“Ozempic-mania”, Nicola Villa: “Il farmaco dimagrante raggiungerà 30 milioni di pazienti. Un fenomeno culturale che cambierà la società”

  • Postato il 22 aprile 2025
  • Società
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Il suo effetto è talmente “miracoloso” – si perde peso velocemente perché viene meno il senso stesso di fame – che ormai, a partire dagli Stati Uniti, è quasi “ozempic-mania”. Si prevede che il farmaco farò crollare i ricavi delle aziende dolciarie e di quelle che producono protesi, mentre avrà effetto sul peso degli aerei, riducendo il carburante e quindi le emissioni dei trasporti, così come quelle da produzione da cibo. Su questo tema il giornalista Nicola Villa ha scritto un libro inchiesta, a metà tra medicina e società, “La cura miracolosa. Ozempic, Wegovy e come i farmaci dimagranti stanno cambiando le nostre vite” (Altraeconomia editore). Oggi nel nostro paese è mutuabile per i diabetici, il prezzo è di circa 167 euro a confezione (una puntura per una settimana), “ma ci sono canali Telegram”, spiega Villa, “dove si vende, anche perché utilizzando dosaggi bassissimi può durare molto a lungo. Sui social inoltre si vede di tutto, anche persone che spiegano come estrarre dalla siringa nella confezione microdosi ancora più piccole. Nel nostro paese si sta diffondendo sempre di più”.

Nel libro lei racconta come questo farmaco sia effettivamente molto efficiente. E con poche controindicazioni.
Sono rimasto affascinato dal fatto che questa è una scoperta che resterà, nel mondo della medicina, allo stesso livello della pillola abortiva e del Prozac. Il farmaco è stato scoperto a metà degli anni Ottanta e abbiamo già degli studi, sono passati quarant’anni: ebbene si è visto che – inizialmente pensata per i diabetici – fa perdere peso, perché questo farmaco simula il comportamento di un ormone, ma i recettori di questo ormone sono presenti non solo nel pancreas, dove regola l’insulina e il glucagone (il livello nello zucchero nel sangue), ma sono presenti nello stomaco, cioè dicono allo stomaco di svuotarsi più lentamente; inoltre sono presenti nella lingua, nel cervello e nell’ipotalamo, facendo passare il senso della fame. Insomma la cura è davvero “miracolosa”, alternativa alla chirurgia bariatrica.

Non ci sono effetti collaterali?
In realtà qualora se ne assume tanto ci sono effetti collaterali, come nausea e vomito, per questo i nutrizionisti raccomandano di cambiare abitudini. Inoltre non andrebbero tolti i carboidrati, che sono una fonte anche di endorfine, perché in alcuni casi sono stati riscontrati pensieri suicidari collegati all’assenza di appetito, in una sorta di vita senza desiderio. Tuttavia, dopo aver approfondito il tema, mi sono fatto l’idea che siano più i benefici a lungo termine, soprattutto per chi ha grosse patologie.

Non ci sono rischi di cancerogenicità?
Si potrebbe pensare quando viene definito “ormone”, ma gli esperti dell’istituto Mario Negri hanno spiegato di chiamarlo così. I ricercatori danesi hanno replicato una sostanza che è molto simile a questo ormone e che si trova in natura, nel veleno della saliva di un rettile che si chiama il mostro di Gila. Gli ormoni sono messaggeri del nostro corpo e questo è sì un messaggero artificiale ma è anche naturale, si smaltisce e no, non è cancerogeno.

Il costo, tuttavia, è molto elevato. Una confezione dura una sola settimana.
Le implicazioni socio-economiche sono infatti l’aspetto più interessante. Gli stati uniti hanno il 46% della popolazione sovrappeso e attualmente ben il 6% per cento della popolazione sta assumendo questo farmaco e si prevede che si raggiungeranno presto i 30 milioni di pazienti. Il prezzo sta scendendo, Novo Nordisk, che è l’azienda danese che lo produce, ha da poco annunciato un abbassamento dei costi: un anno fa il costo era tra i 15 e i 17.000 euro l’anno, poi Biden ha provato a farlo passare all’interno dell’assicurazione Medicare (per gli anziani e i fragili) ma in questi giorni Trump sta smontando tutto. Eppure negli Stati Uniti muoiono 120.000 persone per malattie legate all’obesità, più di quelle morte per incidenti stradali ed armi da fuoco messi insieme. Ma ciò che è davvero interessante è un altro aspetto ancora.

Quale?
Sappiamo che la finanza dove vede di fare un guadagno ci si butta con tutte le scarpe. Ebbene Novo Nordisk ha superato in grandezza aziende come Vuitton. Ho letto di alcune raccomandazioni di investitori che dicevano di non investire più nella dolciaria o nella industria delle protesi perché questi business nei prossimi anni andranno in crollo, proprio per il boom del farmaco, è facile persino riconoscere chi l’ha usato, perché il dimagrimento è rapidissimo. È diventato un fenomeno culturale, tantissime persone l’hanno acquistato anche perché, come dicevo, il prezzo è sceso, anche per la concorrenza dell’azienda americana Eli Lilly che ha prodotto un farmaco simile che si chiama tirzepatide.

Tuttavia è anche un farmaco che va preso a vita. Non rischiamo l’ennesima ipermedicalizzazione, a favore delle aziende?
Le raccomandazioni dell’azienda Novo Nordisk sono esagerate, si parla di perdita di peso che può arrivare dal 14 al 30%, in media si perde il 20% che è tantissimo. Gli endocrinologi più accorti sostengono che ogni persona è diversa e che serva un atteggiamento personalizzato. Il farmaco non dovrebbe essere un’alternativa al cambiamento di stile di vita e inoltre se ne possono prendere micro dosi che ci rendono meno dipendenti. Abbiamo dei dati che mostrano che questo farmaco agisce anche su dipendenze come alcol, e droghe e anche malattie del cervello come Parkinson e Alzheimer. C’è uno studio condotto su un numero elevatissimo di veterani americani: chi lo ha assunto soffre meno di disturbi della senilità.

Non si rischia, però, di aumentare ancora di più lo stigma verso gli obesi, alimentando la grassofobia già imperante?
Ho voluto dedicare un capitolo al tema della costruzione culturale della grassofobia, perché le cose sono più complesse di come pensiamo; la modernità ha portato alla costrizione dei corpi, pensiamo alla corte di Francia e ai corpetti, anche se in passato il grasso era sinonimo di bellezza. Sul corpo femminile i canoni di bellezza sono purtroppo una forma di controllo, anche il body shaming è una costante della nostra società.

Ma oltre gli schemi di moda e tv, esiste anche un altro tipo di colpevolizzazione, quella che viene dal fronte salutista e anche naturalista.
Sì, c’è una forma di un neomoralismo anche su quel fronte. Nella parte storica ho decostruito il mito moderno dello spartachismo, ebbene secondo me c’è uno neospartachismo ecologico-morale, legato al fitness e al benessere che colpevolizza le persone che non ce la fanno. Dobbiamo ricordare che l’obesità è una patologia, tra l’altro in Italia abbiamo gli adolescenti più sovrappesi d’Europa. Inoltre c’è un problema economico, non è che tutti possono acquistare biologico ai gruppi di acquisto e frutta e verdura sono sempre più un privilegio per ricchi. Insomma, il discorso è complesso e dentro ci sono aspetti clinici, economici, sociali e culturali. Il dibattito su questo farmaco, a mio avviso, deve tenere in conto tutti questi elementi, al di là della demonizzazione o della sua esaltazione.

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