Mare, montagne e fenomeni estremi resi più probabili dai cambiamenti climatici possono costruire un'interazione che favorisce le alluvioni estreme: uno studio del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (Fondazione CMCC) rivela per la prima volta come una specifica conformazione delle montagne, un ciclone e l'umidità proveniente dal Mar Adriatico abbiano contribuito alle devastanti alluvioni avvenute in Emilia Romagna a maggio del 2023. E come quelle stesse condizioni possano aprire la strada a fenomeni simili, in un Mediterraneo fortemente segnato dai cambiamenti climatici. La ricerca è stata pubblicata su Scientific Reports.. L'alluvione in Emilia Romagna. Tra il 2 e il 17 maggio 2023 una serie di fortissime precipitazioni alimentate da un ciclone mediterraneo generarono piogge persistenti sull'Emilia Romagna, accompagnate da allagamenti, straripamenti e frane. Morirono 17 persone e i danni sul territorio furono di almeno 8,5 miliardi di euro.. In base allo studio, coordinato da Enrico Scoccimarro, scienziato senior del CMCC, il centro internazionale di studi sul clima, dove dirige il team di ricerca che si occupa di analisi del clima, della sua variabilità e predicibilità, queste alluvioni da record sarebbero state favorite da un effetto "cul-de-sac", o vicolo cieco: le montagne avrebbero bloccato l'umidità proveniente dall'Adriatico, intrappolando a lungo la pioggia sulla regione. La conseguenza è stata un'alluvione di quelle che ci si aspetterebbe di vedere una volta ogni 500 anni.. Tre attori. «La dinamica atmosferica alla base dell'evento descritto considera tre principali attori», spiega Scoccimarro a Focus.it. «Primo attore: un ciclone stazionario in una certa posizione (nello specifico caso sul Centro Italia), che genera venti costanti che per lungo tempo soffiano sulla superficie del mare (nello specifico venti di scirocco sull'Adriatico).
Secondo Attore: il mare che, lambito da tali venti costanti, carica la colonna d'aria sovrastante di acqua che quindi verrà portata nella stessa direzione dei venti (in questo caso verso l'Emilia Romagna).
Terzo attore: le montagne (Alpi e Appennini in questo caso) che fanno si che il flusso di aria carica di acqua rimanga intrappolato sulla regione Emilia Romagna, creando convergenza, cioè accumulo.
Senza montagne tale flusso potrebbe continuare verso ovest nord-ovest senza creare convergenza: tanta acqua entrerebbe sulla regione da "destra" e altrettanta ne uscirebbe da "sinistra", senza convergere (accumularsi), e senza rendersi quindi disponibile per poi precipitare sulla regione stessa».. Piogge inesauribili. «In tali condizioni, gli eventi di precipitazione intensa, che di solito tendono a svuotare la colonna di acqua in poche ore, possono perdurare per lungo tempo, perché la colonna sovrastante di aria è costantemente rifornita di acqua da questi flussi provenienti dalla regione Adriatica. Fino a quando il ciclone persistente non si muove da questa particolare posizione, il rifornimento di vapor d'acqua sulla regione Emilia Romagna continua, e la presenza delle montagne che lo bloccano crea convergenza di acqua, che si rende quindi disponibile per la precipitazione incessante».. Rischi anche in altre regioni. Con i cambiamenti climatici a riscaldare il Mediterraneo - il Mare Nostrum, quasi chiuso e poco profondo, si sta scaldando più velocemente di ogni altro mare - lo stesso effetto "vicolo cieco" potrebbe verificarsi anche in altre aeree con simili caratteristiche orografiche.
«Queste particolari condizioni possono presentarsi in altre parti del dominio Mediterraneo, per esempio sulle coste dell'Albania, nel caso di cicloni stazionari sul centro Italia, o anche in Occitania e Provenza (Francia) o Valencia o Catalonia (Spagna) nel caso di cicloni stazionari nella parte Ovest del bacino Mediterraneo. In queste regioni i tre attori menzionati possono presentarsi sul palco insieme e dar luogo ad un simile, triste, spettacolo», aggiunge Scoccimarro.. Migliorare le previsioni. Alla luce di quanto osservato, gli autori dello studio propongono e introducono un nuovo parametro, la "persistenza di densità dei cicloni", per migliorare le previsioni di eventi di precipitazione estremi. «Questi eventi estremi possono diventare più intensi in un contesto di clima più caldo come quello del Mediterraneo, a causa della maggior capacità dell'aria calda di trattenere più acqua rispetto all'aria fredda: ciò determina una maggiore disponibilità di acqua al momento dell'evento di pioggia intenso, che tende a svuotare l'intera colonna d'aria. Inoltre, la temperatura più alta del nostro mare facilita i processi evaporativi che riforniscono l'atmosfera di acqua»..