"Perché Sinner deve stare attento a Shelton". Profezia-Pennetta a pochi minuti dal match (e cosa succederà in estate)
- Postato il 24 gennaio 2025
- Di Libero Quotidiano
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"Perché Sinner deve stare attento a Shelton". Profezia-Pennetta a pochi minuti dal match (e cosa succederà in estate)
«Grazie al cielo le partite si possono vedere in registrata. Mi dice come farei a seguire queste battute finali degli Open d'Australia alle 4 di mattina?». Appena tornata da Melbourne con tutta la famiglia, Flavia Pennetta, che insieme a Francesca Schiavone è stata la nobildonna del nostro tennis in rosa prima dell'era Paolini, la notte deve riposare. I 3 demonietti Federico, Farah e Flaminia, tutti griffati con l'iniziale di famiglia, la F, e il ruolo di moglie del quarto “bimbo” di casa, ovvero Fabio Fognini, occupano Flavia 48 ore al giorno.
Però rinunciare a seguire oggi Sinner sarebbe un delitto, giusto Flavia?
«Non potrei. Vederlo giocare a tennis è una delizia anche per chi ha vinto uno Slam come la sottoscritta: dopo il problemino fisico patito contro Rune, Jannik ha dimostrato di essere tornato in piena forma contro il povero de Minaur».
Come giudica oggi Jannik? Un anno fa era un ragazzo, oggi è diventato “uomo”.
«È maturo, consapevole, serio. Mi ha colpito la sua intelligenza nel cambiare allenatore 2 anni fa, nel creare un nuovo team e, poi, nel modificarlo».
I suoi pregi maggiori?
«Non conosce la parola fretta: nel 2022 ha vissuto una stagione di attesa, non esaltante. Ci ha lavorato ed è esploso a fine 2023 diventando re nel 2024. Tutti dovrebbero fare così nel tennis, avere pazienza».
Oggi Ben Shelton è un ostacolo di medio-alta difficoltà per Jannik?
«L'americano è un giocatore insidioso, non dà ritmo, toglie il tempo ed è mancino. Sinner deve stare lì con la testa, cosa che fa sempre benissimo quando sta bene fisicamente».
Il suo tennis sta cambiando? Esempio: il servizio.
«La forza di Jannik è nel cambiare per migliorare ogni dettaglio in allenamento. Poi adottare queste novità in partita. Nel servizio è migliorato, lo usa come arma nelle fasi delicate».
Dove può ancora crescere, ammesso sia possibile visto che è il numero 1 per ranking e per acclamazione?
«È già cambiato tanto, per diventare completo deve affinare alcuni colpi al volo e nelle variazioni. Per il resto cosa vuoi dirgli?».
Taluni dicono: grande Sinner ma Alcaraz resta ancora il più completo.
«Sono un po' d'accordo ma Carlos per battere Jannik deve essere al 100%. Se è all'80, Sinner lo sistema. Ma questi paragoni fanno male aentrambi. Per fortuna Jannik è un alpino».
Come finirà l'affaire Clostebol?
«Sono certa che Sinner sia innocente. Semmai alcune regole sul doping sono da colpevolizzare».
A Sinner mancano Wimbledon e Roland Garros per completare il giro degli Slam.
«Sull'erba Jannik è già arrivato in semifinale, tuttavia quello londinese è un major difficile e denso di trappole. Nei turni iniziali puoi imbatterti in giocatori meno bravi ma che possono infastidire chiunque, anche il n° 1 del mondo».
E il Roland Garros sulla terra?
«È lo Slam nel quale Sinner, in teoria, potrebbe trovare più ostacoli. Ma vedendo i passi in avanti che ha fatto non mi meraviglierei facesse bene prima agli Internazionali di Roma, che so essere un suo obiettivo, e poi a Parigi».
Con Pietrangeli, Panatta, la Schiavone e Jannik, lei è tra i tennisti italiani che sanno come si fa a vincere uno Slam. Ce lo svela?
«Con il cuore. Non bastano talento, testa, preparazione fisica, impegno, grande tennis. Bisogna saper cadere e rialzarsi, e battere anche lo stress».
Quando le cito Flushing Meadows 2015, cosa le viene in mente?
«Che ho vinto uno Slam a 33 anni ed è stata una sensazione meravigliosa, una gioia indescrivibile perché inaspettata».
A Melbourne abbiamo ritrovato del tutto Berrettini?
«È un patrimonio del nostro tennis. È uscito al secondo turno in Australia ma l'ho rivisto sereno e sorridente come non capitava da tempo. Ottimo segnale per il futuro».
Sonego?
«Grande! Si è gettato in un un buco del tabellone è ha giocato divinamente dopo un 2024 difficile».
E Musetti?
«Tennisticamente ha il gioco più divertente. Viene da un buon 2024 e ha perso contro Shelton che, dicevo, è un brutto cliente».
E il signor Fabio Fognini come sta? Ne ha ancora voglia?
«Certo. A Melbourne non ha giocato per una fascite plantare che l'ha costretto alla rinuncia. Ma sono certa che, guarito, riuscirà a togliersi altre soddisfazioni».
Come descriverebbe, da analista e non da moglie, il Fognini tennista?
«Fabio ha sempre avuto una visione tattica speciale, anticipa i colpi degli avversari perché ha un braccio d'oro che gli consente colpi impensabili».
Un difetto?
«A volte non si rende conto neppure lui di quanto è talentuoso».
E come marito e papà?
«È l'esatto contrario di quello che pensa la gente vedendolo in campo: è tenero, un orso buono. Con i bimbi è fantastico e iperprotettivo».
Il futuro del nostro tennis, con Federico, Farah e Flaminia, è in buone mani?
«Mi avrebbe fatto piacere che i bimbi avessero visto mamma giocare un Slam. Dal momento che in casa non mancano racchette da tennis, confesso: Federico ha già cominciato».