Paraplegici tornano a camminare grazie a un neurostimolatore

  • Postato il 14 gennaio 2025
  • Milano
  • Di Panorama
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Paraplegici tornano a camminare grazie a un neurostimolatore



E' la prima volta al mondo, ed è successo in Italia. Un team di medici e ricercatori dell'IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, dell'Università Vita-Salute UniSR, e di bioingegneri della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa ha appena pubblicato su "Science Translational Medicine" uno studio che dimostra come, grazie all'impianto di un neurostimolatore midollare (dispositivo già in uso nella terapia del dolore), due pazienti con lesioni al midollo spinale abbiano ricominciato a camminare. Entrambi i pazienti avevano una lesione traumatica del midollo e hanno effettuato il lungo percorso riabilitativo presso il reparto dell'ospedale San Raffaele diretto dal dottor Sandro Iannaccone: entrambi hanno mostrato miglioramenti molto rilevanti, e uno dei due pazienti è addirittura riuscito a percorrere 175 metri senza stimolazione attiva. Facile immaginare l'importanza della notizia: il protocollo innovativo di stimolazione elettrica epidurale ad alta frequenza combinata con la riabilitazione ha raggiunto l'obiettivo di migliorare significativamente la forza muscolare, la deambulazione e il controllo motorio dei malati. Il protocollo di stimolazione applicato ha inoltre ridotto i riflessi patologici e le contrazioni muscolari involontarie alla base della spasticità muscolare, favorendo movimenti più fluidi e naturali.

«Il midollo spinale è naturalmente iperreattivo agli stimoli, il che è necessario per favorire i normali riflessi rapidi. Questa iperreattività è solitamente bilanciata dal cervello, che inibisce i circuiti motori quando non è richiesta la loro attivazione. Tuttavia, nel caso di lesione al midollo spinale, il paziente perde i messaggi inibitori provenienti dal cervello che regolano l’iperreattività spinale » spiega Simone Romeni, primo autore dello studio e ricercatore presso Ecole Polytechnique Federale di Losanna (EPFL) e l’IRCCS Ospedale San Raffaele «Crediamo dunque che la stimolazione a frequenze dell’ordine dei kiloHertz (ben maggiore di quelle utilizzate in precedenti studi), applicata nel nostro protocollo, interferisca con questa iperattività spinale patologica, inibendone la trasmissione ai muscoli e riducendo di conseguenza gli spasmi».

Neurostimolatore Schema dell'intervento Ospedale San Raffaele


I primi due pazienti hanno aperto la strada per il futuro e dato speranza a molti altri malati. «Ad oggi i pazienti trattati con il neurostimolatore sono otto» aggiunge Pietro Mortini, Ordinario di Neurochirurgia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele (UniSR) e primario di Neurochirurgia all’IRCCS Ospedale San Raffaele e anche lui coordinatore dello studio. «Questa è una procedura chirurgica sicura ed efficace che offre una nuova prospettiva nel trattamento dei pazienti con gravi danni al midollo spinale. La combinazione di tecnologie avanzate e approcci personalizzati alla riabilitazione offre nuove prospettive per il recupero motorio, rivoluzionando il trattamento delle lesioni spinali, riducendo gli effetti collaterali associati alle terapie farmacologiche e chirurgiche attualmente disponibili»,


Neurostimolatore, Mortini Professor Pietro Mortini Ospedale San Raffaele

Si attendono adesso i prossimi passi, che includeranno ulteriori studi clinici su un numero maggiore di pazienti per confermare questi risultati preliminari. «Stiamo pianificando di estendere le indicazioni a diverse condizioni cliniche che definiremo nei prossimi mesi» conclude Mortini. «Siamo all’inizio di una nuova, promettente era per la neuroriabilitazione motoria. Vogliamo in particolare esprimere la nostra profonda gratitudine ai pazienti che hanno avuto fiducia in noi».

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Panorama

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