Pancalli: “Sarà come gettare un seme per il futuro dell’Italia”
- Postato il 8 marzo 2025
- Di Il Foglio
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Pancalli: “Sarà come gettare un seme per il futuro dell’Italia”
One year to go. Siamo entrati ufficialmente nell’anno paralimpico. Il 6 marzo 2026 l’Arena di Verona farà risplendere il braciere paralimpico dando il via a Milano Cortina 2026. E sarà proprio lei uno dei simboli più significativi di questa Paralimpiade italiana. Stessa sede della cerimonia di Chiusura Olimpica, l’anfiteatro romano segnerà il continuum tra mondo olimpico e paralimpico. E dimostrerà al mondo che “se è possibile rendere accessibile un monumento di oltre duemila anni, allora è possibile farlo ovunque”, come ha sottolineato il presidente del Comitato paralimpico internazionale Andrew Parsons durante l’evento “One year to go” svoltosi a Milano.
A vent’anni da Torino 2006, i Giochi tornano in Italia. Una Paralimpiade diffusa, che vedrà le gare svilupparsi su tre luoghi principali: Milano, Cortina d’Ampezzo e la Val di Fiemme. In particolare la città meneghina sarà sede del para ice hockey, che si svolgerà presso il Palaitalia Santa Giulia di Milano, mentre para sci alpino, para snowboard e curling in carrozzina verranno disputati a Cortina. La Val di Fiemme infine farà da sfondo a sci di fondo e biathlon. Sei discipline che vedranno la partecipazione di 665 atleti e atlete provenienti da 50 Paesi e 79 medaglie d’oro d’assegnare (39 per gli uomini, 35 per le donne e 5 gare miste). Ad aprire le danze saranno le gare di curling in carrozzina, che inizieranno il 4 marzo, due giorni prima della cerimonia di apertura, con la competizione a squadre miste, che ha debuttato proprio alla Paralimpiade di Torino 2006, e il doppio misto, che sarà incluso per la prima volta nel programma dei Giochi.
Non saranno solo le gare a essere distribuite in diversi luoghi d’Italia, ma anche il villaggio olimpico. Gli atleti e le atlete infatti saranno divisi in tre villaggi che sorgeranno nelle tre aree di interesse: Milano, Cortina e Predazzo. Avere una Paralimpiade diffusa comporta anche delle responsabilità importanti in termini di organizzazione. “La sfida più grande è creare un evento accessibile, inclusivo sotto tutti i punti di vista, non solo per lo sport ma anche per l’accoglienza con la costruzione di infrastrutture che rimarranno ai territori per avere strutture più accessibili” ha dichiarato la ministra per le disabilità Alessandra Locatelli. Legacy, eredità, è la parola chiave. Come ribadito dal presidente del Comitato paralimpico italiano Luca Pancalli, “organizzare una Paralimpiade non significa solamente ospitare il più grande evento sportivo, ma allo stesso tempo gettare il seme per il futuro del movimento paralimpico e il futuro del paese ospitante”.
Eredità che non si traduce solo in termini di infrastrutture e turismo accessibile. Ma anche in termini culturali. Ed ecco che proprio a un anno dalla Paralimpiade viene presentata la versione italiana di “I’mPOSSIBLE”, il toolkit ufficiale educativo realizzato dal Comitato paralimpico internazionale dopo la Paralimpiade invernale di Sochi 2014. Quando, durante la cerimonia di chiusura, quel gigantesco tetris che raffigurava la parola “impossible” viene trasformato in “I’m Possible”. Un apostrofo che ribalta la percezione e abbatte ogni barriera o pregiudizio. “C’è qualcosa di intangibile che le Paralimpiadi attuano e che non può essere tradotta in numeri: una rivoluzione culturale. Abbiamo l’occasione di insegnare e diffondere una cultura paralimpica partendo dal coinvolgimento delle scuole. Milano Cortina sarà la consacrazione del movimento paralimpico italiano. I risultati sportivi e le parole degli atleti e delle atlete accenderanno i riflettori su una riflessione più ampia, oltre lo sport”, ha sottolineato Pancalli.
Lo sport che anticipa e migliora la società. Questo è il senso di una Paralimpiade. Quello della “rivoluzione silenziosa” di cui aveva parlato il presidente Parsons a Parigi 2024. “Milano Cortina sarà la versione invernale di quello che è stato Parigi. Lo sport annulla le barriere e permette di eccellere, e questo deve essere garantito in ogni area della società”, conclude Parsons. “Ci riusciremo trasformando la percezione del mondo. Perché il movimento paralimpico non è solo un movimento sportivo. È un movimento sociale”. Milano Cortina 2026 inizia così.