“Per chi deve salvare vite è impossibile stare in silenzio davanti al genocidio a Gaza”: l’appello dei sanitari per un digiuno nazionale di protesta

  • Postato il 26 agosto 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Sono oltre 1600 i sanitari uccisi da Israele a Gaza dal 7 ottobre 2023. Quasi 400 quelli arrestati. E chi resta, lavora nell’emergenza più estrema, da 700 giorni. I centri sanitari distrutti dagli attacchi dell’esercito di Tel Aviv sono un centinaio, di questi oltre 30 erano ospedali. Più di 150 le ambulanze rese inutilizzabili dai raid, prese di mira nonostante fossero segnalate come veicoli di soccorso. Ma oltre a morire tutti i giorni, a Gaza non si nasce più. Nei primi sei mesi del 2025, sono state registrate solo 17mila nascite, contro le 29mila nello stesso periodo del 2022. Una differenza del 41%, in negativo. E per molti bambini resistere e venire al mondo non è stato sufficiente: sono decine quelli morti nel loro primo giorno di vita. Migliaia quelli nati prematuri, sottopeso, con malformazioni congenite, costretti alla terapia intensiva. Numeri e storie spaventosi che rappresentano solo una parte della catastrofe umanitaria vissuta dagli abitanti palestinesi di Gaza, e da chi li sostiene da mesi.

Proprio per denunciare questi crimini, il 28 agosto è stata organizzata la “Giornata nazionale di Digiuno contro il genocidio a Gaza”, promossa dagli operatori e dalle operatrici del servizio sanitario della rete #digiunogaza, dalla rete “Sanitari per Gaza” e dalla campagna Bds (Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni). Sono già decine di migliaia i sanitari e le sanitarie coinvolti, centinaia gli ospedali, le strutture territoriali, le associazioni e i sindacati. Ma all’iniziativa può partecipare tutta la cittadinanza, come spiega a ilfattoquotidiano.it Daniela Gianelli, referente nazionale per il Digiuno. “È partito tutto con una chat creata insieme a Francesco Niccolai, nella quale proponevamo una staffetta del digiuno tra i sanitari del nostro territorio. Ma con il passaparola l’idea si è allargata rapidamente a tutto il Paese. Al momento sono 17 le regioni coinvolte, per più di 15mila persone“, spiega Gianelli.

Per chi ha fatto il giuramento di Ippocrate, commenta Gianelli, e ha come missione quella di salvare la vita alle persone, “è impossibile sopportare in silenzio questo sterminio, questo genocidio. Anche ieri hanno bombardato un altro ospedale. Chiediamo a tutti i professionisti e gli operatori del servizio sanitario di aderire al Digiuno. Ma anche a tutti i cittadini, le amministrazioni, le associazioni e gli enti che si riconoscono in questo appello”. Chi aderisce è invitato a testimoniarlo, fuori dall’orario di lavoro, all’esterno della propria struttura sanitaria di appartenenza od ovunque si trovi, simbolicamente intorno all’ora del pranzo. Inoltre, è invitato a fotografarsi con il cartello “Digiuno contro il genocidio a Gaza” e a condividere la foto sui propri social con l’hashtag #digiunogaza, oltreché con i propri contatti e le proprie reti, in modo da amplificare il messaggio.

“L’obiettivo della protesta – spiega Gianelli – è di far prendere posizione a tutte le istituzioni. Il genocidio in corso, pianificato deliberatamente da Israele con la complicità dei governi occidentali, deve essere subito fermato. Tel Aviv dovrà percepire l’isolamento e la pressione politica ed economica da parte della comunità internazionale”. Le richieste – indirizzate a governo, amministrazioni locali, aziende, istituzioni sanitarie e professionisti – sono: sospendere immediatamente gli accordi militari e la fornitura di armi ad Israele, chiedere con urgenza il cessate il fuoco e l’apertura di corridoi umanitari per la popolazione di Gaza allo stremo delle forze; adottare formalmente una dichiarazione nella quale si riconosca il genocidio in corso e si affermi l’impegno a contrastarlo con ogni mezzo a disposizione; aderire alla campagna di boicottaggio No Teva promossa da Sanitari per Gaza e Bds contro l’azienda farmaceutica israeliana Teva “complice di occupazione e apartheid, da cui trae profitti”.

Nell’immediato, l’organizzazione del Digiuno ha chiesto alle aziende sanitarie di adottare una delibera che le impegni a mettere in atto “tutte le azioni possibili per fermare il genocidio in corso”. I sanitari hanno in prima persona scritto il documento. Una sorta di codice etico di condotta, basato su quattro principi: evitare qualsiasi forma di collaborazione con enti riconducibili a Stati accusati di commettere genocidio; identificare criteri etici specifici per gli acquisti di beni e servizi, escludendo aziende complici; promuovere politiche attive per facilitare la cooperazione e l’accoglienza della popolazione palestinese; sensibilizzare ed educare sul tema, posizionando l’ente come un attore responsabile a livello internazionale. “Assistiamo da mesi con sgomento alle bombe, alle deportazioni, alle uccisioni di persone in fila per ottenere cibo, alla distruzione di tutte le infrastrutture civili e sanitarie, alla gravissima carestia e malnutrizione che sta subendo la popolazione di Gaza. All’arresto, alla tortura e all’uccisione di personale sanitario anche nel pieno esercizio delle loro funzioni. Al di là dei gesti simbolici, è il momento che si inizi effettivamente ad agire“, conclude Gianelli.

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