Paramount vuole licenziare 35 persone in Italia: via quasi un terzo dei dipendenti
- Postato il 14 novembre 2025
- Lavoro
- Di Il Fatto Quotidiano
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Arriva a Milano l’onda lunga dell’efficientamento globale deciso da Paramount dopo la fusione con Skydance benedetta da Donald Trump. Il broadcaster aveva annunciato a fine ottobre una prima tranche di 1.000 licenziamenti alla quale ne seguirà un’altra identica. Si era immaginato che questa fase avrebbe riguardato solo il comparto statunitense, invece Paramount Italia ha avviato, lo scorso 4 novembre, la procedura di esubero per 35 persone – trenta impiegati e cinque dirigenti – su 115 dipendenti della sede milanese. “È la prima volta che l’azienda opera un taglio così consistente”, denunciano i sindacati.
Lavoratrici e lavoratori della divisione italiana – che controlla la piattaforma in streaming pay Paramount+, PlutoTv, il canale in chiaro Super!, nonché i canali Comedy central, Mtv e Nickelodeon – hanno espresso profonda “preoccupazione” per l’esito del primo incontro tra la direzione aziendale e i sindacati Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom. Nonostante le sollecitazioni, infatti, l’azienda guidata da Andrea Carrozzo ha dichiarato che la scelta degli esuberi sarebbe il risultato di una “analisi preventiva accurata” e ha escluso ogni margine di revisione.
È così scattato lo stato di agitazione e la consegna alla rappresentanza sindacale di tre giornate di sciopero. Il prossimo incontro con la direzione di Paramount Italia è previsto il 24 novembre e Slc Cgil si augura che l’azienda “mostri un cambio di atteggiamento, aprendo finalmente a un confronto costruttivo per salvaguardare l’occupazione e la professionalità di un gruppo di lavoratrici e lavoratori che, da anni, contribuisce con competenza e passione alla produzione culturale e audiovisiva del Paese”.
La richiesta dei sindacati è tutta incentrata, spiega Paolo Zanetti Polzi della Slc Cgil Milano, verso la “riduzione dell’impatto nel tentativo di evitare i licenziamenti, privilegiando gli incentivi all’esodo e i prepensionamenti, nonché favorendo il ricollocamento interno”. L’amministratore delegato di Paramount David Ellison, figlio di uno dei più fervidi sostenitori di Trump, aveva spiegato subito dopo l’annuncio dei 2.000 tagli globali che si sarebbero concentrati “sull’eliminazione di posti di lavoro in esubero o sulla graduale eliminazione di posizioni non in linea con le mutevoli priorità” dell’azienda.
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