Papa Francesco, la commemorazione della politica in Aula. Conte e Schlein: “Ipocrisia, suoi appelli mai ascoltati”
- Postato il 23 aprile 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Un faro spirituale, un esempio e una guida per il futuro. Sono questi i punti chiave che hanno accomunato quasi tutti gli interventi dei parlamentari e del governo nella commemorazione di Papa Francesco a Montecitorio. In Aula si ripete quanto già visto nei giorni scorsi. Frasi di cordoglioe e di ricordo per celebrare la figura del Pontefice, morto lunedì scorso, con tanto di intervento finale di Giorgia Meloni che elogia l’impegno di Papa Francesco per la pace, senza evidenziare come fosse molto distante dalle posizioni del suo stesso governo, dalla corsa al riarmo alla guerra di Israele nella Striscia di Gaza fino alla gestione dei migranti. Una serie di dichiarazioni degli esponenti politici che il leader del Movimento 5 stelle definisce uno “scomposto teatro dell’ipocrisia dei vaniloqui“. Giuseppe Conte ed Elly Schlein puntano, infatti, il dito sui tanti appelli del Papa – idee forti su pace, ambiente e migranti – ignorati. E che in queste giorni di cordoglio vengono quasi cancellati dai ricordi tracciati da esponenti di quasi tutti i partiti.
Meloni: “Non ha smesso di invocare la pace” – La presidente del Consiglio ha così ricordato che il Pontefice “non ha smesso di invocare la fine delle guerre, dalla martoriata Ucraina al Medio Oriente” e lo ha fatto “anche quando sapeva che alcuni avrebbero potuto non capire e che le sue parole potevano essere travisate e strumentalizzate“. Un chiaro riferimento a chi ha accusato il Papa di essere ‘filoputiniano’ o ‘antisemita’. Appelli che per Meloni sono un “ulteriore monito alla responsabilità“. Così come il presidente del Senato: “La sua attenzione verso gli ultimi, verso i più fragili, e verso gli emarginati, ha superato le diversità religiose e spirituali ed è diventata una continua esortazione ai leader del mondo a lavorare insieme per la pace, il bene comune e il rispetto della dignità di ogni persona”, ha detto Ignazio La Russa.
Schlein: “Non merita ipocrisia di chi deporta i migranti” – Ci hanno pensato però alcuni partiti di opposizione a ricordare il distacco tra i moniti di Francesco e le azioni del governo. La scomparsa di Bergoglio “merita tutto il nostro cordoglio e il nostro ricordo ma non merita l’ipocrisia di chi non ha mai dato ascolto ai suoi appelli e oggi cerca di seppellire il suo potente messaggio, di chi deporta i migranti, toglie i soldi ai poveri, nega l’emergenza climatica e nega le cure a chi non se le può permettere”, ha sottolineato la segretaria del Pd, Elly Schlein.
Conte: “Su Gaza parole coraggiose in mezzo a ignavia” – “Nello scomposto teatro dell’ipocrisia dei vaniloqui, le celebrazioni coinvolgono anche chi ha continuato a ignorare i suoi messaggi di dolore per le ingiustizie nel mondo, i suoi moniti contro le parole di odio e la logica della guerra“, ha rimarcato il leader M5s Giuseppe Conte che ha ricordato l’ultima benedizione del Papa contro la “corsa al riarmo”. Ma anche la sua posizione sul confitto a Gaza con Francesco che “ha avuto parole coraggiose non scontate in mezzo a tanta ignavia”. Per Conte, Papa Francesco “si è sempre e tenacemente schierato contro ogni guerra, contro i signori delle armi, a favore di tutte le vittime dei conflitti. La guerra è sempre una sconfitta, ci ammoniva. E ancora, non si ceda alla logica delle armi e del riarmo, la pace non si costruisce mai con le armi ma tenendo le mani, aprendo i cuori”, ha concluso.
Renzi attacca i “farisei” – Se i sedicenti moderati come Matteo Renzi e Antonio Tajani è partita la gara ad annacquare la radicalità del pontefice, normalizzandone il suo operato, nell’aula della Camera c’è pure Maurizio Lupi che ritiene “superfluo discutere” se il Pontefice “sia stato progressista o conservatore”. Poi c’è anche chi come Maurizio Gasparri arriva ad accusare di “ipocrisie” di chi cita sempre Francesco ma “non ha mai seguito il percorso della fede“. Riferimento esplicito alle posizioni del Papa sull’aborto. Infine lo stesso Renzi che si scaglia contri i “farisei” che “piangono” e “si commuovono per il Papa” senza ricordare il “grido di dolore che ci ha lasciato sui lager per migranti“.
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