Parcheggi occupati, l’aeroporto di Bari trasformato in un cimitero di auto abbandonate

  • Postato il 15 settembre 2025
  • Curiosità
  • Di Virgilio.it
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Tra gli stalli silenziosi dell’aeroporto di Bari si nasconde una zona più somigliante a una discarica d’acciaio che a un parcheggio: Alfa 164, Twingo, vecchie Mercedes, tutte lasciate lì a marcire, prive di un proprietario e una dignità. Lamiere dimenticate, erose dal tempo, testimoniano viaggi interrotti e ritorni mai avvenuti, come racconta La Gazzetta del Mezzogiorno.

Premesso che non si tratta di un caso isolato, l’effetto è ancora più straniante perché accade accanto a uno degli scali principali del Sud. Il parcheggio – formalmente sotto concessione e non gestito direttamente da Aeroporti di Puglia – ospita una collezione involontaria di vetture dimenticate da anni, tra cui modelli storici del passato su quattro ruote.

Vecchie glorie e relitti

In prima fila troviamo una Alfa Romeo 164, simbolo della borghesia italiana anni ’90 usata perfino dalla polizia di Taipei, una Renault Twingo prima serie, regina urbana dei primi Duemila oggi ridotta a carcassa sbiadita, una Golf, una Mercedes station wagon e la lista potrebbe andare avanti a lungo. Alcune targhe sono italiane, altre straniere, segno che i proprietari potrebbero essere partiti e mai tornati, ma dove sono finiti? Qualcuno forse ha detto addio all’Italia, una parte potrebbe essere morta o semplicemente essersene dimenticata.

I veicoli ritratti nelle immagini diffuse sui social portano impressa una storia, magari drammatica, forse banale, comunque sia la sostanza rimane immutata, quella di uno spazio invaso da relitti occupanti spazio inutilmente, rei di danneggiare l’immagine dell’aeroporto e sollevare interrogativi sulla gestione di situazioni del genere.

Un problema anche burocratico

Rimuovere un’auto abbandonata non è semplice, serve infatti un iter amministrativo complesso, del resto se il proprietario è deceduto la legge permette il passaggio in eredità fino alla settima generazione, pertanto per avviare la demolizione occorre il consenso di tutti gli eredi, un compito spesso impossibile. In certe occasioni, è richiesta una procedura di rinuncia alla proprietà o una dichiarazione d’abbandono, che richiede tempo e risorse.

Di conseguenza, vuoi per la ruggine o per gli agenti atmosferici, è diventata purtroppo radicata la pratica dell’abbondano di  vetture malridotte, ormai ridotte a semplici fantasmi. Tra la ruggine dilagante e i vetri opacizzanti, gli amanti del vintage proveranno un colpo al cuore, eppure rimangono lì, a suscitare la curiosità di passanti o viaggiatori in cerca di un posto libero.

Lo stato di degrado registrato a Bari porta alla mente pure la storia della Mercedes 190 inghiottita in un cantiere a Sacile, parcheggiata da due anni e mai reclamata da nessuno. Anche lì, la burocrazia ha bloccato qualsiasi intervento e, se volessimo scavare ulteriormente a fondo, noteremmo come lungo la penisola italica episodi del genere siano quasi ordinari, con una moltitudine di parcheggi, sia pubblici sia privati, riempiti di vetture d’epoca e relitti moderni, lasciati marcire senza che nessuno possa (o voglia) toccarli.

Finché mancherà un intervento normativo, questi cimiteri a cielo aperto sono destinati a crescere, un museo involontario della mobilità perduta, e mentre i viaggiatori fanno i conti con parcheggi sempre più pieni e tariffe in aumento, scheletri d’acciaio continuano a occupare spazio e memoria, in attesa di una decisione definitiva sulla loro sorte.

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Virgilio.it

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