Omicidio Vassallo, le accuse del pentito al colonnello Cagnazzo: “Lui e il brigadiere-killer Cioffi erano come due fratelli”
- Postato il 22 novembre 2024
- Giustizia & Impunità
- Di Il Fatto Quotidiano
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Nel verbale fiume ai pm di Salerno sull’omicidio del sindaco di Pollica Angelo Vassallo il collaborante Romolo Ridosso ha parlato anche del colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo: “Lui e (il brigadiere, ndr) Lazzaro Cioffi erano come due fratelli, c’era un rapporto speciale. Quando ho avuto paura di Cioffi, ho avuto paura anche di Cagnazzo, perché erano la stessa cosa. Mi fu detto (dall’imprenditore Giuseppe Cipriano e da Cioffi, ndr) che non avrei dovuto preoccuparmi di nulla perché se la sarebbe vista per tutto il colonnello Cagnazzo”. In che modo? “In particolare mi dissero che lui avrebbe preso tutte le telecamere e quindi nessuno avrebbe potuto capire che io avevo accompagnato Cipriano a fare il sopralluogo ad Acciaroli”.
Parole che vanno lette alla luce di quanto detto, nel corso dello stesso interrogatorio, da Ridosso – come rivelato in anteprima da ilfattoquotidiano.it – a proposito dell’uccisione di Vassallo: “Fu Cioffi l’esecutore materiale, me lo disse Cipriano nel suo cinema, l’Odeon, a Scafati”. Le parole del pentito risalgono all’11 e al 12 novembre scorso. Pochi giorni dopo il suo arresto e quello degli altri tre accusati del delitto: Cipriano (difeso dall’avvocato Giovanni Annunziata), Cioffi (difeso dagli avvocati Giuseppe Stellato e Luigi Liguori) e Cagnazzo (difeso dall’avvocato Ilaria Criscuolo), che avrebbero agito per zittire Vassallo e impedirgli di denunciare i loro traffici di droga su Acciaroli.
Le dichiarazioni di Ridosso vanno soppesate e analizzate con attenzione: non sono precise e il procuratore Giuseppe Borrelli gli contesta discrepanze e contraddizioni. L’11 novembre Ridosso colloca le confidenze di Cipriano su Cagnazzo in un incontro a Lettere nel settembre 2010, una decina di giorni dopo l’omicidio, avvenuto il 5 settembre 2010. Il giorno dopo, il 12 novembre, invece le attribuisce a un colloquio avvenuto a dicembre 2010 nell’ufficio di Cipriano presso il cinema. “Dopo aver ricevuto lettura delle mie precedenti dichiarazioni, le confermo dicendo che parlai di Cagnazzo in entrambe le circostanze”.
Singolare anche il tenore delle dichiarazioni su come Ridosso metabolizzò le notizie ricevute, e del suo colloquio con Cioffi dopo aver appreso da Cipriano che era stato lui il killer. “Una settimana dopo (dicembre 2010, ndr) andai al distributore di Cioffi e gli raccontai di quanto appreso dal Cipriano. Lui si mise a ridere e disse di non dargli retta, poi aggiunse che io ormai stavo sulla montagna, perché ero innamorato e mi consigliò di ritornare lì e a rimanerci. Fu quello il momento in cui io iniziai ad aver paura di Cioffi”. Dopo quella strana conversazione, Ridosso dice che ogni volta che andava a incontrarlo, prima avvertiva compagna e familiari.
Il richiamo al distributore di benzina è centrale per capire i come e i perché dei presunti rapporti tra Cipriano, Cioffi e Cagnazzo. Il brigadiere in servizio al gruppo di Castello di Cisterna, nella sezione catturandi guidata da Cagnazzo, aveva rilevato una pompa a Scafati, città di Cipriano. Dove, a dire di Ridosso, anche Cagnazzo, a partire dal 2007, andava spesso per fare rifornimento e far lavare l’auto. Ridosso afferma che Cipriano e Cioffi facevano parte dello stesso sodalizio criminale e che lui si era ritagliato il ruolo di “garante per gli acquisti di carburante a credito che facevano i camionisti del “Parcheggio del Sole”. Capitava, in buona sostanza, che qualcuno chiedesse una dilazione o che non pagasse tempestivamente ed allora Cioffi si rivolgeva a me per rientrare delle somme”. Prassi che cesserà l’anno dopo l’omicidio Vassallo, e con questa i suoi rapporti con il carabiniere.
Ridosso inoltre sostiene di aver assistito a una dazione di soldi di Cioffi a Cagnazzo a Cimitile, avvenuta dopo l’omicidio. “Cioffi aveva nel borsello una busta contenente dei soldi che gli aveva dato Cipriano sulla pompa di benzina, circostanza da me constatata personalmente. Io quello che posso dire è che quando scendemmo Cioffi prese il borsello dalla macchina e s’intrattenne con Cagnazzo. Non assistetti al colloquio tra i due in quanto mi recai all’interno nel negozio dove avvenne l’appuntamento per vedere come lavava i cani. Quando ritornammo in auto io vidi che il borsello aveva un volume minore”. Di eventuali contatti diretti tra Cipriano e Cagnazzo, Cioffi ne pare ricordare uno solo: avvenne al distributore di Cioffi, nel 2008, durante le indagini per l’omicidio del tenente Pittoni. I pm di Salerno hanno depositato anche l’interrogatorio di garanzia di Cipriano. L’imprenditore nega tutto e sostiene che Ridosso “si sia inventato tutto”: il sopralluogo ad Acciaroli del 3 settembre 2010, l’incontro a Lettere, l’incontro in distributore con Cagnazzo: “Il colonnello l’ho visto per la prima volta in tv alle Iene”.
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