Pasta e pane prodotti con la farina della filiera del grano di Stupinigi nel rispetto del lavoro degli agricoltori
- Postato il 6 ottobre 2025
- Enogastronomia
- Di Quotidiano Piemontese
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TORINO – Pasta e pane prodotti con grano torinese e che rispettano il lavoro degli agricoltori: è nata la nuova pasta fresca prodotta con la farina della filiera del grano di Stupinigi, una delle due filiere torinesi del grano promosse da Coldiretti Torino (l’altra è la filiera del Gran dji Bric della Collina chivassese).
Il grano di Stupinigi è coltivato nei comuni di: Nichelino, Beinasco, Orbassano, Candiolo, None, Vinovo. Si tratta di una miscela di quattro varietà testate per lungo tempo in campo prima di essere seminate. La farina ricavata presenta una scarsa percentuale di glutine e viene macinata mantenendo le proteine del germe.
La pasta di grano tenero viene prodotta da Pasta Girardi azienda attenta alla qualità e rispettosa dell’equo compenso per i coltivatori con stabilimenti a Leinì e Orbassano. Una pasta che rispetta perfettamente la tradizione piemontese con le sue 5 referenze: tajarin, agnolotti di carne, ravioli ricotta e spinaci, plin, paccheri.
Ma se per la pasta della farina di Stupinigi è la prima volta, non è così per il pane. Da 10 anni Panacea, cooperativa torinese nata per l’inclusione sociale, produce un pane speciale con la stessa farina. Ma oggi, Panacea ha presentato un nuovo “miccone” panificato con la stessa farina rinnovando così l’offerta disponibile nelle panetterie Panacea che con la farina di Stupinigi produce anche grissini, biscotti, crackers, tortine.
La farina è prodotta da Mulino Roccati, di Candia Canavese. Il grano è stoccato nei silos del Consorzio agrario Nord Ovest di Orbassano.
La presentazione dei nuovi prodotti è stata anche l’occasione per rinnovare l’accordo di filiera tra agricoltori e industriali che da un decennio, appunto, tutela gli agricoltori che aderiscono.
Il nuovo contratto di filiera migliora ancora la remunerazione per i contadini. Coldiretti Torino, fa sapere, è riuscita a mediare portando a casa addirittura 5 euro in più al quintale come “premio di filiera” basando sulla quotazione del “grano di forza” cioè del grano più caro nelle contrattazioni. Una cifra davvero importante rispetto alle normali quotazioni di mercato.
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