Ospedali italiani: dal Gemelli al Monzino, ecco i migliori

  • Postato il 14 settembre 2025
  • Di Panorama
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Ogni anno la classifica di Newsweek dedicata ai migliori ospedali specialistici del mondo accende i riflettori sull’eccellenza sanitaria globale. L’edizione 2026, realizzata in collaborazione con Statista, conferma la forza dell’Italia: 41 strutture ospedaliere inserite nel ranking internazionale. Ma se il dato nazionale è lusinghiero, è su Milano e Roma che si concentra il vero primato. Le due capitali della sanità italiana non solo compaiono più volte, ma si piazzano nei primi posti mondiali in discipline chiave come ginecologia, pediatria, oncologia, cardiologia e neurologia. Si tratta di una delle classifiche più complete e autorevoli a livello globale, capace di offrire una visione a 360° dell’eccellenza ospedaliera. In questa speciale classifica vengono ogni anno inseriti i primi 300 ospedali nella categorie di cardiologia e oncologia, 250 per pediatria, i primi 150 per cardiochirurgia, gastroenterologia, ortopedia e pneumologia e i top 125 per urologia e neurochirurgia. Il ranking si basa su indagini globali che coinvolgono migliaia di professionisti e prende in esame criteri come accreditamenti, risultati dei Patient Reported Outcome Measures che misurano a percezione dei pazienti sulla qualità di vita, e le certificazioni internazionali. Il mercato globale degli ospedali specializzati -secondo Newsweek- valeva negli Stati Uniti circa 74,87 miliardi di dollari nel 2023, e ora si prevede che questa cifra possa raggiungere quota 176,53 miliardi di dollari entro il 2032. Questo perché i pazienti, ormai, tendono a ricercare una sempre maggiore specializzazione e appropriatezza del percorso di cura.

Venendo all’Italia, Milano rimane la capitale indiscussa della sanità specialistica, grazie a strutture che fanno della ricerca e della tecnologia il loro marchio di fabbrica. L’Istituto Europeo di Oncologia (IEO), fondato da Umberto Veronesi, si posiziona 11° al mondo in oncologia. In un campo dominato da giganti statunitensi, il risultato dell’IEO dimostra la capacità italiana di competere ai massimi livelli nella lotta contro il cancro. Sempre a Milano, il Centro Cardiologico Monzino è la prima realtà italiana nella cardiologia, 14° al mondo. E anche il secondo classificato, sia per cardiochirurgia che per cardiologia, è milanese: si tratta infatti dell’IRCCS Ospedale San Raffaele. Per un Paese in cui le malattie cardiovascolari restano la principale causa di mortalità, avere un centro di questa levatura significa poter contare su cure di frontiera senza dover guardare necessariamente oltreconfine. Un altro fiore all’occhiello milanese è l’Istituto Neurologico Carlo Besta, che si distingue in ben due specialità: 14° al mondo in neurologia e 17° in neurochirurgia. Pochi centri a livello internazionale riescono a eccellere in entrambe le discipline, e il Besta dimostra come la ricerca scientifica e l’assistenza possano marciare insieme, offrendo cure a malattie rare e complesse che richiedono approcci multidisciplinari. Raggiungono ottime posizioni anche l’IRCCS Humanitas di Rozzano e il Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, che pur senza toccare le primissime posizioni, consolidano la presenza del capoluogo lombardo nel panorama internazionale, con una grande concentrazione di talenti, tecnologie e ricerca clinica. Se Milano brilla, Roma non è da meno: l’IRCCS Policlinico Gemelli conquista il podio nella categoria ostetricia e ginecologia: 3° al mondo, un risultato che lo colloca davanti a molte strutture statunitensi ed europee di altissimo profilo. Il Gemelli si distingue anche in gastroenterologia, dove entra nella top 10 globale, confermando la sua capacità di eccellere in settori complessi e ad altissimo impatto sulla salute pubblica. Sempre a Roma, l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù consolida la sua reputazione internazionale come centro di riferimento: 6° al mondo per pediatria. Rimane purtroppo enorme il divario con il resto del Paese, soprattutto con il Sud. A Napoli spicca l’Ospedale Monaldi, riconosciuto per la cardiologia e la cardiochirurgia, e sempre nel capoluogo campano si distingue il Pascale per l’oncologia. Al di sotto di Napoli, il nulla. E proprio qui sta la sfida: nel fare in modo che i grandi ospedali di MIlano e Roma non restino solitarie cattedrali dell’eccellenza, ma diventino fari che illuminano tutta la rete sanitaria italiana. In modo che non ci sia più bisogno di partire da Palermo o da Lecce per curarsi a Roma o Milano.

Autore
Panorama

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