Oltre Sinner e Alcaraz: esiste il Big Three? I baby fenomeni pronti a stupire nel 2026

  • Postato il 21 novembre 2025
  • Di Virgilio.it
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Da un paio d’anni il tennis maschile vive una nuova normalità: Jannik Sinner e Carlos Alcaraz si spartiscono Slam, Masters 1000 e settimane al vertice del ranking. Sono giovani, vincenti e già riconoscibilissimi anche fuori dalla bolla degli appassionati. Di fatto, abbiamo un Big Two.

Quello che manca, rispetto ai tempi di Federer–Nadal–Djokovic, è il terzo incomodo stabile: qualcuno che non si limiti a strappare un torneo ogni tanto, ma che si insedi in modo strutturale accanto a loro. Attorno a questo vuoto si è aperta una caccia globale al “prescelto”: c’è chi guarda ai ragazzi già in top 10, chi ai teenager esplosi nei Masters, chi addirittura agli under 18 e 16 che dominano il circuito junior.

I nomi che già circolano e non hanno fatto il salto

La caccia al “terzo uomo” è iniziata da tempo e questi sono i tennisti già affermati che, per un motivo o per un altro, sono stati indicati come possibile terzo incomodo accanto a Sinner e Alcaraz senza però riuscire, finora, a rivestire pienamente questo ruolo. Holger Rune è il “candidato storico” al ruolo di terzo elemento: il talento non si discute, il problema è la continuità, che lo ha tenuto un passo indietro rispetto alla regolarità feroce di Sinner e Alcaraz.

Ben Shelton è il giocatore che tanti ex campioni indicano come il più pronto a trasformarsi nell’americano di riferimento per il prossimo decennio, ma al momento resta ancora un passo indietro ai Big Two.

Jack Draper ha impiegato più tempo ad affermarsi per via degli infortuni, ma l’ultimo biennio lo ha proiettato tra i possibili protagonisti. Manca ancora un risultato davvero profondo negli Slam.

Tennis Atp, la generazione 2004–2006

Questa è la fascia in cui oggi si cercano i veri eredi diretti di Sinner e Alcaraz: ragazzi che a 18-20 anni stanno già vincendo nel Tour.

Arthur Fils è, ad oggi, il 2004 più avanti di tutti. Francese, cresciuto tra i campi in cemento dell’Ile-de-France, ha portato in campo una combinazione di fisico, potenza e personalità che ha subito attirato l’attenzione.

Chi è Arthur Fils

Il salto di qualità è arrivato con il titolo ad Amburgo nel 2024: un ATP 500 vinto battendo lungo la strada specialisti della terra come Báez e, soprattutto, Alexander Zverev in finale, in casa del tedesco, al termine di un match tiratissimo deciso al tie-break. In quella settimana ha salvato quasi tutte le palle break affrontate, dando l’idea di uno che, quando conta, il livello lo alza.

Da lì in poi Fils ha aggiunto un altro ATP 500 (a Tokyo) e una serie di quarti di finale nei Masters 1000 che lo hanno spinto fino alla top 15, quota importante per uno che non ha ancora compiuto 21 anni. Negli Slam ha già assaggiato la seconda settimana e, per quello che si è visto, è più una questione di continuità che di livello: il tennis c’è, il repertorio è completo, la capacità di spostare l’avversario con servizio e dritto è da giocatore di élite.

L’unico vero punto interrogativo riguarda la tenuta fisica, in particolare qualche problema alla schiena che ne ha frenato la corsa in alcune fasi della stagione. Ma se il corpo lo assiste, Fils ha tutte le caratteristiche per diventare il volto di punta della nuova generazione francese e uno dei primi candidati a inserirsi, sul medio periodo, nel gruppo che proverà a mettere il naso tra Sinner, Alcaraz e i vari “terzi uomini” di passaggio.

Jakub Mensik, cosa dice la carta di identità

Jakub Mensik è il classico caso in cui guardi la carta d’identità e ti sembra ci sia un errore. È nato nel 2005, ma si muove e regge la pressione come uno che il circuito lo frequenta da anni. Ceco di Prostějov, quasi due metri d’altezza, ha già messo la firma su un’impresa che da sola lo colloca in prima fila tra i baby fenomeni: il trionfo al Masters 1000 di Miami 2025, primo titolo ATP della carriera, conquistato battendo Novak Djokovic in finale e gestendo due tie-break con una freddezza da veterano.

Quel titolo gli ha spalancato le porte della top 20 e, soprattutto, gli ha cucito addosso l’etichetta di teenager più “pesante” del circuito maschile: pochi alla sua età possono vantare un Masters in bacheca e un palmarès già così carico di vittorie su avversari di alto livello.

Gli manca ancora il grande acuto negli Slam – per ora si è fermato al terzo turno – ma per potenza di servizio, qualità del dritto e solidità mentale nei momenti importanti è il nome che più di tutti, tra i giovanissimi, somiglia a un futuro habitué della seconda settimana nei Major. In un tennis che va sempre più verso giocatori alti, atletici e aggressivi, Mensik sembra disegnato in laboratorio per restare a lungo nella fascia alta della classifica.

Joao Fonseca, la risposta del Brasile

Joao Fonseca è la risposta del Brasile all’era Sinner-Alcaraz. Nato a Rio de Janeiro nel 2006, ha iniziato a farsi notare nel 2024 vincendo le Next Gen ATP Finals, e non come semplice comparsa: ha dominato il torneo, chiudendo la settimana da imbattuto, ed è stato il terzo diciottenne della storia – dopo Sinner e Alcaraz – a sollevare quel trofeo.

