Omicidio di Hekuran Cumani, in carcere un 21enne di Perugia. Agli amici ha detto: “Ho bucato qualcuno”
- Postato il 1 novembre 2025
- Cronaca Nera
- Di Il Fatto Quotidiano
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Prima la serata in discoteca, poi una discussione su una partita di calcio e infine la violenta rissa culminata con la morte del 23enne Hekuran Cumani, raggiunto da una coltellata al petto nel parcheggio antistante la facoltà di matematica nella zona universitaria di Perugia, la notte del 18 ottobre. Dopo due settimane di indagini e accertamenti, la Squadra mobile ha arrestato un ventunenne incensurato residente nel capoluogo umbro: il reato contestato nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip è omicidio pluriaggravato.
Secondo il procuratore di Perugia ci sono “elementi granitici” nell’indagine condotta dalla polizia. Tra cui la frase “ho bucato qualcuno” riferita dall’arrestato ad alcuni amici ai quali gli inquirenti ritengono abbia mostrato anche un coltello sporco di sangue. Gli inquirenti hanno anche riscostruito quanto accaduto quella notte. Nella lite sono stati coinvolti due gruppi di giovani, uno di Perugia e l’altro – quello della vittima – di Fabriano giunti in città per una serata in discoteca. Tutti cittadini italiani ma diversi con famiglie originarie del nord Africa, quelli residenti in Umbria, mentre di origini albanesi i marchigiani. E proprio mentre alcuni del gruppo di Perugia parlavano di calcio fuori della discoteca è stato rivolto un “Forza Marocco” da uno dei fabrianesi al quale è stato replicato con un insulto. Sarebbe stata questa la scintilla che ha innescato la lite.
In base a quanto accertato dalla squadra mobile di Perugia, un diciottenne – recentemente finito in carcere per l’aggravamento del divieto di dimora a Perugia a cui era sottoposto per un altro episodio – si era fatto raggiungere dalla fidanzata per prendere un coltello custodito nella vettura. L’aveva quindi brandito verso l’altro gruppo per poi buttarlo a terra. Nel frattempo, in un’altra parte del parcheggio, c’erano state altre colluttazioni. Dalle indagini è emerso che il ventunenne di Perugia – ora arrestato – dopo aver raccolto il coltello lanciato a terra dall’amico e con un secondo nell’altra mano, si sarebbe scagliato contro Hekuran Cumani, colpito con un unico fendente al torace. Poi la fuga.
L’aggressore, subito dopo i fatti, aveva adottato comportamenti volti a nascondere le tracce del reato, sempre secondo quanto ricostruito dalle indagini: si sarebbe disfatto del coltello utilizzato nell’aggressione (non ancora ritrovato), avrebbe tentato di liberarsi di alcuni indumenti indossati quella notte e, infine, avrebbe consegnato agli inquirenti un telefono diverso da quello che aveva con sé quella notte.
Tutti gli elementi acquisiti hanno consentito di ritenere sussistente sia un grave quadro indiziario, convergente nei confronti del giovane 21enne ritenuto responsabile di omicidio volontario aggravato anche dai futili motivi, sia anche le esigenze cautelari del pericolo di reiterazione del reato, considerata la personalità del 21 enne, che malgrado la sua formale incensuratezza si è accertato girava sistematicamente armato di coltello, e di quello di inquinamento probatorio evidenziato dalle già descritte attività poste in essere, che hanno consentito di richiedere al Gip la più grave misura cautelare della custodia in carcere. Il procuratore ha infine rivelato un “fatto strano e inquietante“: l’incendio dell’auto, parcheggiata davanti casa, del padre di un amico dell’accusato di omicidio, presente alla lite ma non partecipe del delitto.
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