Omicidio Nada Cella, Annalucia Cecere sarà processata per il delitto
- Postato il 20 novembre 2024
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- Di Genova24
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Genova. La Corte d’appello di Genova ha deciso: Anna Lucia Cecere deve essere processata per l’omicidio di Nada Cella, la giovane segretaria uccisa il 7 maggio 1996 nello studio del commercialista Marco Soracco.
Il decreto che dispone il giudizio è stato pronunciato dal presidente della terza sezione del tribunale Vincenzo Papillo, dopo circa due ore di camera di consiglio. A processo anche Marco Soracco e l’anziana madre Marisa Bacchioni, imputati di favoreggiamento e false dichiarazioni al pm.
Il processo comincerà il prossimo 6 febbraio davanti alla Corte d’assise presieduta dal giudice Massimo Cusatti.
Nella lunga udienza durata fino alle 17 del pomeriggio a sostenere le tesi della procura c’era il procuratore generale Mario Pinelli. In aula non era presente la mamma di Nada Cella, Silvana Smaniotto, né gli imputati. Dopo il pg hanno parlato i difensori di parte civile Laura Razetto e Sabrina Franzone, poi gli avvocati degli imputati Andrea Vernazza per Soracco e la madre, Gabriella Martini e Giovanni Roffo.
L’inchiesta era stato riaperta nel 2021 dopo la rilettura dei vecchi atti da parte della criminologa Antonella Delfino Pesce e dall’avvocata della famiglia Sabrina Franzone. L’inchiesta era stata affidata dalla pm Gabriella Dotto alla squadra mobile.
Per la Procura Cecere (difesa dagli avvocati Giovanni Roffo e Gabriella Martini) avrebbe ucciso Cella perché voleva prendere il suo posto a lavoro e nel cuore di Soracco. I giudici potrebbero decidere mercoledì stesso. La decisione potrà anche essere impugnata in Cassazione, ma solo per questioni relative alle legittimità.
A marzo la giudice Angela Nutini aveva prosciolto Cecere perché a suo avviso quelli raccolti dalla procura sono “sospetti“. Sospetti che non possono “portare a formulare una ragionevole previsione di condanna”, come vuole la riforma Cartabia, e che renderebbero “inutile il dibattimento” visto il quadro probatorio per alcuni aspetti “contraddittorio e insufficiente”. Il gup aveva prosciolto anche il commercialista e l’anziana madre Marisa Bacchioni, questi ultimi accusati di favoreggiamento e false dichiarazioni.
La pm Gabriella Dotto aveva fatto appello contro la decisione sostenendo che nella sentenza di proscioglimento c’erano ldiversi “travisamenti, ma anche implicitamente ripetute omissioni di valutazioni di temi e argomenti di fondamentale importanza”. Una sentenza – aveva scritto la Procura che “ha svilito la complessità della vicenda” e in cui viene emesso un “giudizio prognostico di inutilità del dibattimento” che secondo la Procura però “si fonda su erronee valutazioni delle prove, spesso considerate erroneamente meri sospetti, anziché indizi gravi o addirittura prove, e talvolta compromesse da ricostruzioni erronee, palesemente contraddette dagli elementi presenti in atti”.