Partenariato speciale pubblico privato per la cultura: ecco le nuove linee guida
- Postato il 5 agosto 2025
- Attualità
- Di Artribune
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Il Dipartimento per la valorizzazione del patrimonio culturale del Ministero della Cultura, con un corposo e articolato documento, ha pubblicato le Linee Guida in materia di partenariato speciale pubblico privato per gli istituti e i luoghi della cultura. Si tratta di un passaggio fondamentale per fornire un paradigma interpretativo e per dare stabilità a un istituto che può avere un ruolo importante nei processi di valorizzazione dei beni culturali pubblici del nostro paese.
I casi di applicazione del partenariato speciale nell’ambito dei beni culturali statali stanno infatti offrendo una prospettiva nuova al rapporto tra il pubblico e il privato che il documento elaborato dal Dipartimento esplicitamente richiama: “il partenariato speciale pubblico-privato consente di superare le rigidità di alcuni strumenti che regolano il rapporto tra l’Amministrazione Pubblica e i soggetti privati, garantendo il coinvolgimento di quest’ultimi sin dalla fase ascendente di programmazione strategica al fine di contribuire – insieme ai soggetti pubblici – alla definizione dei modelli di gestione e di sviluppo del patrimonio culturale. In questa prospettiva viene opportunamente valorizzata una fase di co-progettazione in cui i soggetti privati concorrono insieme ai soggetti pubblici a definire un piano di valorizzazione dei beni culturali oggetto di partenariato e a individuare le azioni esecutive necessarie per attuarlo. Questo consente di attenuare la separazione tra la definizione delle strategie di valorizzazione e la fase di gestione e applicazione degli indirizzi strategici, garantendo il coinvolgimento dei privati per costruire politiche pubbliche condivise in una prospettiva di sussidiarietà orizzontale”.
Le novità rilevanti delle nuove Linee Guida sul partenariato speciale
Il partenariato speciale viene inquadrato, come la norma peraltro impone, nell’ambito dei contratti gratuiti che non rientrano nel perimetro della disciplina dei contratti pubblici, fermo restando l’obbligo di rispettare le norme generali sul procedimento amministrativo e i principi generali del Codice dei contratti.
I contratti gratuiti sono contratti atipici che per l’amministrazione sono finanziariamente non onerosi – cioè non comportano un’uscita finanziaria – fermo restando la possibilità di generare un interesse economico attivo per gli operatori privati per la cui selezione è dunque necessario rispettare i principi generali del Codice.
Nell’ambito delle Linee Guida viene inoltre specificato che il partenariato speciale è attivabile sia per le attività di valorizzazione che per la gestione dei beni culturali finalizzata alla pubblica fruizione
Nell’escludere che il partenariato possa trovare applicazione in relazione ad attività estranee alla valorizzazione di beni culturali come i servizi di vigilanza, bigliettazione, pulizia e gli altri servizi strumentali, che restano assoggettati alle procedure ordinarie previste dal Codice dei contratti pubblici, viene invece previsto, come è accaduto nel caso dei Campi Flegrei, che l’applicazione del partenariato speciale possa trovare attuazione, in particolare, per i beni in disuso o sottoutilizzati, nei casi in cui il bene necessiti, per renderlo fruibile, di un progetto gestionale e culturale nel suo complesso. I privati, sia gli Enti di Terzo Settore che gli operatori economici tradizionali, potranno dunque concorrere alla gestione dei beni culturali con un progetto finalizzato alla fruizione pubblica dei beni.
Partenariato speciale: una nuova forma di collaborazione tra pubblico e privato
Nel documento il ruolo degli attori pubblici viene costantemente richiamato: “i beni affidati in gestione restano pienamente nel perimetro dell’azione pubblica mentre al privato vengono affidati compiti operativi di gestione in un quadro condiviso di fruizione e valorizzazione del bene. Nell’ambito del partenariato speciale si realizza pertanto, tra parte pubblica e privata, un’azione sinergica, una comunione di scopo, che consente di co-progettare e parametrare non solo i servizi ma le scelte strategiche e gestorie inerenti la valorizzazione del bene culturale sia nella fase di implementazione del progetto che nella fase di esecuzione”
Dunque, da una parte viene ampliato il perimetro dell’azione pubblica; dall’altra i privati vengono, in una prospettiva nuova, coinvolti in un reale progetto di collaborazione per la valorizzazione e la gestione dei beni culturali pubblici.
Ed è questo il vero nocciolo del documento. Si sperimenta in Italia, con il partenariato speciale, una forma di coinvolgimento dei privati a cui corrisponde un rafforzamento dell’azione pubblica. Le amministrazioni sono infatti chiamate a costruire, in condivisione con i privati, un progetto e a condurlo in un’ottica di sistematica collaborazione.

Un nuovo protagonismo pubblico nella gestione e valorizzazione del patrimonio culturale
Lo Stato insomma promuove un nuovo protagonismo pubblico nella gestione e valorizzazione del patrimonio culturale: non un affidamento tout court ai privati o una esternalizzazione dei servizi ma una forma di co-gestione condivisa delle attività e dei beni.
Le sperimentazioni condotte in Italia con la gestione partenariale di Piscina Mirabilis del Parco archeologico dei Campi Flegrei; il progetto di recupero e valorizzazione delle Serre Borboniche della Reggia di Caserta; le attività di valorizzazione condotte da soggetti del Terzo Settore ai Parchi archeologici di Sibari e Crotone; le attività educative affidate dal Parco archeologico di Pompei ad un raggruppamento di soggetti privati attivi nella valorizzazione culturale, e le recenti esperienze che sono in corso di attuazione al Castello Carlo V di Lecce in Puglia, al patrimonio culturale viterbese afferente alla Direzione Regionale Musei Nazionali Lazio e al Castello di Miramare di Trieste ci restituiscono un quadro articolato di applicazione del partenariato speciale.
Uno strumento dunque, come si legge nel documento pubblicato dal Ministero, che prefigura una concreta attuazione del principio di sussidiarietà orizzontale nella valorizzazione dei beni culturali e che al tempo stesso consente di accogliere, in una prospettiva nuova, inclusiva, moderna le comunità e i grandi temi che le attraversano come la povertà educativa, la globalizzazione, il cambiamento climatico, le discriminazioni, la parità di genere, l’accessibilità, il digital divide, la sostenibilità ambientale.
Marco D’Isanto
L’articolo "Partenariato speciale pubblico privato per la cultura: ecco le nuove linee guida" è apparso per la prima volta su Artribune®.