Papa Francesco, sabato i funerali: ci saranno Zelensky e Trump, non Putin. Attese oltre 200mila persone a Roma
- Postato il 22 aprile 2025
- Cronaca
- Di Il Fatto Quotidiano
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Dal principe William d’Inghilterra alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, dal presidente francese Emmanuel Macron a quello argentino Javier Milei. Reali, capi di Stato e di governo da tutto il mondo sono attesi sabato a Roma per i funerali di Papa Francesco, un maxi-evento a cui, secondo le autorità, parteciperanno oltre duecentomila persone e circa 170 delegazioni straniere. Ci saranno, soprattutto, Donald Trump e Volodymyr Zelensky, protagonisti delle difficilissime trattative per la pace tra Kiev e Mosca. Zelensky ha proposto che proprio il Vaticano sia teatro di un nuovo colloquio tra i due, dopo quello – dall’esito disastroso – del 28 febbraio alla Casa Bianca, finito con il presidente Usa ad aggredire in diretta tv l’omologo ucraino. Alle esequie del pontefice non ci sarà invece Vladimir Putin: il capo del Cremlino “non ha intenzione di partecipare”, ha detto il suo portavoce Dmitry Peskov. Recandosi in Italia, in teoria, Putin dovrebbe essere arrestato per effetto del mandato emesso nei suoi confronti a marzo 2023 dalla Corte penale internazionale.
In attesa del funerale, la salma di Bergoglio sarà trasferita mercoledì mattina dalla cappella di casa Santa Marta – residenza del pontefice durante il suo mandato – alla basilica di san Pietro, dove i fedeli potranno renderle omaggio a partire dalle 11. A San Pietro i pellegrinaggi per il Giubileo si fermeranno dunque fino al 26 aprile, mentre resteranno consentiti nelle altre tre basiliche papai (San Giovanni in Laterano, a Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le mura). Martedì il Consiglio dei ministri ha fissato in cinque giorni la durata del lutto nazionale per la morte del Papa, che quindi andrà a sovrapporsi alle celebrazioni per gli ottant’anni dalla Liberazione. Rispondendo ai cronisti (video) il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci ha detto che le cerimonie per il 25 aprile dovranno tenersi “con sobrietà”: parole contestate dall’Associazione nazionale ex deportati, con il presidente Dario Venegoni a definirle “scandalose” e “sfacciate”. Lo stesso concetto però è stato ribadito da un comunicato ufficiale di palazzo Chigi, che ha invitato “a svolgere tutte le manifestazioni pubbliche in modo sobrio e consono alla circostanza”.
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