“Pannunzio liberale”, ecco l’ultimo libro di Quaglieni: “Anche oggi c’è bisogno di dialogo condiviso”

  • Postato il 22 marzo 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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Pier Franco Quaglieni

Torino. Sarà presto in libreria “Pannunzio liberale. Tutto l’oro del “Mondo”?”, edito da Pedrini, opera di Pier Franco Quaglieni di 206 pagine. Un altro sforzo del professor Quaglieni, nell’ambito del giornalismo e della cultura, proprio alla vigilia della ripresa dell’attività del Centro Pannunzio, di cui da pochi mesi è presidente, anche grazie alla sezione attiva in Liguria e in modo particolare sulla Riviera di Ponente.

Prof. Quaglieni, che cosa rappresenta questo titolo?

“Indica un tentativo di trarre un bilancio in chiave critica, se non proprio storica, di una pagina culturale, giornalistica e civile del ‘900, quella di Mario Pannunzio fondatore del più importante settimanale di cultura del secondo Novecento. Pannunzio è stato spesso elogiato o criticato in modo non equanime perché c’è stata una corsa ad appropriarsi del suo nome. Io ho raccolto in tanti anni di ricerca tutte le testimonianze possibili; sono oltre 80: dal cardinale Ravasi a Piero Angela e a Bobbio, Montanelli, Renzo de Felice, Rosario Romeo, Oriana Fallaci, Missoni, Scelba, Violante, Barzini e tanti altri. Nomi di diverso orientamento politico, che hanno riconosciuto il valore di una cultura liberale mai identificata in un solo schieramento settario, ma sempre collegata a valori democratici condivisi. Una cultura del dialogo condiviso di cui c’è anche tanto bisogno oggi. Alcuni padri Costituenti, da Croce ad Einaudi, da Calamandrei a Valiani, hanno scritto sul ‘Mondo’. Lo fece anche Luigi Sturzo”.

E’ il suo quindicesimo libro dopo gli ultimi dedicati a Matteotti e a Mazzini, oltre a quelli che raccolgono i suoi scritti sulla storia italiana del ‘900 e sulle figure che l’hanno caratterizzata. Qual è il carattere della sua storiografia?

“Io ho seguito la lezione lontana di Federico Chabod e di Rosario Romeo che ho cercato di mantenere salda in quella indipendenza di giudizio che mi hanno insegnato anche maestri dell’Università di Genova come Bianca Montale e Raimondo Luraghi con cui sono stato molto amico”.

Quali sono stati i collaboratori liguri del “Mondo” di Pannunzio?

“Citerei in primis due grandi poeti, Eugenio Montale e Camillo Sbarbaro, ma anche Soldati e Calvino, Lagorio e Levi, che tanto amava la sua casa alassina. Chi più ha sentito il valore di quella lezione è stato Antonio Ricci non a caso uno dei primi insigniti del Premio ‘Pannunzio’. Altri amici e sostenitori di Pannunzio furono il presidente Sandro Pertini e il giurista e ministro socialdemocratico Paolo Rossi. Anche l’avvocato Cosimo Costa fu un lettore fedele del ‘Mondo'”.

Quando presenterà il nuovo libro in Liguria?

Ho già molti inviti a partire da quello graditissimo dell’amico Nicola Nante a cui mi lega una solidale amicizia rafforzata da profondi valori storici condivisi. Nel giardino della sua clinica trovo il luogo ideale per parlare di cultura insieme a tanti amici albenganesi. Un grande e coltissimo lettore del ‘Mondo’ dei miei libri fu il bibliotecario storico di Albenga Aldo Ghidetti: mi mancano le conversazioni con lui sotto le Torri. Era un raffinato intellettuale che scriveva a Pannunzio e ne riceveva risposta. Anche in Liguria, come dicevo, ci sono stati tanti lettori del ‘Mondo’. Camillo Sbarbaro ne fu collaboratore, ma anche lettore appassionato: era il segretario dell’associazione ligure degli Amici del ‘Mondo’ che dal 1968 si trasformò nel Centro Pannunzio che scelse da decenni di avere un’attiva sezione in Liguria. Quest’anno ricorderemo Montale a cent’anni dalla pubblicazione degli ‘Ossi di seppia'”.

Autore
Il Vostro Giornale

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