Palasport, fascicolo della Corte dei Conti sulla vendita e riacquisto da parte del Comune

  • Postato il 13 marzo 2025
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Genova. A poco più di un anno di distanza dall’annuncio dell’operazione e quando manca circa un mese al rogito per il passaggio di proprietà definitivo, la procura della Corte dei Conti della Liguria ha aperto un fascicolo di approfondimento sulla compravendita del palasport, venduto dal Comune di Genova a Cds Holding – la società che ha in mano la partita del Waterfront Levante – per 14,2 milioni di euro e poi riacquistato, dopo la ristrutturazione, a 23 milioni, valore certificato dall’agenzia del Demanio e da quella delle Entrate.

La notizia, riportata questa mattina dalle pagine del SecoloXIX, ha fatto trasecolare l’amministrazione comunale che nega di avere ricevuto comunicazione di un’indagine aperta da parte della procura contabile ed esclude, al momento, richieste di acquisizioni di atti o documenti da parte degli uffici.

Secondo indiscrezioni l’inchiesta potrebbe essere nata da un esposto presentato dall’opposizione in consiglio comunale – e in effetti molte erano state le polemiche sollevate dal centrosinistra sull’operazione immobiliare – ma non è escluso che la Corte dei Conti possa aver deciso di procedere d’ufficio, sulla base delle notizie di stampa uscite in questo ultimo anno. D’altronde dai partiti di opposizione, in queste ore, nessuno conferma di avere presentato denunce in merito.

La Corte dei Conti, come noto, si occupa di accertare se ci sia un uso legittimo di denaro pubblico. In questo caso si vuole appurare se le somme spese dal Comune con l’obiettivo di riprendere in mano pubblica l’impianto sportivo del Palasport – mentre i locali commerciali sono rimasti di proprietà di Cds – sia stato giustificato e se il saldo della cifra impiegata a fronte della compravendita (quasi 9 milioni) sia congrua, visto anche il valore dell’immobile raggiunto dopo la complessa ristrutturazione.

La struttura del Palasport era stata ceduta dal Comune di Genova nel luglio 2020 nell’ambito del progetto Waterfront Levante a Cds Holding, il gruppo retto da Massimo Moretti (lo stesso imprenditore che insieme a Genoa e Sampdoria è interessato a portare avanti il restyling dello stadio Ferraris). Con parte dei 14 milioni e 250 mila euro ricavati il Comune aveva potuto ripianare il debito monstre accumulato da Spim sull’area.

Gli edifici dell’area della Fiera, un tempo in carico all’autorità portuale, erano passati al Comune di Genova grazie a un emendamento presentato in parlamento dall’allora deputato Claudio Burlando. In sostanza si diceva che le strutture utilizzate per il G8, sebbene in area demaniale, potevano diventare di proprietà dell’amministrazione comunale. Cosa che, nel 2020, ha consentito la cessione del compendio ai privati. E poi, appunto, la riacquisizione su cui la Corte dei Conti porterà avanti i suoi accertamenti.

Ci sono alcuni passaggi della delibera di indirizzo per l’acquisizione dell’arena sportiva, presentata dalla giunta comunale e approvata dal consiglio nel febbraio 2024, che già al tempo erano stati pesantemente stigmatizzati dall’opposizione.

In particolare, il punto della delibera dove si dice che “l’investimento del Comune di Genova per l’acquisto, oltre a dimostrarsi economicamente sostenibile in quanto da non realizzarsi mediate indebitamento, nonché decisamente opportuno dal punto di vista della miglior attuazione delle strategie della civica amministrazione in merito allo svolgimento di eventi sportivi e non sportivi nella struttura, scongiurerebbe eventuali scenari negativi derivanti dal non acquisto dell’immobile, consistenti nel non raggiungimento da parte della attuale proprietà, causa gli extra costi sopra evidenziati, di una situazione di break even, con potenziale contenzioso avviato da Cds per il loro recupero, interruzione dei lavori e conseguente non completamento dell’arena“.

Secondo l’amministrazione, un modo per evitare contenziosi e quindi ulteriori dispendi di denaro pubblico. Per la minoranza un vero e proprio “regalo ai privati”. Da non sottovalutare il peso che la notizia, per quanto ancora incompleta – non si hanno ancora informazioni in merito ai capi d’accusa – avrà in questa fase di campagna elettorale. Suggestivo che i due sfidanti principali, il vicesindaco reggente Pietro Piciocchi e la vicepresidente del Coni Silvia Salis – come hanno loro stessi raccontato – si fossero incontrati la prima volta proprio a un evento al “nuovo” Palasport.

E stamani il segretario provinciale Pd ed ex capogruppo a Tursi Simone D’Angelo dice: “Dalla giunta mai nessuna risposta alle nostre domande sul riacquisto, i cittadini meritano chiarezza su quest’operazione. Aspettiamo l’esito dell’indagine della Corte dei Conti”.

“La convenzione urbanistica del 24 aprile del 2021 prevedeva già la destinazione ad uso pubblico dell’arena sportiva come obbligo del costruttore privato – ricorda D’Angelo – allora, quale sarebbe l’interesse del Comune e quale vantaggio ci sarebbe da questa operazione? Ci sono costi di gestione e di manutenzione per l’intero edificio, per la gran parte adibito a centro commerciale, che il Comune dovrà sobbarcarsi?”

Autore
Genova24

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