Paolo Zanarella si prepara a incantare Sangineto: «La musica è un gioco che deve generare meraviglia»

  • Postato il 22 agosto 2025
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Paolo Zanarella si prepara a incantare Sangineto: «La musica è un gioco che deve generare meraviglia»

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Paolo Zanarella si prepara a incantare il pubblico nel giardino sul mare dell’Hotel delle Stelle a Sangineto: «La musica è un gioco che deve generare meraviglia». L’intervista, prima del concerto, al “pianista fuori posto” per entrare nel suo universo sonoro, dove ogni nota diventa sorpresa e stupore.


SANGINETO (COSENZA) – C’è chi immagina il pianoforte in teatro, al centro di un palco, circondato da velluti e platee silenziose. C’è chi lo porta nelle piazze, tra la gente. E poi c’è chi, come Paolo Zanarella, ha deciso di ribaltare gli schemi: il suo pianoforte vola in alta quota, danza sulle onde del mare o sul Canal Grande di Venezia, in un palcoscenico sospeso tra sogno e realtà. È per questo che tutti lo conoscono come il “pianista fuori posto”. Zanarella sarà il protagonista del Concerto solidale dell’estate 2025 promosso dalla Fondazione Lilli Funaro, in programma questa sera, 22 agosto (ore 22), nel suggestivo giardino sul mare dell’Hotel delle Stelle a Sangineto.

L’appuntamento, che rientra nel progetto “Suoni sospesi” curato da Piano B, segue il successo del concerto “Tutto cresce e se ne va. Intorno a Pino Daniele”, tenutosi lo scorso giugno nel Duomo di Cosenza. L’incasso sarà interamente destinato alle attività solidali e scientifiche della Fondazione. Abbiamo intervistato Paolo Zanarella per scoprire il suo universo sonoro fatto di sorprese e meraviglia.

Maestro Paolo Zanarella, come nasce l’idea di portare un pianoforte in luoghi così insoliti?

«Se non facciamo qualcosa di diverso, la musica si spegne nei teatri semivuoti. Ho pensato di portarla là dove la gente vive, nei luoghi più inconsueti. È lì che accade la meraviglia».

Qual è stato il luogo più sorprendente in cui ha suonato?

«In alta quota, a Cortina, o sospeso sul mare: quelle sono le esperienze più suggestive».

Ci racconta un aneddoto dal suo “backstage fuori posto”?

«Quando una persona cammina su un sentiero di montagna e all’improvviso trova un pianoforte, resta senza parole. Il mio modo di propormi è sempre quello di sorprendere. Per me è un gioco che deve generare meraviglia».

Al concerto di Sangineto proporrà evergreen e grandi classici. Come sceglie i brani da eseguire?

«Ho due formule: eseguire le mie composizioni e rivisitare, con uno stile classicheggiante, la musica degli ultimi cinquant’anni. Mi affido al gusto del pubblico: da “My Way” a “Nessun dorma”, passando per Battiato con “La cura”. La gente ama gli evergreen».

E tra le sue composizioni?

«Il brano più apprezzato resta “L’amour”, scritto 25 anni fa. Un brano che continua a darmi grandi soddisfazioni. Non sono figlio della radio o della tv: spesso, la gente scopre la mia musica durante i miei concerti».

Quanto spazio lascia all’improvvisazione?

«Molto. Da un brano all’altro non mi fermo mai: improvviso passaggi armonici, non preparo troppo altrimenti non mi diverto. E la musica, per me, deve essere soprattutto divertimento».

Cosa può aspettarsi il pubblico da questa serata?

«Un pianoforte che vola e fa volare le persone con la fantasia. Il pubblico rimane sempre estasiato, perché trova brani che non si aspetta, proposti in maniera alternativa».

Il concerto è promosso dalla Fondazione Lilli Funaro: quanto è importante legare la sua musica a un messaggio di solidarietà?

«Significa dare più senso a ciò che faccio. Quanto più aiutiamo gli altri, tanto più la nostra vita acquista valore».

Un sogno “fuori posto” che vorrebbe realizzare?

«Sogno che sempre più persone possano conoscere questa esperienza artistica e “circense” che porto avanti da 15 anni».

Qual è stata la sfida più difficile?

«Volare sul Canal Grande a Venezia: una zattera enorme, una gru gigantesca, autorizzazioni complicate. Ancora oggi mi chiedo come sia stato possibile. La cosa bella è che riesco a vincere sempre tutte le sfide».

Un ricordo che rivive con emozione?

«Ciò che mi emoziona sempre è lo sguardo dei bambini: rimangono incantati di fronte a questo spettacolo. Hanno la capacità straordinaria di fermare il tempo e le persone attorno a loro. Mentre i genitori spesso hanno fretta, loro invece desiderano osservare, curiosare, capire. Ed è in quegli occhi che ritrovo il senso più profondo di ciò che faccio: perché i bambini sono il futuro».

Guardando avanti, il futuro sarà sempre “fuori posto”?

«Certo! Suonerò in giro per l’Italia. A Benevento, aggancerò sotto il mio pianoforte, a 15 metri di altezza, una ragazza che fa danza acrobatica. Sarà uno spettacolo nello spettacolo».

Come nascono queste idee?

«Sulla strada, nella quotidianità. È la vita che ti dà gli spunti e ti offre tutte le occasioni per sfruttare al meglio la tua fantasia».

Se potesse scegliere un luogo inesplorato in cui portare il suo pianoforte, quale sarebbe e perché?

«Potrebbe essere una grotta. Mi piacerebbe vedere l’effetto negli occhi di chi, entrando nel posto più nascosto del mondo, si trova davanti un pianoforte».

Se dovesse raccontare il suo concerto in tre parole?

«Vivi, ama, sogna. Il mio desiderio è che l’umanità si avvicini sempre di più a una musica che porti luce e nutrimento interiore. Per me fare musica significa offrire un’esperienza di vibrazione positiva. Oggi, purtroppo, non sempre la musica trasmette questo. Ecco perché il mio messaggio è chiaro: ascoltate melodie che vi aiutino a crescere, che vi facciano stare bene, e non quelle che vi trascinano indietro».

Maestro Paolo Zanarella, quale consiglio vorrebbe dare ai giovani che desiderano percorrere questa strada nel mondo della musica ed entrare nel cuore della gente?

«Credere in sé stessi e avere coraggio. Tutti sognano, ma pochi fanno il passo successivo. Se lo vuoi davvero, ce la fai. Ma devi volerlo fino in fondo. Il segreto è tutto lì: ci vuole coraggio, e basta».

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