Perché alcuni gatti fanno più fusa di altri? Il motivo è nel DNA
- Postato il 10 giugno 2025
- Gatti, Cani E Altri Animali
- Di Blitz
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Se ti sei mai chiesto perché alcuni gatti fanno più fusa di altri, la scienza ha iniziato a fornirne una risposta. Ricercatori del Wildlife Research Center dell’Università di Kyoto in Giappone hanno identificato una variante genetica specifica nel DNA dei felini domestici, strettamente associata a una maggiore emissione di fusa e miagolii. Questa scoperta, pubblicata sulla rivista Plos One, pur non svelando ancora completamente la misteriosa origine delle fusa, indica chiaramente che questa peculiare forma di comunicazione felina ha una base genetica.
La variante in questione è responsabile della produzione di una forma più corta del recettore per gli ormoni androgeni. Curiosamente, questa variante è stata trovata più frequentemente nei gatti meticci rispetto agli esemplari di razza. Per giungere a questa conclusione, i ricercatori hanno esaminato un campione significativo di 280 gatti domestici meticci, tutti castrati o sterilizzati. Per ciascun gatto, è stato prelevato un campione di DNA per analizzare il gene che codifica per il recettore degli androgeni. Questo dato genetico è stato poi correlato al comportamento vocale dei gatti, valutato attraverso questionari compilati dai loro proprietari. I risultati hanno dimostrato inequivocabilmente che la variante genetica che codifica per la forma più corta del recettore si associa a una maggiore produzione di fusa, offrendo un nuovo tassello alla comprensione della complessa socialità e sopravvivenza di questi animali.
Differenze di razza e l’impronta dell’addomesticazione
Lo studio ha rivelato ulteriori dettagli interessanti riguardo alle differenze comportamentali legate a questa variante genetica. È emerso che i maschi con la variante più corta del recettore tendono a produrre un maggior numero di vocalizzi per comunicare con gli umani. Le femmine che presentano la stessa variante, invece, mostrano un comportamento più aggressivo verso gli estranei. Questi risultati si ricollegano a studi precedenti che avevano già suggerito come i gatti di razza tendano a possedere la variante genetica per il recettore più lungo.
Questo divario genetico ha portato i ricercatori a ipotizzare che, per gli esemplari di razza, spesso abituati a interagire con gli umani fin dalla nascita, la comunicazione vocale potrebbe risultare meno cruciale rispetto ai gatti meticci. Quest’ultimi, spesso salvati da una vita randagia e successivamente adottati, potrebbero aver sviluppato una maggiore dipendenza dalla comunicazione vocale per stabilire e mantenere legami con i loro nuovi compagni umani.
A rafforzare queste conclusioni, i ricercatori giapponesi hanno anche comparato il DNA dei gatti domestici con quello di altre specie feline. Hanno scoperto che il leopardo e il gatto pescatore, entrambi imparentati con il gatto domestico, possiedono solo la variante più corta del recettore. Questo suggerisce che la comparsa delle varianti più lunghe nei gatti domestici sia una diretta conseguenza dell’addomesticazione e dell’incrocio selettivo operato dall’uomo nel corso della storia, un processo che ha plasmato non solo l’aspetto, ma anche i comportamenti comunicativi dei nostri amici felini.
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