Pace a Gaza: Trump si complimenta con Erdogan per il ruolo di mediatore, ma “dimentica” che è lui il vero capo di Hamas
- Postato il 10 ottobre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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“Grandioso con Hamas!”, ha detto il presidente americano Donald Trump nel ringraziare l’autocrate turco Recep Tayyip Erdogan per il ruolo svolto nella tessitura dell’accordo di pace – se così lo si puó definire – tra Israele e Hamas. Elogiando il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il tycoon ha quindi sottolineato: “È stato personalmente coinvolto nel dialogo con Hamas, è stato fantastico”. Solo Trump, con il suo atteggiamento lunare e business oriented in ambito geopolitico potrebbe scambiare l’assassino con il detective. Erdogan è da anni il vero leader, assieme al Qatar, di Hamas. Ovviamente dietro le quinte – anche se si tratta di quinte piuttosto trasparenti – e con tanto di statua che ne amplifica la statura, non solo fisica, nel centro di Gaza City. Scultura che è stata rasa al suolo nelle ultime settimane dalle Forze di Difesa Israeliane anche perchè subito dopo il 7 ottobre, Ankara ha elevato Israele ad arcinemico, approfittando dello sterminio di massa dei gazawi per espandere ulteriormente la propria influenza in tutta l’area: dalla Siria ai fondali marini ricchissimi di gas e petrolio del Mediterraneo Orientale. Di cui fa parte anche Israele.
I turchi, assieme ai qatarini, saranno protagonisti anche in caso di tregua duratura nella gestione della Striscia e paesi limitrofi. Sul terreno della Striscia, l’esercito turco – il secondo più importante all’interno della Nato per numero di soldati e mezzi – è dunque l’unico a poter intervenire sul campo per monitorare il rispetto del cessate il fuoco. “Le forze armate turche sono pronte a svolgere qualsiasi compito che dia un contributo al mantenimento della pace e al monitoraggio del rispetto delle condizioni del cessate il fuoco”, si legge in un comunicato della Difesa turca.
Lo stesso Erdogan ha dichiarato che la Turchia parteciperà a una “task force” per supervisionare l’attuazione dell’accordo di cessate il fuoco, senza peró fornire ulteriori dettagli. In teoria dovrebbe tenere a bada Hamas e proteggerla allo stesso tempo qualora dopo la liberazione degli ostaggi, Israele tentasse di cambiare le carte in tavola, seppur si tratti di un’ipotesi remota. Intanto giovedì sera il ministro degli Esteri Hakan Fidan ha dichiarato che “una squadra composta da Stati Uniti, Egitto, Turchia e Qatar svolgerà un ruolo di facilitazione nel dare seguito ai punti concordati nel trattato firmato in Egitto e discuterà le questioni con entrambe le parti”.
Fidan ha affermato che questi paesi ( compreso il Qatar) svolgeranno anche il ruolo di mediatori e supervisioneranno l’attuazione degli articoli pertinenti dell’accordo. Per completezza va ricordato che, seppur entrambi leader della Fratellanza Musulmana a cui appartiene anche Hamas, Turchia e Qatar non sono paragonabili a livello militare: il Qatar non ha di fatto un esercito e a proteggerlo sono le basi militari americane e turche. Insomma ancora più che nel decennio scorso, oggi la Turchia è il nemico numero Uno di Israele. E la colpa non è solo dell’abilità del Sultano ma della miopia e ottusità di Israele, da ben prima che il premier, imputato di corruzione, Benjamin Netanyahu formasse l’attuale governo messianico genocidario.
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