Pensioni in aumento, le stime sono positive: nel 2026 si avranno fino a 700 euro in più
- Postato il 22 aprile 2025
- Economia
- Di Blitz
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Si preannunciano importanti aumenti per le pensioni nel 2026: ci sarà un incremento anche di 700 euro in più. Ecco tutti i dettagli.
Con l’approvazione del Documento di finanza pubblica (Dfp) da parte del Consiglio dei ministri, il futuro delle pensioni in Italia per il 2026 sta iniziando a delinearsi. Il documento, reso pubblico il 9 aprile, annuncia la possibilità di aumenti significativi degli importi previdenziali, grazie ai consueti adeguamenti legati all’andamento dei prezzi al consumo. Questo meccanismo, noto come perequazione, è fondamentale per garantire che il potere d’acquisto dei pensionati rimanga costante, compensando gli effetti dell’inflazione.
L’inflazione e le pensioni nel 2026
L’ente preposto alla certificazione ufficiale dell’inflazione in Italia è l’Istat. Secondo le prime stime per il 2026, l’adeguamento delle pensioni potrebbe aggirarsi attorno allo 0,8%. Tuttavia, in scenari più ottimistici, si stima che l’inflazione potrebbe raggiungere fino all’1,8%, se l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) si stabilisse sul 2,1% entro la fine del 2025. Questo incremento dell’inflazione, che ha mostrato una crescita del 3,2% su base annua a marzo, è destinato a influenzare notevolmente l’ammontare delle pensioni nel prossimo anno.
È importante sottolineare che l’impatto dell’inflazione non sarà uniforme per tutti i pensionati. Gli aumenti saranno proporzionati all’importo dell’assegno percepito, seguendo i criteri stabiliti dalla legge n. 448 del 1998. Questo approccio mira a proteggere maggiormente i pensionati con redditi più bassi, che sono più vulnerabili all’erosione del potere d’acquisto.

Per il 2026, la rivalutazione delle pensioni sarà strutturata su tre fasce, con percentuali differenziate a seconda dell’importo mensile lordo:
- 100% dell’inflazione per gli assegni fino a 4 volte il trattamento minimo (circa 2.400 euro lordi mensili).
- 90% dell’inflazione per gli assegni compresi tra 4 e 5 volte il minimo (tra 2.400 e 3.000 euro).
- 75% dell’inflazione per gli importi superiori a 5 volte il minimo (oltre 3.000 euro).
Questa suddivisione è stata pensata per garantire una maggiore protezione a chi riceve pensioni più basse, assicurando così che i pensionati più vulnerabili possano mantenere il loro potere d’acquisto.
Per comprendere meglio l’impatto delle rivalutazioni, è utile esaminare alcune simulazioni basate su scenari di inflazione differenti. Considerando un incremento minimo allo 0,8% e proiezioni più ottimistiche che raggiungono l’1,8%, ecco come potrebbero variare gli importi delle pensioni:
Con un’inflazione allo 0,8%:
– Un assegno mensile lordo di 1.100 euro subirebbe un incremento di 8,80 euro.
– Una pensione da 2.200 euro beneficerebbe di un aumento di 17,60 euro.
– Per un assegno di 3.200 euro, l’incremento sarebbe di circa 23,04 euro.
– Le pensioni da 4.500 euro, con una rivalutazione del 75%, vedrebbero un aumento di 27 euro.
Con un’inflazione all’1,8%:
– Un assegno di 1.100 euro aumenterebbe di 19,80 euro.
– Una pensione da 2.200 euro riceverebbe 39,60 euro in più al mese.
– Per chi percepisce 3.200 euro, l’incremento sarebbe di circa 51,84 euro.
– Le pensioni da 4.500 euro vedrebbero un adeguamento di 60,75 euro.
Aggiornamenti per le prestazioni assistenziali
Non solo le pensioni ordinarie subiranno aumenti. Anche le prestazioni assistenziali, come l’assegno sociale e la pensione di invalidità civile, saranno soggette a rivalutazione. Le prime previsioni indicano che:
- L’assegno sociale, attualmente fissato a 538,20 euro mensili, potrebbe aumentare a 545,50 euro con un adeguamento dello 0,8%, e fino a 547,60 euro con un’inflazione dell’1,8%.
- La pensione di invalidità civile, attualmente di 335,00 euro, potrebbe salire a 337,68 euro nella previsione più prudente, e a 341,03 euro in quella più favorevole.
Inoltre, si prevede un intervento straordinario sulle pensioni minime, con un aumento compreso tra il 2,2% e il 2,7%, portando gli importi mensili a posizionarsi tra 620,30 e 624,00 euro, a seconda degli scenari economici considerati.
L’adeguamento delle pensioni per il 2026 rappresenta un aspetto cruciale nella gestione della spesa pubblica e nella protezione delle fasce più vulnerabili della popolazione. Tuttavia, nonostante le simulazioni già disponibili, è fondamentale attendere i dati definitivi dell’Istat per valutare l’andamento reale dell’inflazione e comprendere con precisione l’entità degli aumenti.
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