Da lì in poi la sua crescita è stata una rincorsa a tutta velocità. Nel 2025 ha messo in fila le prime pietre pesanti della carriera: titolo ATP sulla terra di Buenos Aires, poi il salto di qualità con il successo a Basilea, un ATP 500 che lo ha riportato alla memoria, almeno a livello simbolico, i giorni d’oro di Kuerten.

In mezzo, un passaggio agli Australian Open che resterà come manifesto del suo potenziale: entrando dalle qualificazioni, ha steso in tre set Andrey Rublev, testa di serie in top 10, e allungato a quattordici la striscia di vittorie consecutive tra Challenger, Next Gen e Slam.

Fonseca è un giocatore istintivo, offensivo, con un tennis che vive di accelerazioni improvvise e di coraggio nei momenti caldi. Il fatto che tutto questo sia già accompagnato da risultati “veri” – titoli ATP, un 500, vittime illustri negli Slam – spiega perché molti lo vedano come uno dei candidati più credibili a entrare, tra qualche anno, nel giro ristretto di chi può disturbare il duopolio Sinner–Alcaraz.

Oltre Sinner e Alcaraz: i nomi da segnare

Tra gli altri nomi che circolano, Learner Tiebn (2005) è il profilo “cervello e mano”: mancino non enorme fisicamente, già capace di eliminare top 10 in Slam grazie alla varietà e alla lucidità tattica. Alex Michelsen (2004) è il prototipo del giocatore moderno da cemento: servizio, aggressività, continuità. È già stato stabilmente nella zona 30 ATP.

Juncheng Shang (2005) ha già un titolo ATP, diversi terzi turni Slam e un tennis molto completo da fondo. Sono, insieme a Mensik-Fonseca-Fils, la prima generazione pronta a dare fastidio serio a Sinner e Alcaraz.

Dal 2007 in poi: la vera generazione “baby”

Da qui in avanti entriamo nel territorio dei junior d’élite e dei primissimi passi tra i pro. Tutti ragazzi di belle speranze che potrebbero dare quella scossa che il circuito ATP comincia ad attendere con ansia per vedere chi possa se non spezzare, quantomeno limitare il predominio della coppia Alcaraz-Sinner. Tra i 2007 ci sono numerosi profili interessanti:

  • Federico Cinà (Italia). Palermitano, figlio e allievo di Francesco Cinà (ex coach di Roberta Vinci). Ex numero 4 junior ITF, ha vinto titoli ITF, raggiunto una finale Challenger e messo in cascina le prime vittorie nei Masters 1000, sfondando la barriera della top 200 ATP. Per l’Italia è il nome chiave dietro Sinner e Cobolli nella fascia più giovane. Per distacco, è il 2007 più avanti come carriera pro complessiva: primo del suo anno a raggiungere una finale Challenger e vincere un match di main draw in un Masters 1000 (Miami e Madrid 2025).
  • Justin Engel (Germania). È uno dei più giovani giocatori dai tempi di Alcaraz a vincere un match ATP. Sta già lavorando quasi esclusivamente sul circuito pro e rappresenta uno dei tanti segni della profondità della scuola tedesca. È il più giovane tedesco dal 2003 a vincere un titolo ITF maschile; primo giocatore nato nel 2007 a vincere un match ATP (Almaty 2024). Nel 2025 fa i quarti ATP sull’erba a Stoccarda battendo tra gli altri Alex Michelsen, diventando il più giovane tedesco dai tempi di Becker a spingersi così avanti su erba.
  • Henry Bernet (Svizzera). Campione all’Australian Open junior, rovescio a una mano, cresciuto nello stesso club di Federer. È già entrato nel ranking ATP in modo stabile e i media svizzeri lo indicano come il progetto più interessante dell’era post-Federer/Wawrinka. Campione all’Australian Open junior 2025, ranking ATP intorno al n. 479, quindi più avanti di molti coetanei a livello pro.
  • Maxim Mrva (Repubblica Ceca). È il volto più in vista della classe 2007 ceca: ha vinto praticamente tutto a livello junior, da Les Petits As ai tornei J500, fino al titolo di doppio allo US Open ragazzi, e a 17 anni ha già un titolo ITF e una semifinale Challenger contro avversari adulti. È un giocatore completo, aggressivo da fondo e molto solido mentalmente

E ci sono anche altri nomi: in Spagna si guarda con molto interesse a Andrés Santamarta Roig, come erede di Alcaraz, mentre in Italia, a contendere a Cinà il ruolo di erede di Sinner, c’è Jacopo Vasami, che ha vinto tornei junior di alto livello e iniziato a lasciare segni anche nei Challenger.

Ma c’è un profilo caldissimo anche più giovane: il bulgaro Ivan Ivanov, classe 2008: ha fatto doppietta nei Major junior vincendo Wimbledon e US Open, diventando numero 1 mondiale ITF. Se dobbiamo scegliere un solo nome tra i 2008 come “più vicino al ruolo di futura star”, è probabilmente il suo.

Rune, Shelton, Draper e la lunga attesa

Nel breve periodo i candidati più credibili al ruolo di terzo uomo sono Holger Rune, Ben Shelton e Jack Draper, ai quali finora però è mancata la continuità necessaria per affermarsi.

E poi c’è la prima ondata di baby fenomeni (Mensik, Fonseca, Fils) pronta a bussare alla porta degli Slam. Subito dietro, una generazione piena di potenziali sorprese: da Cinà e Vasami per l’Italia, a Engel, Bernet, fino al giovanissimo Ivanov e compagnia. Ed è proprio in questo ecosistema, fatto di generazioni che si sovrappongono, che potranno emergere i veri successori del vecchio Big Three.

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Virgilio.it

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