Pagliacci a Cosenza, Giordano: «Un’opera che ci appartiene»

  • Postato il 19 dicembre 2025
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Pagliacci a Cosenza, Giordano: «Un’opera che ci appartiene»

Chiara Giordano presenta Pagliacci al teatro Rendano di Cosenza, «Un’opera che ci appartiene»


COSENZA – Il nuovo corso del Teatro Rendano di Cosenza passa dalle mani e dalla mente di Chiara Giordano, che quest’anno ne ha assunto la direzione artistica.
Napoletana, formazione umanistica, Giordano è musicista pianista, project e creative manager, formatasi al Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli, all’Internationale Akademie Mozarteum di Salisburgo, presso la Bocconi di Milano; con una carriera internazionale in contesti di prestigio.

Ha assunto la direzione artistica di progetti complessi e, in Calabria, di Armonie d’Arte Festival con 25 edizioni in continuità e la partecipazione di grandi artisti della scena mondiale.
Un cartellone quello della stagione lirica del teatro di tradizione di Cosenza che ha visto già andare in scena Bolero, Giselle e la Carmen.

Questo fine settimana (sabato 20 alle 20.30 e domenica 21 dicembre 2025 alle 18) sarà la volta di Pagliacci di Leoncavallo.

Un capolavoro del verismo che ben si sposa con il macro tema della programmazione triennale che Giordano ha progettato: ovvero la relazione femminile-maschile nelle dinamiche individuali e sociali, in una visione, quest’anno, dal punto di vista femminile, in una accezione popolana e popolare.
«È un’opera – sottolinea Chiara Giordano – che ci appartiene profondamente in termini territoriali, ma è comunque fondamentale nel repertorio operistico italiano. Conoscerla rappresenta un’occasione culturale importante, così come altrettanto fondamentale è la sua forte contemporaneità, in quanto un tema così attuale come il femminicidio costituisce un fenomeno da affrontare in ogni sede, anche quella artistica. Nedda, la protagonista di “Pagliacci” potrebbe essere certamente una donna del nostro tempo. E rispetto a “Carmen” “Pagliacci” ha una visione più essenziale e pulita della scena, puntando sull’universalità dei profili psicologici in campo e sulla loro capacità di rappresentare dei topoi in ogni tempo, quindi ancora oggi del tutto contemporanei».

IL NUOVO CORSO DEL TEATRO RENDANO PASSA DALLA DIREZIONE ARTISTICA DI CHIARA GIORDANO

Dopo Pagliacci Chiara Giordano è già proiettata verso il futuro del Rendano, questo incarico che definisce «non legato alla sola programmazione dell’opera lirica» l’ha calata in una realtà importante che deve essere sviluppata e per questo spiega che «considerando i fasti del Rendano di qualche decennio fa e le sue potenzialità, ho rappresentato al sindaco Caruso quanto il teatro abbia bisogno di un piano di sviluppo che, partendo appunto dalla lirica come vocazione precipua del Rendano e molto amata in città, apra a una programmazione artistica e strategica ben più larga».

E la programmazione comprende «danza, performance contemporanea (teatrale, musical e coreutica), progetti speciali trasversali, attività collaterali integrative e sul territorio, produzioni proprie, nuova visione e narrazione, una comunicazione che ponga il teatro come un polo culturale a 360° o, come ho pensato di definirlo: un “catalizzatore espanso”, cioè una realtà in grado di catalizzare attenzione ed espandere valore per un interesse collettivo che crei comunità sociale locale e comunità culturale globale».

UN PROGETTO ATTRATTIVO

Non è un progetto da poco «è necessario del tempo, – dice con entusiasmo Chiara Giordano – bisogna essere presenti e stimolanti tutto l’anno, aprire con umiltà e dedizione all’interazione attiva con l’associazionismo, con le altre strutture culturali e così via, in modo continuativo, anche per attrarre investitori o mecenati; siamo solo all’inizio ma mi sembra che gli auspici, per ora, guardando anche alla punta più alta finora espressa – la Carmen di Bizet che sento già considerare, con mia enorme gratitudine per quest’attenzione, un’operazione che passerà alla storia delle attività culturali della città e della regione – sono dei migliori, e dunque spero di essere all’altezza di questo esordio».

DA CARMEN A PAGLIACCI

Prima di partire per i prossimi traguardi c’è intanto grande attesa per la visione del capolavoro di Leoncavallo conosciuto in tutto il mondo. «Non voglio svelare l’idea registica – dice Chiara Giordano – ma colgo l’occasione per anticipare che ho creduto utile dare due tagli del tutto diversi alle due opere di Carmen e Pagliacci, ma che in entrambi i casi fedeli al mood dell’opera, al senso del libretto, al pensiero musicale del compositore e alla partitura. Carmen ha avuto un allestimento pomposo, imponente e totalmente in linea al contesto geo temporale dell’opera, ma con l’innovazione di abbattere la cosiddetta “quarta parete”, e attraverso espedienti scenografici e tecnici di restituire un’unica grande piazza di Siviglia».

«Pagliacci, invece, ha una visione più stilizzata, pulita della scena, puntando sull’universalità del tema. La regia di Gianmaria Aliverta, uno dei registi italiani di nuova generazione più interessanti e con una fulgida carriera, insieme a un cast di valore che si avvale anche della presenza di una grandissima voce della lirica quale quella di Achiles Machado, sono certa che restituirà convincenti emozioni ed auspico anche un bel dibattito culturale sul rapporto fra tradizione e innovazione, direzione e regia, nelle produzioni liriche. Da sottolineare che anche Pagliacci è un nuovo allestimento e produzione propria del Teatro Rendano, e confidiamo di poterla esportare».

IL CAST DI PAGLIACCI IN SCENA IL 20 E 21 DICEMBRE 2025 AL TEATRO RENDANO DI COSENZA

Di grande valore il cast di Pagliacci, in cui spiccano voci straordinarie come quella del soprano Serena Gamberoni (Nedda/Colombina), Achiles Machado Canio/Pagliaccio. E poi Marcello Rosiello (Tonio/Taddeo), Stefano Colucci (Beppe/Arlecchino), Andrea Piazza (Silvio), Emanuele Collufio, Fabio Napoletani e Moustafa Mohamed Gaber. L’Orchestra Sinfonica Brutia sarà diretta da Giancarlo Rizzi. In scena, ritorna il Coro lirico Siciliano diretto da Francesco Costa e il Piccolo Coro di voci bianche dello stesso Rendano, diretto da Maria Carmela Ranieri. Completano il quadro, i danzatori della Compagnia Create Danza.

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