente nel luogo dove Sinner non è ancora stato in grado di sprigionare la propria forza perché penalizzato da infortuni e scelte tecniche degli scorsi anni. Il forfait del 2024 era stato doloroso, il rientro davanti alla gente che lo sostiene sarà la bolla che serviva per chiudere definitivamente una vicenda in cui l’altoatesino è stato vittima di un meccanismo che al 2027 sarà cambiato per volontà della stessa Wada, ma che da lui ha voluto un passo indietro.

La lucidità con cui Jannik ha voluto raccontare questi mesi, concedendosi alla massima ribalta del Tg1 in prima serata, mostra molto di quello che lo attende da qui in poi. Sinner non accetterà mai quello che gli è successo, ribadisce e ribadirà per sempre di avere la coscienza pulita e di aver firmato un compromesso solo perché rappresentava il male minore: la ferita, insomma, non si rimargina ma a differenza di altri campioni del passato è plausibile che la razionalità con cui l’ha affrontata e metabolizzata sarà un incentivo per conviverci senza ulteriori danni.

Anche la sofferenza dell’anno scorso, vissuta sulla propria pelle e confessata a posteriori, può diventare un punto di forza. E’ vero che l’altoatesino è sempre stato molto freddo e lucido nel suo modo di interpretare il tennis, ma la prova che si è messo alle spalle non può che averlo temprato anche perché lo ha costretto a misurarsi con lati deboli che conosceva meno. Entrambe le cose, la consapevolezza di avere la coscienza pulita e l’aver superato la prova, sono un monito per gli avversari: Sinner torna psicologicamente più forte e risoluto e se quello, sotto stress, che ha conquistato due titoli Slam negli Stati Uniti e in Australia è già stato troppo per la concorrenza è possibile pensare che ora sarà ancora più difficile. Tra l’altro i tre mesi di stop hanno sciolto molte delle certezze di Carlos Alcaraz e Aleksandr Zverev: non solo non hanno approfittato per avvicinarsi, ma hanno spesso giocato male e tradito insicurezza senza la presenza del leader.

Terzo punto: Sinner ha lasciato intendere di aver messo a frutto la sosta non voluta per ricaricare le pile e lavorare in vista della stagione sulla terra battuta. In uno sport che consuma testa e fisico, praticamente senza soste se non quella brevissima nel cuore dell’inverno, è un carico di benzina che verrà utile da qui all’autunno. Il numero uno deve difendere tantissimi punti quando il circuito tornerà sul cemento negli States e avrà modo di consolidare una leadership che si allunga all’anno consecutivo e oltre come pochissimi nella storia delle racchette.

Quarto punto: quando confessa di aver pensato di “mollare” e di aver vissuto male il rapporto con molti colleghi, Sinner svela una verità ma ora che ha saldato il conto con il presunto errore può farsi forza di non aver più nulla da spiegare. Le ambiguità di altri tennisti, a partire da Djokovic, sono destinate a rimanere sepolte dalla quotidianità delle competizioni: Jannik è mancato al tennis almeno quanto il tennis è mancato a lui. Ha solo 23 anni e una vita lunghissima davanti. La vicenda del Clostebol non può che diventare un semplice puntino irrilevante nella costellazione della sua carriera.

Autore
Panorama

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