Osservatorio periferie, Traverso (Siap): “Esclusi questori e sindacati di polizia, inspiegabile”

  • Postato il 16 luglio 2025
  • Altre News
  • Di Genova24
  • 4 Visualizzazioni
volante polizia

Genova. Roberto Traverso, segretario regionale del Sindacato italiano appartenenti polizia Liguria, commenta l’insediamento dell’Osservatorio regionale sulle periferie, promosso dalla prefettura e previsto dal cosiddetto decreto Caivano.

“Un passaggio istituzionale importante, su un tema – si legge nella nota − quello del disagio e del degrado nelle periferie – che riguarda tutta la Liguria e in particolare Genova ma non si può certo non considerare la valenza politica del decreto stesso. Ma attenzione: quando si istituisce un Osservatorio, è fondamentale che lo strumento non si limiti a raccogliere dati o a produrre analisi, per quanto utili. Serve visione, serve concretezza, servono azioni immediate e coordinate. E soprattutto, serve coinvolgere tutti gli attori che operano quotidianamente nei territori, a partire dalle forze di polizia e da chi ne rappresenta gli interessi e le condizioni operative”.

Secondo Traverso è presente già un limite: “Tra i partecipanti all’Osservatorio non compaiono né i questori delle quattro province liguri, né i sindacati di polizia. Un’assenza inspiegabile, visto che parliamo di realtà, le periferie, dove le problematiche di sicurezza urbana, devianza minorile, criminalità e disagio sociale si intrecciano ogni giorno con il lavoro delle Forze dell’Ordine, spesso lasciate sole ad affrontare situazioni complesse in assenza di una rete istituzionale solida e operativa. Nel corso della riunione sono stati annunciati tavoli tematici su disagio giovanile, sicurezza, fragilità sociali, inclusione e lavoro. Bene. Ma chi garantirà che questi tavoli si trasformino in azioni vere? Chi si occuperà della sicurezza nei territori se non vengono ascoltati né i rappresentanti dei lavoratori della sicurezza, né i vertici provinciali delle forze di polizia?”.

Per il segretario Siap senza interventi rapidi e strutturati, questi vuoti verranno riempiti da chi lo Stato non lo rappresenta, ma lo sfida ogni giorno. “E su questo punto vogliamo essere chiari: il degrado urbano e sociale – che oggi colpisce duramente molti quartieri genovesi e liguri – è terreno fertile per lo spaccio di sostanze stupefacenti, per il reclutamento di minori da parte di gruppi criminali, per le estorsioni e per l’espansione silenziosa della criminalità organizzata, anche in forme meno visibili. Le periferie lasciate senza progettualità, senza servizi e senza presidio istituzionale diventano spazio operativo per mafie, gang e traffici illegali, che offrono alternative deviate a chi non ha più riferimenti”.

Tuttavia Traverso evidenzia come la sicurezza urbana “non si costruisce solo con le pattuglie – che restano fondamentali – ma con un’azione strutturata, integrata, continuativa. Serve un vero patto per le periferie che unisca il contrasto alla criminalità, la prevenzione sociale e il recupero del territorio. E questo richiede presenza dello Stato, supporto ai commissariati, sinergia tra enti locali, scuole, servizi sociali, associazioni e forze dell’ordine. Non slogan, ma protocolli, investimenti e responsabilità condivise. Il Comune di Genova – che su questi temi ha preso impegni anche in campagna elettorale – deve passare dalle parole ai fatti, con una cabina di regia concreta, progetti visibili e servizi reali nei quartieri in difficoltà. Perché le periferie non hanno bisogno di nuove analisi, ma di presenza dello Stato, prevenzione, opportunità e sicurezza vera”.

Autore
Genova24

Potrebbero anche piacerti