Papa Francesco: chi dopo di lui? Come sarà il futuro vescovo di Roma?

  • Postato il 22 aprile 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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Il Papa semplice non c’è più. Roma come il resto del mondo piange, ma le lacrime della sua “seconda città” sono diverse perché qui Bergoglio aveva dimostrato come si può essere umili e al tempo stesso difendere la pace a tutti i costi.

Se camminavi ieri per le strade della Capitale sentivi quel senso di vuoto che ti attanaglia quando non hai più il tuo custode spirituale accanto.

Da Trastevere a Testaccio, dai Parioli all’Aventino, il dolore era lo stesso, perché Francesco aveva insegnato agli uomini che non ci sono ricchi e poveri, ma solo persone giuste.

La stessa tristezza, la stessa desolazione anche nelle periferie romane, in quelle “spesso abbandonate” nelle quali il Pontefice si recava per portare il suo conforto.

Roma senza Papa

folla a san pietro, Papa Francesco: chi dopo di lui? Come sarà il futuro vescovo di Roma?
Papa Francesco: chi dopo di lui? Come sarà il futuro vescovo di Roma? (foto Ansa-Blitzquotidiano)

“Senza di lui Roma non sarà più la stessa”, continuava ieri a ripetere un prete di Centocelle che aveva le lacrime agli occhi ed aveva tra le mani un rosario.

No, questo è un futuro che l’Urbe, la Capitale della Chiesa dovrà difendere a tutti i costi perché in questo lembo di terra Lui aveva forse passato gli anni più difficili, ma anche più o indimenticabili della sua vita terrena.

Quando andava a far visita in quelle parrocchie che vivevano a stenti per mancanza di soldi, Francesco intuiva le sofferenze di quei sacerdoti e di quei fedeli che temevano che il loro tempio venisse chiuso.

Oggi Roma è divisa tra il dolore e l’ansia di sapere chi sarà il successore di un Santo Padre che aveva rivoluzionato il mondo cattolico.

Sarà italiano?

Non sappiamo se in questi momenti così diversi si può pronunciare la parola tifo, un sostantivo di chi ama lo sport; ma non c’è dubbio che le speranze sono perché il prossimo papa sia un italiano.

Ma chiunque sarà, Roma dovrà inchinarsi al suo valore ed al suo credo. Non si può dimenticare però quanto lui amasse questa gente e questa città che gli aveva voluto bene fin da quando, appena nominato, si presentò alla folla accorsa a San Pietro con un semplice “Buona sera”, come se avesse avuto con quei cattolici un appuntamento fissato la mattina per quella sera.

Molti ricordano la visita che volle fare al Messaggero, il giornale di via del Tritone, che i romani prendono d’esempio. Alla fine dell’incontro coni giornalisti e il direttore disse con quella voce suadente :“Io leggo spesso soltanto il vostro quotidiano”. Scoppiò l’applauso. Quelle poche parole volevano significare quanto il papa fosse vicino alla città che lo amava profondamente e che riteneva “suo”.

Ora, Roma sarà invasa da centinaia di migliaia di cattolici (e non) che vorranno dare l’ultimo saluto a Francesco. Ci rivolgiamo a lei, sindaco Gualtieri: rendiamo sempre più bella in questi giorni la città in cui vive il Vaticano.

Una volta, tanti anni, fa ero a Washington per lavoro e andando in un piccolo museo, trovai una stanza riservata ai ricordi dei cattolici. C’era un semplice plastico che raffigurava piazza di San Pietro, il Colonnato. Un signore che non sapeva io fossi un italiano abitante a Roma mi disse: “Questo è il luogo dove vive il Padre di tutto il mondo, lo osservi bene”. Come non sentirsi orgogliosi: ecco perché dobbiamo mostrare ai fedeli che verranno a Roma quanto sia bella, suggestiva, ma anche ordinata la città fondata da Romolo e Remo.

“Mi sento indifeso”, sosteneva ieri un uomo con i capelli bianchi che era salito subito su un treno diretto alla stazione Termini appena aveva saputo della morte di Francesco.

Non deve essere questo lo stato d’animo che porta alla sofferenza. Dobbiamo continuare ad essere quella folla che ritiene Roma un “punto di riferimento”, come spesso ripeteva il pontefice. Qualche politico più furbo degli altri ha tentato in questi anni di pontificato di “impossessarsi” del religioso che aveva rivoluzionato il mondo cattolico. Ha perso quel politicante da quattro soldi, perché il Papa ha sempre dimostrato di essere tra il progressismo e la tradizione. “Dobbiamo aiutare gli ultimi”, ripeteva spesso.

Ma aggiungeva pure che “l’aborto lo si doveva considerare un omicidio”. Lottava contro le ingiustizie, però non dimenticava chi seguisse il Vangelo ed era solo dalla parte degli abbandonati, anche se ricchissimi. Roma dovrà pregare oggi di avere domani un pontefice come Francesco.

 

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Blitz

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