Osmetti: l'intrigo dell'eredità Agnelli, ora i pm indagano per falso sulla società-cassaforte
- Postato il 27 novembre 2024
- Di Libero Quotidiano
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Osmetti: l'intrigo dell'eredità Agnelli, ora i pm indagano per falso sulla società-cassaforte
Adesso la procura di Torino si concentra sulla Dicembre, ossia sulla “cassaforte” della famiglia Agnelli che, in un sistema modello matrioska, è una società la quale controlla la holding Exor che, a sua volta, è azionista di maggioranza di Stellantis, Ferrari e Juventus. La materia è complicata sia perché complesso è il diritto di successione (e qualsiasi iscritto a Giurisprudenza lo sa) sia perché la vicenda legata agli eredi dell'Avvocato è un groviglio di fatti e accuse, esposti e indagini che la metà basta.
L'ultima puntata (a ritroso) riguarda le nuove perquisizioni che gli uomini del nucleo di polizia economica e finanziaria delle Fiamme gialle, lunedì mattina, svolgono in due studi legali. Il primo a Roma e il secondo a Torino. Non sono due studi qualunque, sono le sedi dell'avvocato Franzo Grande Stevens, che è stato a lungo un consigliere fidato di Gianni Agnelli, è il presidente onorario della Juve e, all'età di 95 anni, si porta ancora cucito addosso il soprannome de “l'avvocato dell'Avvocato”. I finanzieri, coordinati dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio e dai sostituti Mario Bendoni e Giulia Marchetti, hanno in mano un mandato quando bussano alla porta di Stevens e vanno a colpo sicuro, nel senso che proprio lì ha sede la società fiduciaria che gestisce la Dicembre (l'intera operazione viene svolta alla presenza di esponenti del Consiglio dell'ordine degli avvocati).
Su quel mandato, però, c'è scritto anche altro: c'è scritto, per esempio, che il notaio Remo Morone sarebbe un nuovo indagato e lo sarebbe per un'accusa molto precisa, quella di falso ideologico in atto pubblico. A suo carico ci sarebbe la «declaratoria relativa alla composizione e alla struttura della Dicembre del 30 giugno del 2021, depositata poi all'ufficio del Registro delle imprese».
Gli inquirenti, quindi, si focalizzarono su alcune operazioni effettuate dal 2004 (vent'anni fa) al 2019 che sarebbero valse a determinare quella che è a tutti gli effetti la composizione attuale della Dicembre, i cui soci sono i fratelli Elkann (con John in posizione di netta maggioranza considerato che detiene quote per il 60%). Il dubbio dei magistrati, invece, è che i contratti con cui, morto Gianni, la loro nonna Marella Caracciolo, ha ceduto la nota proprietà del 40% che era intestati a lei (mantenendo tuttavia per sé il diritto di usufrutto) possano essere viziati da irregolarità e anomalie «tanto sotto il profilo documentale quanto sotto quello della regolamentazione della reale titolarità nel tempo delle quote della Dicembre».
Il linguaggio è quello giuridico dei cavalli, ma il concetto è relativamente semplice: se questa (che al momento altro non è che una semplice) ipotesi accusatoria dovesse essere confermata e provata senza ulteriori dubbi, ci potrebbe essere bisogno di determinare «una maggiore imposta sulla successione e donazione» perché aumenterebbe il valore dell'asse ereditario. Il passaggio non è secondario, anzi: in punta di diritto potrebbe valere un reato pesante come quello di truffa ai danni dello Stato (quantomeno per quel che concerne il pagamento al fisco delle tasse di successione). La documentazione fin qui analizzata dai pm e dalla Guardia di finanza, secondo gli investigatori, sarebbe incompleta e, in alcuni passaggi, avrebbe addirittura fatto nascere il sospetto di qualche alterazione.
Tutto ancora da chiarire, ovviamente, in un'epopea (quella dell'eredità dell'Avvocato) che si trascina oramai da tanto, forse troppo, tempo. E tutto nato da un esposto di Margherita Agnelli, figlia di Gianni e madre di John, Ginevra e Lapo, incentrato sull'effettiva residenza di Marella (che ha sottoscritto il suo testamento in Svizzera, Paese nel quale al momento della firma risiedeva) e che ha già indagato sia i tre fratelli Elkann che lo storico commercialista di famiglia Gianluca Ferrero che, appunto, il notaio elvetico Urs Von Gruenigen per reati che, a vario titolo, vanno dalla truffa alla frode fiscale. La procura di Torino ha ipotizzato un'evasione dell'Irpef per 42,8 milioni di euro (somma a cui si arriva sommando la rendita vitalizia di Marella e i redditi di capitali di alcune attività finanziarie), ma anche un ammanco di 32 milioni di euro per quanto riguarda imposte di successione e donazioni.
«Nessuno dei fratelli Elkann figura tra i destinatari delle perquisizioni» recenti, spiega una nota della famiglia, «per cui essi non sono a conoscenza degli elementi che fondano questa nuova iniziativa del pubblico ministero. Ribadiscono la certezza della legittimità di tutti gli atti relativi alla Dicembre e sono certi di poter provare nelle sedi opportune la correttezza del proprio operato. L'attuale assetto della Dicembre, così come il ruolo in essa ricoperto da John Elkann, riflettono le volontà di Gianni e Marella Agnelli, sono sostenuti da tutta la famiglia e non potranno essere modificati da alcuna azione giudiziaria». Resta il fatto, comunque, che nel complesso, qui, i procedenti aperti sono addirittura cinque, alcuni sul piano civile e altri su quello penale.
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