Ora legale permanente: 350 mila firme dicono no allo spostamento delle lancette
- Postato il 19 novembre 2025
- Di Panorama
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Svegliarsi e non sapere più che ora è. Non si tratta di jet lag, ma del cambio dell’ora che traumatizza molti italiani due volte l’anno. Arrivano però oltre 350mila firme per dire addio allo spostamento della lancetta, o meglio, all’ora solare. Una petizione che può trasformarsi in legge.

La mobilitazione dei promotori
La Sima, Società Italiana di Medicina Ambientale, e Consumerismo No Profit hanno lanciato una campagna di raccolta firme che ha superato le 350 mila adesioni. Le firme sono state consegnate ufficialmente il 17 novembre alla Camera dei Deputati, accompagnate dalla richiesta di avviare un’indagine conoscitiva presso la Commissione Attività Produttive.
Accanto alle associazioni, il deputato della Lega Andrea Barabotti che ha sostenuto l’iniziativa, presentandola formalmente in Parlamento.
Il percorso parlamentare
L’indagine conoscitiva presso la sala stampa della Camera rappresenta solo il primo passo di un iter articolato. Se approvata, la fase di indagine prevede una valutazione degli effetti dell’ora legale permanente su consumi energetici, impatto ambientale, salute pubblica, sicurezza stradale e abitudini sociali.
I lavori dovranno concludersi entro il 30 giugno 2026 con la presentazione di una proposta normativa, e solo successivamente potrà essere formulata una legge che abolisca definitivamente il cambio dell’ora.
Il contesto europeo
La questione ha già occupato in passato l’agenda europea: nel 2018 una consultazione pubblica della Commissione Europea aveva coinvolto 4,6 milioni di partecipanti, con l’84% favorevole all’abolizione del cambio d’ora. E nel 2019 il Parlamento Europeo approvò una direttiva che lasciava agli Stati membri la facoltà di scegliere autonomamente se mantenere l’ora solare o quella legale in modo permanente.
Tuttavia, il processo si è arenato a causa della pandemia e delle divergenze, con le perplessità di alcuni Stati, in particolare quelli del Nord, a causa della loro condizione di luce naturale, molto diversa da quella delle regioni mediterranee.
La storia dell’ora in Italia
L’Italia ha abbracciato per la prima volta il cambio dell’ora nel 1916, in pieno conflitto mondiale, per esigenze militari: ottimizzare l’utilizzo della luce naturale, contenere gli sprechi energetici e garantire maggiore efficienza nelle attività produttive durante il primo conflitto globale.
Successivamente si alternarono fasi di applicazione e di sospensione, creando incertezza e discontinuità. Solo nel 1966 si raggiunse una stabilizzazione: la Legge n.1144 sancì definitivamente l’adozione dell’ora legale, stabilendo che l’orario normale venisse spostato in avanti di sessanta minuti con validità a tutti gli effetti giuridici e pratici.
Vantaggi dell’ora legale permanente
Secondo Sima e Consumerismo, l’adozione dell’ora legale per tutto l’anno comporterà benefici per diversi settori, a partire dal fronte energetico con un risparmio di circa 720 milioni di kWh annui, equivalenti a 180 milioni di euro e al fabbisogno energetico di 266 mila famiglie.
Anche il commercio al dettaglio, il turismo e la ristorazione trarranno vantaggio dall’estensione delle ore di luce serale: più persone fuori casa dopo il lavoro, più acquisti, più consumi.
Dal punto di vista ambientale, la riduzione dei consumi energetici porterà a un calo delle emissioni di CO₂, contribuendo agli obiettivi di sostenibilità.
C’è poi il fattore biologico e psicologico: eliminare il cambio semestrale dell’orario eviterà l’alterazione dei ritmi circadiani, con benefici per la circolazione sanguigna e la qualità del sonno.
Le criticità per le regioni settentrionali
Non mancano però dubbi e critiche. In inverno, con l’ora legale tutto l’anno, le mattine saranno più buie, creando difficoltà per chi inizia presto la giornata, come lavoratori e studenti.
Nonostante i potenziali benefici, l’alterazione permanente rispetto al ciclo naturale giorno-notte può creare problemi nella qualità del sonno per le persone più sensibili ai ritmi biologici.
Il verdetto arriverà entro giugno 2026, quando il Parlamento sarà chiamato a decidere se dire definitivamente addio al cambio dell’ora.
Fino ad allora, molti italiani resteranno in quella stessa sensazione iniziale: svegliarsi e non accorgersi che l’ora è stata spostata, in attesa di capire se questo rito semestrale diventerà un ricordo.