Paragon, il precedente dello scandalo Pegasus
- Postato il 6 febbraio 2025
- Di Agi.it
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Paragon, il precedente dello scandalo Pegasus
AGI - Il caso che si è creato intorno al presunto abuso nell'utilizzo dello spyware Graphyte della società israeliana Paragon ricorda molto lo scandalo innescato da Pegasus, il sistema sviluppato da Nso e impiegato nel 2021 per carpire i segreti della politica e del giornalismo mondiali. Pegasus non è uno spyware e non è nemmeno un malware, ma un software costruito con l'obiettivo di penetrare in un dispositivo e raccogliere ogni informazione.
Ottenuti i privilegi di amministratore usando delle vulnerabilità - ad esempio - degli smartphone o delle backdoor che i produttori avevano pensato per altre funzioni, Pegasus può impossessarsi dei dati senza essere rilevato da un antivirus, senza limiti di accesso al sistema persino lì dove custodite le chiavi di cifratura.
Secondo un'indagine che ha riguardato 50.000 utenze telefoniche divenute pubbliche e oggetto di potenziale sorveglianza - tra cui quelle di capi di stato, attivisti, giornalisti e i familiari di Jamal Khashoggi - Pegasus è usato per facilitare violazioni dei diritti umani a livello globale e su scala massiccia. Il "Pegasus Project" varato da Amnesty International ha rivelato come il software sia stato "un'arma a disposizione dei governi repressivi che volevano ridurre al silenzio i giornalisti, attaccare gli attivisti e stroncare il dissenso, mettendo a rischio innumerevoli vite umane" approfittando della carenza di regolamentazione. NSO Group ha definito le accuse "false e basate su ipotesi errate e teorie non avvalorate", ribadendo che è impegnata in "una missione per salvare vite umane".
Dai dati resi pubblici attraverso le sue indagini, clienti della Nso sono stati trovati in 11 stati: Arabia Saudita, Azerbaigian, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, India, Kazakistan, Marocco, Messico, Ruanda, Togo e Ungheria e sono emerse prove secondo le quali la famiglia del giornalista saudita Jamal Khashoggi è stata presa di mira con Pegasus prima e dopo la sua uccisione. Sono stati individuati almeno 180 giornalisti in 20 stati - tra cui Azerbaigian, India, Marocco e Ungheria - potenziali bersagli di Pegasus tra il 2016 e giugno 2021.
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