Omicidio Giulia Tramontano, per la difesa “Alessandro Impagnatiello non è crudele, voleva solo uccidere il feto”
- Postato il 23 giugno 2025
- Cronaca
- Di Blitz
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Alessandro Impagnatiello è un “non crudele”, ma una persona travolta dal suo “immenso castello di bugie” che “non premedita” l’omicidio della compagna ma accetta una gravidanza non desiderata pur di mantenere “l’immagine perfetta che ha sempre voluto dare di sé”. A dipingere questo ritratto del 32enne condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio di Giulia Tramontano e di Thiago, il bimbo che la donna aveva in grembo, è la sua avvocata Giulia Geradini nelle carte dell’appello che si discuterà mercoledì 25 giugno.
Quel faccia a faccia tra le due donne da cui Impagnatiello fugge, precede di circa due ore il ritorno a casa di Giulia Tramontano e l’agguato con le costerà la vita. Per la difesa non c’è la premeditazione dato che la condotta dell’imputato, prima e dopo il delitto, è “grossolana e maldestra”.

Il veleno per topi
Tra i vari punti sollevati dalla difesa c’è quello del veleno per topi, le cui ricerche si concentrano “sempre ed esclusivamente sul feto, in quanto lo scopo era provocare l’aborto della Tramontano e non causarne la morte”. Thiago, il bambino mai nato, è “un ostacolo per la sua carriera, per la sua vita, per l’acquisto della casa futura e per la relazione con Tramontano. Se in cuor suo avrebbe voluto interrompere la gravidanza, l’immagine perfetta che l’imputato ha sempre voluto dare di sé, in relazione ai propri tratti di personalità, non glielo permise”.
Quanto all’aggravante della crudeltà, la vittima è stata colpita alla schiena e “non ha avuto il tempo di accorgersi di ciò che stava accadendo, diversamente avrebbe tentato di voltarsi e sul suo corpo vi sarebbero stati segni di difesa, e quindi di rendersi consapevole che con lei sarebbe morto anche il bambino” sostiene l’avvocata.
Impagnatiello, stando a quanto presentato dalla sua difesa, avrebbe quindi diritto alle attenuanti generiche poiché “ha immediatamente manifestato alla famiglia della vittima il suo pentimento e le sue scuse. Nel corso del dibattimento non si è sottratto ad un lungo e articolato esame in cui ha manifestato tutte le sue fragilità, facendo una lucida analisi della condotta tenuta ai danni della Tramontano mettendosi a nudo circa l’immenso castello di bugie costruito di cui è rimasto travolto”.
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