Ottocento reperti archeologici recuperati dai carabinieri
- Postato il 20 febbraio 2025
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- Di Quotidiano del Sud
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Il Quotidiano del Sud
Ottocento reperti archeologici recuperati dai carabinieri
Ottocento reperti archeologici recuperati dai carabinieri: smantellata rete criminale tra Campania, Puglia ed Emilia-Romagna.
TORRE ANNUNZIATA (NAPOLI) – Un duro colpo al traffico illecito di beni archeologici è stato inferto dai carabinieri del Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC). In collaborazione con il nucleo investigativo del gruppo carabinieri di Torre Annunziata, l’Arma ha sequestrato 819 reperti archeologici risalenti al periodo compreso tra il VII secolo a.C. e il V secolo d.C., frutto di scavi clandestini destinati al mercato illecito, anche internazionale.
Ottocento reperti archeologici recuperati dai carabinieri tra Campania, Puglia ed Emilia-Romagna
L’operazione, partita da 19 decreti di perquisizione emessi dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata, si è svolta in Campania, Puglia ed Emilia-Romagna, colpendo un’organizzazione criminale ben strutturata. Gli indagati dovranno rispondere di associazione a delinquere, ricettazione e furto di beni culturali.
Le indagini, coordinate dal procuratore Nunzio Fragliasso, hanno svelato una filiera criminale tipica del traffico archeologico illecito. Alla base i cosiddetti tombaroli, che scavano clandestinamente i reperti, poi ceduti a ricettatori di primo e secondo livello. Questi ultimi alimentano un mercato nero che si estende anche oltre i confini nazionali.
I reperti recuperati
Nel dettaglio, tra i reperti recuperati figurano 675 monete antiche in bronzo, argento e oro, e 144 manufatti in bronzo, piombo e ceramica. Sequestrati anche undici metal-detector sofisticati e strumenti per il sondaggio del terreno, testimonianza della professionalità con cui operava la rete criminale. La maggior parte dei reperti proviene da contesti archeologici di Campania e Puglia, rappresentando le culture apula, magnogreca e romana.
L’operazione conferma la centralità del Sud Italia come area di approvvigionamento per i traffici illeciti di beni culturali. Il recupero di questi reperti non solo rappresenta una vittoria per la tutela del patrimonio, ma consente di restituire alla collettività un pezzo della propria storia. Le indagini proseguono per individuare ulteriori complici e acquirenti. I beni sequestrati saranno sottoposti a perizie per stabilirne il valore e pianificarne la restituzione alla collettività.
Il Quotidiano del Sud.
Ottocento reperti archeologici recuperati dai carabinieri