Papa Francesco e quei segni sul volto che scatenano i sospetti

  • Postato il 23 aprile 2025
  • Di Panorama
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Nell’ultima apparizione pubblica di Papa Francesco, durante la celebrazione della Santa Pasqua del 20 aprile 2025, molti fedeli hanno notato un cambiamento evidente nel volto del Pontefice. Un’espressione stanca, scavata, segnata da una sofferenza profonda, che andava oltre la semplice fatica. A posteriori, queste immagini hanno assunto un significato ancora più forte: appena ventiquattr’ore dopo, alle 7 del mattino del 21 aprile, Papa Francesco veniva colpito da un ictus emorragico che ne ha causato la morte.

Tra le osservazioni cliniche emerse, alcuni hanno richiamato il concetto di facies hippocratica – un termine medico antico che descrive l’aspetto del volto nei momenti prossimi alla morte o in condizioni di estrema debilitazione. Occhi infossati, tempie scavate, naso affilato, pelle fredda e tirata: tratti che delineano un volto sofferente, come descritto per la prima volta da Ippocrate nel suo trattato Prognostico. Sebbene non rappresenti una diagnosi certa, la facies è un segno clinico che, nel contesto di uno stato critico, può preludere a un esito fatale.

Le immagini del volto provato del Papa, diffuse il giorno di Pasqua, hanno commosso e allarmato il mondo intero. Ora, alla luce della sua scomparsa, sembrano raccontare un messaggio silenzioso ma potente: il corpo del Pontefice già portava i segni della sua prossima fine.

I complotti sulla morte del Papa

Come spesso accade di fronte alla morte di figure pubbliche di rilievo, anche la scomparsa di Papa Francesco non è sfuggita alla spirale delle teorie complottiste. Dalla lunga degenza al Policlinico Gemelli fino all’annuncio ufficiale della morte, ogni fase è stata accompagnata da illazioni, dubbi e ipotesi fantasiose che si sono rapidamente diffuse sui social.

“Quando è morto davvero? Perché proprio oggi?” sono alcune delle domande che alimentano una narrazione alternativa, scollegata dai fatti, ma capace di far presa sull’immaginario collettivo. Uno dei filoni più seguiti suggerisce che la morte del Pontefice fosse programmata, o quanto meno tenuta nascosta per giorni, con l’obiettivo di orchestrare in segreto la successione e controllare la comunicazione. Non manca chi insinua che la data del decesso, il Lunedì dell’Angelo, sia stata scelta per il suo alto valore simbolico per la Chiesa.

Accanto a queste speculazioni, resiste un classico delle teorie del complotto: il presunto uso di sosia. Secondo questa narrazione, Francesco sarebbe morto settimane fa e sarebbe stato sostituito in pubblico da un doppio, fino al momento ritenuto “opportuno” per l’annuncio ufficiale. Una strategia, si sostiene, per evitare il caos e “apparecchiare” con ordine il prossimo conclave.

Teorie che, pur prive di riscontri concreti, trovano terreno fertile in una rete spesso dominata più dalla suggestione che dall’informazione verificata. Ma al di là delle congetture, resta l’immagine di un Papa fragile, umano, che fino all’ultimo ha scelto di mostrarsi al mondo così com’era: sofferente, stanco, segnato, ma con la voglia di dare il suo ultimo saluto ai fedeli.

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Panorama

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