Pace, parola magica: è un’illusione? Poche le speranze: il punto sul Medio Oriente

  • Postato il 6 ottobre 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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Se pace ci sarà quando la si potrà raggiungere con certezza? Eccolo l’interrogativo che da oggi si pongono i protagonisti dell’incontro di Sharm el Sheikh.

Attorno ad un tavolo si discute, si contendono i si e i no, ognuno tenta di portare l’acqua al proprio mulino. D’accordo, questi sono i prodromi della riunione, ma poi ci sarà una fine che possa tranquillizzare milioni di persone?

“La pace è ancora lontana”, si affretta a dire qualcuno. “Non è così, l’importante è la volontà di chi pensa il contrario”. Tra Scilla e Cariddi, la soluzione non è affatto facile, C’è chi ritiene che  almeno una tregua potrebbe rappresentare un successo.

Senza bombardamenti, senza i droni che piovono in continuazione dal cielo, senza l’esercito che spara sui civili inermi sarebbe più facile poi trovare un punto d’incontro.

Trump vuole la pace a tutti i costi

Pace, parola magica: è un’illusione? poche le speranze: il punto sul Medio Oriente, nella foto Trump e Netanyahu
Pace, parola magica: è un’illusione? poche le speranze: il punto sul Medio Oriente (foto Ansa) – Blitz Quotidiano

Però, i protagonisti non la pensano così, in primis proprio Donald Trump innamorato pazzo del suo piano che porterebbe finalmente la pace dopo “tremila anni di guerre continue in Medio Oriente”.

Il presidente degli Stati Uniti è lapidario: “Se Hamas non cede il potere la annienteremo”.

Sono parole che non fanno presagire nulla di buono, perché dall’altra parte della barricata si risponde con uguale tracotanza: “Se si pensa che si possano lasciare liberi gli ostaggi in 72 ore, vuol dire che non si vuole andare alla ricerca di un patto che possa far tacere le armi”.

Ecco perché una buona parte dei commentatori europei ed extraeuropei sono piuttosto scetticì e continuano a scrivere che siamo a metà del guado.

La stampa spagnola, inglese, francese nutre dubbi  sui risultati di chi è a Sharm. “Il cessate il fuoco sarebbe già una benedizione”, pensa l’ex presidente del consiglio Paolo Gentiloni. La ragione è presto detta secondo la sua opinione. “si potrebbe trovare il tempo di smussare quegli angoli che ancora dividono i protagonisti delle due fazioni.”.

È necessario augurarsi che prevalgano le buone intenzioni, quelle che porterebbero alla fine di un conflitto che, alla lunga, potrebbe davvero rappresentare un pericolo mondiale.

Chissà se le delegazioni arrivate in Egitto per trovare il bandolo della matassa si saranno poste questo interrogativo. Se no, l’auspicio è che intervenga la Divina Provvidenza ad illuminarli. Molti di loro non ci credono, ma i miracoli non si presentano a caso.

Non ci sono vie di mezzo

Sappiano che non ci sono vie di mezzo nelle quali ci si possa rifugiare. Vista la tracotanza dei primi della classe la diplomazia avrà limiti ben precisi da cui non si potrà uscire.

Mentre tutto il mondo ha il fiato sospeso e aspetta le conclusioni egiziane, nel nostro Paese si è preoccupati, ma non per questo ci si dimentica di guerreggiare su quanto è avvenuto negli ultimi giorni. C’è ancora il flop della Flotilla in primo piano. Gli aiuti umanitari riempivano le stive di quelle imbarcazioni o la crociera era solo una provocazione per trovare il successo dovuto ad un atto di eroismo non richiesto?

Gli attivisti rientrati dopo i “parlamentari raccomandati” (a loro la precedenza del rientro, noblesse oblige) hanno raccontato le particolarità a cui sono stati sottoposti. Celle anguste, cimici dappertutto, pochissima acqua. Insomma, un inferno.Niente di umano, in breve. Solo violenza e potere che si alternavano.

Oltre alla flotta fermata dagli israeliani in acque internazionali, tutto lo scontro delle ultime ore riguarda le manifestazioni che hanno invaso tante città: centinaia di migliaia di persone pro Pal che hanno attraversato in lungo e in largo le strade bloccando l’attività di gente che non poteva astenersi dal lavoro.

Traffico in tilt, treni fermi, voli cancellati, stazioni occupate oltre alla violenza di alcune frange di incappucciati che hanno messo a ferro e fuoco Roma, Milano, Torino, Bologna. Si è andati al di là di una sana protesta democratica (gli ultras erano rappresentati da poche centinaia di teppisti) che ha avuto per protagonisti anche le forze dell’ordine le quali non hanno mai perso il controllo dinanzi a episodi inqualificabili.

Destra e sinistra si combattono: l’opposizione ritiene che non si possa negare il successo di cortei a cui hanno aderito non sono gli attivisti, ma uomini e donne del popolo che spesso tenevano in braccio i loro figli. Tanti studenti e uomini di cultura che hanno voluto dimostrare da che parte stava l’intellighenzia del Paese.

La maggioranza non tace: mette in risalto le continue scorribande dei facinorosi le cui gesta sono state immortalate dalle immagini televisive. Sempre, ad ogni manifestazione si ripetevano le scorribande con agenti feriti e molti fermati. “Non si può parlare di casi isolati se ogni volta in coda al corteo si verificano questi episodi. Qualcuno forse sa, ma non impedisce che avvengano”. Parole dure sulle quali si innesta ancora una divisione di cui non se ne sente proprio il bisogno in un momento così difficile.

Ad un gruppo di studenti di una scuola del Nord il docente ha chiesto di scrivere un tema sul maggior disagio di cui soffrono. La risposta è stata quasi unanime. La solitudine.

Un male (se così si può definire) che ha colpito molti nostri uomini politici. Il portabandiera del gruppo è, indovinate, Ely Schlein che viene attaccata dalla maggioranza, ma soprattutto dai suoi compagni di partito, i cosiddetti riformisti, che non ne vogliono più sapere di averla al vertice di via del Nazareno.

Per sua fortuna c’è il campo largo, ma Elly sa perfettamente che anche lì c’è un leader che vuole a tutti i costi sedersi sulla poltrona che occupa. Chi è  e a che cosa aspira questa persona? A prendere lo scettro dell’opposizione ed a farla pagare cara soprattutto a Giorgia. Il compito, come dicono i numeri, non è facile se non impossibile.

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Autore
Blitz

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