Paura per Luca Colnaghi: il ciclista aggredito durante un allenamento, pugni e minacce. "Nessuno mi ha aiutato"
- Postato il 7 marzo 2025
- Di Virgilio.it
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Non capita così raramente di riportare notizie di ciclisti che, sulle nostre strade, devono fare purtroppo i conti con incidenti, ma la vicenda di Luca Colnaghi assume proporzioni quasi inedite e comunque oltremodo inquietanti. Il corridore della VF Group Bardiani CSF Faizanè è stato vittima di un’aggressione al limite del clamoroso per violenza ed accanimento. Il tutto mentre si stava allenando.
- L'aggressione a Luca Colnaghi: il ciclista racconta il primo assalto
- L'altra aggressione: "Erano in due, mi hanno preso a pugni"
- Colnaghi minacciato, infortunato e sotto shock. "E nessuno mi ha aiutato"
- La paura di Colnaghi: "Temo di ritrovarmeli"
L’aggressione a Luca Colnaghi: il ciclista racconta il primo assalto
I fatti sono avvenuti nella zona del lecchese, nelle strade tra Lierna e Varenna. Un’area insomma dove il classe 1999 è nato (precisamente a Mandello del Lario), e dove stava effettuando una normale sessione di allenamento per prepararsi alle prossime gare (la sua specialità sono le corse di un giorno, anche se il velocista sogna di poter correre i grandi giri come il Tour de France). In particolare avrebbe dovuto recarsi in questi giorni in Belgio per correre il Grand Prix Criquelion ed il Grote Prijs Jean Pierre Monseré.
Colnaghi, che è professionista dal 2022 quando è entrato nelle file dalle Bardiani dopo lo stage dell’anno prima, ha affidato ai colleghi di Tuttobiciweb il racconto dell’episodio assurdo di cui è stato ahilui vittima.
Mentre pedalava sulle strade di casa assieme al fratello Andrea, che milita invece nella formazione Continental della Karcag Cycling ÉPKAR, si è imbattuto in una persona in moto “alla ricerca di rogne”, che ha iniziato ad insultarlo, affiancandosi e cercando di fermare il corridore.
Ai tentativi dei due ciclisti di placare l’uomo (che poi si scoprirà essere già attenzionato alle forze dell’ordine), quest’ultimo ha spinto Colnaghi facendolo cadere, per poi aggredirlo prendendolo per il collo. “Per fortuna con mio fratello siamo riusciti a bloccarlo e a farlo andare via – ha proseguito il racconto il velocista -. Ha provato ancora ad intimidirci tornando indietro contromano come per venirci addosso in un frontale, ma sembrava finita lì”.
L’altra aggressione: “Erano in due, mi hanno preso a pugni”
In realtà l’aggressione è poi proseguita, con un involontario contributo del povero Colnaghi che una volta tornato a casa si è accorto di aver perso le cuffiette. Motivo per cui è dovuto tornare sul luogo dell’attacco precedente dove nel frattempo il presunto aggressore si è presentato con un’altra persona “straniera”, anch’essa in moto (con la targa coperta da un passamontagna, da quanto risulta dal racconto del ciclista. Tuttavia il corridore era riuscito a fotografarla nel primo assalto).
Qui l’attacco a Colnaghi assume toni ulteriormente parossistici. “Prima mi hanno sfiorato per farmi cadere, poi quando stavo scappando il passeggero ha preso un masso dalla strada e me l’ha lanciato sulla ruota posteriore“, è il racconto del ciclista della Bardiani a Tuttobiciweb.
E ancora: “Non contenti mi sono venuti addosso con la moto, bloccandomi sul muretto a bordo strada, il parapetto che separa la carreggiata dal Lago di Como. Nell’impatto già mi ero fatto male, ma come se non bastasse questi due personaggi hanno lasciato la moto per prendermi di spalle e darmi dei pugni in faccia. Quando sono riuscito a liberarmi, l’allarme del contachilometri aveva già allertato mio papà, che mi ha raggiunto sul luogo del fattaccio ancora prima dei soccorsi e dei carabinieri, che nonostante la concitazione del momento avevo avuto la lucidità di chiamare”.
Colnaghi minacciato, infortunato e sotto shock. “E nessuno mi ha aiutato”
Il risultato di questa vicenda è che Colnaghi ha riportato una spalla lussata e una microfattura alle costole, con una prognosi di dieci giorni di riposo dopo la visita all’ospedale più vicino. In tutto ciò, il ragazzo è stato anche minacciato, con i malviventi che lo hanno intimato a non rivolgersi alle forze dell’ordine, “sennò sarebbero venuti a prendermi”.
Oltre al danno fisico, Colnaghi deve fare i conti anche con lo shock che lo potrebbe accompagnare quando riprenderà la bici sulle strade di casa. Ma a fargli male è anche un altro fatto: “Nonostante io abbia chiesto platealmente aiuto, nessun automobilista si è fermato“. L’unico è stato un ciclista amatore che ha assistito alla scena e si è offerto per una eventuale testimonianza.
La paura di Colnaghi: “Temo di ritrovarmeli”
Adesso infatti Colnaghi si è rivolto ad una tutela legale, tramite l’associazione Zero Sbatti che si occupa di questi casi e con il supporto dell’Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani. E sempre su Tuttobiciweb, l’avvocato Federico Balconi che assisterà il ciclista ha spiegato che “a seguito delle attività di indagine che abbiamo richiesto tramite la querela”, i presunti aggressori “dovranno rispondere di reati gravi quali lesioni volontarie, aggressione, minaccia con l’aggravante dei futili motivi e del concorso tra loro”.
Ma comunque vada, resta la paura. “Mi alleno su queste strade da quando sono un bambino, oggi il ciclismo è il mio lavoro, indosso una divisa ben riconoscibile e la probabilità di ritrovare questi personaggi è scontata“, ha affermato un affranto Colnaghi, che pone comunque la massima fiducia nella giustizia affinché faccia il suo corso.