Onorevoli di Calabria: Gennaro Cassiani

  • Postato il 29 settembre 2025
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Onorevoli di Calabria: Gennaro Cassiani

Chi sono gli Onorevoli di Calabria, scopriamo le biografie dei parlamentari che dal 1946 ad oggi hanno rappresentato i calabresi in Parlamento, conosciamo Gennaro Cassiani


Il 2 giugno del 1946, alle elezioni per l’Assemblea costituente, Gennaro Cassiani è il più votato della Calabria, con oltre 53.000 preferenze. Un risultato non estemporaneo, ma frutto di un lungo percorso politico iniziato molti anni prima.

Cassiani era nato a Spezzano Albanese nel 1903, da Ferdinando, avvocato, e Teresa Arabia, figlia del giurista e politico Ambrogio e cresciuta a Cosenza in un ambiente culturalmente aperto e stimolante. Da giovane era stato laico e antifascista, mazziniano e radicale, influenzato dalla famiglia della madre e dalla personalità dei suoi professori del Liceo Telesio, lo scrittore Nicola Misasi e il fondatore del Partito socialista in Calabria, Pietro Mancini. Si era poi laureato in Giurisprudenza, a soli 21 anni, con una tesi sul diritto di resistenza, che nel 1925, in piena dittatura fascista, era una decisa prova di carattere e di coraggio. Respinto dalla scuola allievi ufficiali per ragioni politiche, aveva poi intrapreso la professione forense, con un immediato successo.

Nel 1932 pubblica un opuscolo, “Il nuovo patto sociale”, che vedeva nella Carta del Lavoro voluta dal Ministro Giuseppe Bottai una sorta di realizzazione degli ideali di Giuseppe Mazzini. Un punto di vista, il suo, che all’epoca fu comune a molti altri socialisti e quindi non deve meravigliare più di tanto.

Nel corso degli Anni Trenta, però, abbandona anticlericalismo e socialismo. Inizia a collaborare con il giornale dei cattolici di Cosenza “Parola di Vita”, diretto da don Luigi Nicoletti. È la svolta della sua vita politica e non solo.

Durante la Liberazione, Cassiani si è subito affermato come il leader indiscusso della DC in Calabria, schierandosi a favore della Repubblica nella questione istituzionale. Nello stesso periodo, appoggia la “Svolta di Salerno”, che facendo cadere la pregiudiziale antimonarchica aprì la strada alla nascita del secondo Governo Badoglio, sostenuto dai partiti antifascisti. Nel luglio 1944, fu il terzo eletto, dopo De Gasperi e Rodinò, nel Consiglio Nazionale della DC e poco dopo entrò nella Direzione del partito.

Con il secondo gabinetto Bonomi, inizia la sua lunga stagione al Governo che lo porterà ad interrompere l’attività professionale e a trasferirsi a Roma. Il primo incarico è di Sottosegretario ai Lavori Pubblici. Per poi trasferirsi con lo stesso ruolo al Ministero del Lavoro con Parri e De Gasperi Presidenti del Consiglio. Nel 1948, l’anno della vittoria democristiana sul Fronte Popolare, passerà con il quinto Governo De Gasperi alla Giustizia.

Negli ultimi due gabinetti De Gasperi e con Pella è Sottosegretario al Tesoro. Poi con Fanfani arriva finalmente la nomina a Ministro, con responsabilità della Poste e Telecomunicazioni. Maneterrà l’incarico con Scelba, per passare alla Marina Mercantile con Segni e Zoli.

Siamo così al 1958. Alle elezioni raccoglie 118.000 voti, ma l’alleanza di centrosinistra voluta da Moro lo porterà all’opposizione interna al partito. È l’inizio del declino, mentre si fa avanti una nuova generazione di campioni delle preferenze. Passato il tempo dei notabili, iniziava l’era dei professionisti della politica. Così, nel 1963 dimezza i consensi e nel 1968, probabilmente per evitare un confronto ormai impari con leader di una o due generazioni successive alla sua, si candida al Senato nel collegio uninominale di Castrovillari-Paola, venendo eletto con un ampio consenso. Confermerà il seggio anche nel 1972.

Lo stesso anno, Andreotti diventato Presidente del Consiglio lo vorrà di nuovo Ministro della Marina mercantile nei suoi primi due Governi, che dureranno in carica complessivamente qualche mese.

Nel corso della sua carriera politica si è molto impegnato per promuovere l’industrializzazione dell’agricoltura e per difendere la cultura arbëreshë, di cui fu anche un profondo studioso. Si rivolse spesso alle minoranze albanesi del sud Italia. Nel 1968 parlò a Roma, in piazza Albania, davanti a migliaia di persone per commemorare il V centenario della morte dell’eroe Scanderbeg, Giorgio Castriota. È stato anche l’ispiratore della legge speciale per la Calabria del 1955. Nel 1976 decide di ritirarsi dalla politica attiva. Il 18 aprile del 1978, mentre l’Italia seguiva con ansia la tragica prigionia di Aldo Moro, Cassiani partecipa al suo ultimo incontro pubblico: è all’Istituto Sturzo, per celebrare i 30 anni della vittoria alle elezioni della Prima legislatura. Morirà poche mesi dopo.

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