Pace a parole ma nessuno la vuole: dai terreni di guerra alle aule della politica

  • Postato il 25 luglio 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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La pace? A parole la invocano tutti, la vorrebbero subito. Nei fatti no, avviene l’esatto contrario. “La tregua si allontana”, scrivono all’unanimità i giornali di oggi.

È proprio così: in Sardegna, Steve Witkoff, inviato speciale della Casa Bianca per il Medio Oriente, interrompe i colloqui e se ne va dallo yacth nel quale si svolgeva l’incontro. 

Ottima decisione quella di vedersi su un’imbarcazione multimilionaria. Si doveva parlare di una guerra, di un conflitto che sta portando morte e distruzione quale migliore sede di quella scelta per di più a largo di una delle coste più belle del mondo?

È durato meno di un’ora il colloquio, il tempo necessario per capire dove si stava andando a finire: “Hamas non agisce in buona fede” sostiene Witkoff e non aggiunge altro.

La pace secondo Netanyahu

Pace a parole ma nessuno la vuole: dai terreni di guerra alle aule della politica , nella foto: Netanyahu e Trump
Pace a parole ma nessuno la vuole: dai terreni di guerra alle aule della politica (foto Ansa) – Blitz Quotidiano

A molti chilometri di distanza, un ministro di Netanyahu afferma gioioso: “Tutta Gaza sarà ebraica”. Allora, dov’è la tanto invocata vicinanza tra i due popoli quando le armi non cessano di essere padroni di quel palcoscenico? Ugualmente succede in Ucraina, dove i russi di Putin non smettono mai di bombardare Kiev e altre città portando morte e distruzione.

In breve: l’unico che vuole riportare il mondo nella tranquillità è Leone XIV che tutti tirano per la giacchetta per dimostrare che sta da una parte invece che dall’altra.

Ecco, in questo scenario che dovrebbe avere protagonisti diversi, si affacciano (guarda un po’) Parigi e Londra. Macron e Starmer sono per il riconoscimento dello stato della Palestina gettando benzina sul fuoco invece che provarsi a spegnere le fiamme. Quale credibilità possono avere i grandi della terra se questa è la situazione?

La gente vorrebbe atteggiamenti differenti: non bellicosi, ma orientati verso un discorso che, per il momento, latita. Gli uni attaccano gli altri vicendevolmente, di modo che si continua a morire sotto le bombe o addirittura di stenti. Quanti bambini non gliel’hanno fatta perché la disidratazione ha avuto la meglio, quanti padri e madri piangono per non avere più le loro creature?

Vince solo la violenza

È un mondo dove solo la violenza vince. Non sono soltanto le armi a crepitare, sono anche gli uomini e le donne che fanno politica a non voler capire che certi atteggiamenti vanno abbandonati. In Europa come in Italia, si pensa solo al proprio orto. Da noi, è addirittura un must e non c’è giorno che la polemica non stravinca. 

Agosto dovrebbe essere il mese delle vacanze, del sole, del mare, delle passeggiate in montagna. Ma non è possibile perchè a settembre sei regioni andranno alle urne e la divisione diventa ancora più profonda.

Due inchieste, Milano e Pesaro, mettono in crisi il Pd: il partito non sa più a che santo votarsi perchè anche tra amici la concordia è un miraggio. Elly Schlein ha paura che la vogliano far fuori e le studia tutte.

Ora ha una rivale nel nuovo sindaco di Genova in gonnella che molti nel partito vedrebbero volentieri in via del Nazareno. Più moderatismo e meno corsa sfrenata verso una sinistra più accesa. I sostenitori di Elly ribattono: “Con le nuove idee, i dem hanno aumentato i loro consensi. Che cosa vogliono i denigratori? Rimanere all’opposizione tutta la vita?”.

Questo non vuol dire che quella parte politica non combatta più contro gli avversari malati di conservatorismo. Dicono: “Basterebbe guardare a quell’ ingegnoso stratagemma che si è voluto in Albania per capire dove la destra sta portando il Paese”.

Si parla, è ovvio, del problema dei migranti che ogni giorno costa all’ italia 143 mila euro. “Chi li sborsa questi soldi se non il contribuente? È così che si vogliono diminuire le tasse?”.

La replica della maggioranza non si fa attendere: “Da che pulpito viene la predica”, sostengono, “Con la loro politica delle porte aperte, giustificavano una spesa da paura: 4 milioni al giorno. Di che stiamo discutendo?”

Chi gode di questa situazione è Giuseppe Conte che con i suoi 5Stelle vorrebbe diventare il leader della sinistra e magari tornare a sedersi su quella poltrona di Palazzo Chigi che tanto rimpiange. Ragione per cui mantiene una certa distanza dalla Schlein anche se poi, quando si incontrano, si abbracciano sorridendo.

Della premier, l’opposizione non fa che dire male: vedete dove ha portato il Paese, la grave situazione economica in cui versa, i tanti problemi non ancora risolti. Strano, se poi si vanno a leggere i giornali di tutto il mondo: dopo l’Economist, Giorgia ha conquistato pure la copertina di Time, settimanale di cui è inutile fare la presentazione. Dopo la grande foto a tutta pagina, il titolo dice: “Sta guidando l’Unione Europea”.

Dovremmo esserne fieri noi italiani che un nostro presidente del consiglio abbia tanto successo lontano dalle mura amiche. Invece si tace, è una lettura non gradita: meglio attaccare la Meloni tutti i giorni senza la minima interruzione.

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Autore
Blitz

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