Ondata di attacchi hacker filorussi ai siti web istituzionali: colpiti i portali di due ministeri. Offensiva anche durante la visita di Zelensky

  • Postato il 11 gennaio 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Diversi siti web istituzionali sono stati hackerati giovedì 9 gennaio, durante la visita in Italia del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. L’attacco ha colpito, tra gli altri, i portali dei ministeri delle Infrastrutture e dei Trasporti e dello Sviluppo economico: si è trattato di un’azione di tipo DDoS (distributed denial of service, negazione distribuita del servizio), che consiste nell’inondare i siti con un massiccio traffico di dati in entrata proveniente da molte fonti diverse, fino a renderli non più in grado di funzionare. A quanto si apprende, l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale ha supportato le attività di ripristino e tutti i siti sono tornati online.

A rivendicare l’offensiva è stato il collettivo filorusso “NoName057(16)”: “Il primo ministro italiano Giorgia Meloni ha confermato il continuo e completo sostegno all’Ucraina durante un incontro con Volodymyr Zelensky durante la sua visita”, ha scritto sul proprio canale Telegram. “Secondo Meloni, l’Italia aiuterà l’Ucraina a difendere i propri interessi e a raggiungere una pace giusta e duratura. I negoziati sono durati circa un’ora e miravano a rafforzare la posizione di Kiev. L’Italia dovrebbe iniziare ad aiutare sé stessa, e prima di tutto la sua sicurezza informatica”.

Una nuova ondata di attacchi firmati dallo stesso collettivo, ancora di tipo DDos, si è verificata anche nella mattinata di sabato 11 gennaio, provocando qualche disagio ed interruzione temporanea del servizio: l’Agenzia per la cybersicurezza è al lavoro per risolvere il problema. Tra i siti attaccati quelli dei ministeri degli Esteri e delle Infrastrutture e Trasporti, nonché i portali di Consob, Carabinieri, Marina e Aeronautica. Ancora, sono stati colpiti i siti di aziende del trasporto pubblico locale come l’Atac di Roma, l’Amat di Palermo e l’Amt di Genova. Tra le strategie difensive usate contro questi attacchi ci sono il “geofencing”, cioè il blocco alle richieste d’accesso provenienti da alcune aree geografiche (ad esempio la Russia) e il reindirizzamento del traffico.

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Il Fatto Quotidiano

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