ONU, conferenze all’Università per la Pace: economia e intelligenza artificiale al centro del dibattito
- Postato il 6 maggio 2025
- Economia
- Di Blitz
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Con i saluti del Rettore dell’Università per la Pace dell’ONU in Italia, Francisco Rojas Aravena, si è aperta l’UPEACE CONFERENCE, una giornata all’insegna di due significative conferenze tenute lunedì 5 maggio presso la delegazione italiana dell’ateneo, a Palazzo Falletti a Roma. Un’importante occasione di confronto che ha visto partecipare esperti internazionali, accademici e professionisti impegnati nei temi dell’economia, dell’innovazione e della geopolitica.
Dopo il saluto di Roberto Savio, Rappresentante Diplomatico dell’UPeace, il Rettore ha introdotto i lavori raccontando il lavoro e l’impegno dell’UPeace per una «formazione responsabile delle giovani generazioni – ha dichiarato – affinché sviluppino una visione critica e consapevole sui temi più contemporanei e attuali, in chiave geopolitica e sociale. Il ruolo della sede romana è di aprire sempre di più a questi dibattiti».
La giornata si è aperta con la presentazione italiana dei volumi “Noonomia” di Sergey Bodrunov e “Strategizzare le trasformazioni sociali: Noonomia, Sapere, Tecnologia” di Vladimir Kvint e Sergey Bodrunov, entrambi editi Sandro Teti Editore. La teoria della Noonomia – che si pone come alternativa all’attuale società economica attraverso un approccio non economico basato sulla conoscenza, la cultura e il soddisfacimento dei bisogni umani concreti -, è il risultato di molti anni di lavoro di ricerca scientifica di Bodrunov, economista, membro dell’Accademia russa delle Scienze, rettore dell’Istituto Sergej Witte per il nuovo sviluppo industriale di San Pietroburgo, presidente della Libera Società Economica Russa.
Importante il confronto sollevato da Bodrunov sull’accoglienza di questa teoria:
«La reazione alla presentazione dell’idea nuova, di una teoria, di norma, è positiva, ma in generale dipende sempre da molti fattori: innanzitutto da chi è il pubblico. In un auditorium dove si trovano persone che svolgono attività di ricerca scientifica, questa teoria è solitamente accolta in modo molto positivo, perché si sta parlando con specialisti a cui non è necessario spiegare o chiarire gli aspetti fondamentali. Ma capita anche un pubblico “non preparato”, per questo il nostro è un grande lavoro e bisogna farlo scegliendo un lessico e delle spiegazioni adatte ai fondamenti e agli argomenti di cui si parla. Ogni specialista parla il proprio linguaggio, ma bisogna imparare a tradurre tutto in un linguaggio comprensibile per il pubblico affinché una nuova teoria venga accolta. Del resto anche altri concetti scientifici hanno richiesto spiegazioni per chi non era introdotto o immerso in essi fin dall’inizio».
Sono intervenuti, oltre gli autori, il Prof. Andrea Cerroni (Università Bicocca di Milano):
«La Noonomia si inserisce in un contesto di elaborazioni teoriche molto importanti sulla società contemporanea. Il momento preciso nel quale questo avviene e i soggetti provenienti da tutto il mondo che abbiamo potuto ascoltare si uniscono in una formula che unisce la conoscenza con la partecipazione democratica dei cittadini, attraverso le sensibilità che sono state mostrate, e con il contesto di sviluppo quanto mai urgente del processo di pace».
Il Prof. Stefano D’Addona (Università Roma Tre):
«Ritengo i temi trattati in questo convegno fondamentali per la crescita, lo sviluppo della nostra ricerca in ambito economico. È il momento di renderci conto come questa nuova rivoluzione si possa paragonare alla rivoluzione industriale dell’intelligenza artificiale. Formerà e plasmerà il mercato del lavoro del futuro e quindi è nostro compito, come docenti, parlare con i nostri ragazzi e renderli edotti per indirizzarli nei giusti percorsi per il loro futuro».
Al tavolo anche il Prof. Derrick de Kerckhove (Direttore Scientifico di Media Duemila):
«Questo contatto con la Russia è particolarmente interessante: si tratta di un contenuto che è urgente e mi piace di sapere che anche i russi pensano che sia urgente ripensare un po’ non solo l’economia, ma il mondo, la mente e la gente. Noonomia è l’economia delle conoscenze, e chiaramente stiamo andando sempre più avanti. La problematica che manca nei discorsi che ho sentito stamattina è l’ambiente, ma l’ambiente è fondamentale perché dobbiamo essere tutti parte della Terra. L’economia non basta – conclude – si deve pensare globalmente a tutti gli abitanti della Terra, non solo quelli umani».
Hanno concluso la prima parte della giornata la Prof.ssa Svetlana Bodrunova (Università di San Pietroburgo) e, in collegamento da New York, il Prof. Jeffrey Sachs (Columbia University).
I lavori sono ripresi nel pomeriggio con un dialogo interdisciplinare sull’impatto dell’intelligenza artificiale nei nuovi equilibri globali guidato dal Direttore Accademico dell’UPeace, Prof. Sergio Bellucci:
«Appuntamenti come questo segnalano l’urgenza di diffondere la consapevolezza e la conoscenza intorno a questo passaggio storico della transizione. Un nuovo modo di produzione del valore indica la necessità di una nuova politica orientata alla cooperazione internazionale. L’Europa e l’Italia stanno investendo molti miliardi per recuperare il gap con Cina e USA, noi chiediamo che almeno l’1% dei fondi stanziati per l’Intelligenza Artificiale dall’Europa – circa 200mld di euro – siano destinati alla Pace e agli studi sull’impatto sociale di queste tecnologie».
Il Professore ha moderato i contributi tra cui quello di Don Andrea Ciucci, della Pontificia Accademia per la Vita:
«Cosa hanno da offrire le religioni e le tradizioni religiose all’attuale dibattito sull’intelligenza artificiale? Direi una sapienza e un’idea di umanità e di società. Perché di questo abbiamo bisogno. La forza del dibattito sull’etica dell’intelligenza artificiale non può ridursi semplicemente a un approccio di tipo contenitivo, dobbiamo mettere paletti piuttosto davanti a delle tecnologie così potenti. Dobbiamo chiederci dove vogliamo andare, che tipo di umanità e società vogliamo. Ecco, in questo dibattito credo che le religioni e le loro tradizioni possano offrire un contributo a patto che si stia attenti a non difendere loro stesse, ma l’umanità intera».
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