Olio extravergine di oliva, perché fa bene e come riconoscere quello di qualità

  • Postato il 8 novembre 2025
  • Lifestyle
  • Di Blitz
  • 2 Visualizzazioni

L’olio extravergine di oliva — o EVO — è tra i protagonisti della dieta mediterranea, riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Non è solo un condimento, ma un vero e proprio alimento funzionale, ricco di sostanze benefiche per la salute e protagonista di numerosi studi scientifici.

Ma non tutti gli oli sono uguali. Capire perché l’olio extravergine fa bene e come riconoscere un prodotto di qualità è essenziale per sfruttarne davvero i benefici e non cadere in trappole di marketing.

Perché l’olio extravergine di oliva fa così bene

La scienza conferma da anni ciò che la tradizione mediterranea sa da secoli: l’olio EVO è un concentrato di salute.

A differenza di altri grassi vegetali, viene estratto solo mediante processi meccanici, senza uso di solventi o raffinazioni chimiche. Questo consente di preservare tutti i composti bioattivi, tra cui polifenoli, tocoferoli (vitamina E), acidi grassi monoinsaturi e fitosteroli, fondamentali per l’organismo.

Effetti sul cuore e sul sistema circolatorio

Diversi studi, tra cui ricerche pubblicate sul New England Journal of Medicine, dimostrano che un consumo regolare di olio extravergine di oliva riduce il rischio di malattie cardiovascolari, grazie alla presenza dell’acido oleico, un grasso monoinsaturo che contribuisce ad abbassare il colesterolo LDL (“cattivo”) e ad aumentare quello HDL (“buono”).

Inoltre, i polifenoli antiossidanti proteggono le pareti dei vasi sanguigni dallo stress ossidativo e dall’infiammazione, migliorando la circolazione.

Protegge cervello e memoria

L’olio EVO è ricco di composti neuroprotettivi. Studi condotti dalle università di Harvard e Atene hanno mostrato che chi consuma regolarmente olio extravergine presenta un rischio minore di sviluppare declino cognitivo e Alzheimer. I polifenoli sembrano inibire l’accumulo delle placche beta-amiloidi, associate alle malattie neurodegenerative.

Effetto antinfiammatorio naturale

L’oleocantale, una sostanza presente solo nell’olio extravergine di alta qualità, ha un’azione simile all’ibuprofene: riduce i processi infiammatori in modo naturale, senza effetti collaterali.

Ecco perché l’olio EVO è spesso consigliato anche in regimi alimentari anti-aging o per chi soffre di patologie croniche legate all’infiammazione.

Come riconoscere un olio extravergine di oliva di qualità

Olio extravergine di oliva di qualità
Come riconoscere un olio extravergine di oliva di qualità (blitzquotidiano.it)

Il mercato è vasto e non sempre trasparente. Etichette accattivanti, colori intensi e diciture vaghe possono confondere. Per riconoscere un vero olio extravergine di qualità, è utile seguire alcuni criteri chiari.

1. Leggere bene l’etichetta

Sull’etichetta deve comparire la dicitura “olio extravergine di oliva”, non solo “olio d’oliva” (che può includere oli raffinati).
Meglio ancora se sono indicati:

  • la zona di produzione (Italia, Spagna, Grecia, o un’area DOP/IGP);
  • l’anno di raccolta delle olive;
  • il frantoio di origine o la cooperativa.

Evita prodotti con diciture generiche come “miscele di oli comunitari”: spesso indicano oli provenienti da diversi paesi, di qualità e freschezza non omogenea.

2. Valutare il prezzo

Un buon olio extravergine non può costare pochi euro al litro.
La produzione di qualità richiede raccolta manuale, spremitura a freddo e quantità limitate.
Un prezzo troppo basso è quasi sempre segnale di scarsa qualità o scarsa concentrazione di polifenoli.

3. L’olfatto non mente

Aprendo la bottiglia, l’aroma deve essere fresco e fruttato: sentori di erba tagliata, carciofo, mandorla o pomodoro.
Un odore di rancido, stantio o metallico indica un olio ossidato o vecchio.

Nei test di assaggio professionali, l’olio EVO di qualità si riconosce anche per la leggera nota amara e piccante in gola — un segno della presenza di oleocantale, il composto più salutare.

4. Conservazione e confezione

L’olio extravergine teme luce, calore e ossigeno. Deve essere venduto in bottiglie di vetro scuro o in lattine sigillate, mai trasparenti.
Una volta aperto, va conservato lontano da fonti di calore e consumato entro 3–4 mesi per mantenere intatte le proprietà.

Spremitura a freddo: cosa significa davvero

Molte etichette riportano la dicitura “spremuto a freddo”, ma cosa vuol dire?
Significa che l’olio è stato estratto a una temperatura inferiore ai 27°C, un limite che consente di conservare i composti termolabili come i polifenoli e la vitamina E.

Un olio estratto a caldo, invece, può rendere di più in termini di quantità, ma perde gran parte delle sue proprietà salutari e aromatiche.

Benefici confermati anche dalla scienza

Numerosi studi scientifici confermano i benefici dell’olio extravergine di oliva sul metabolismo e sulla longevità.
La famosa ricerca PREDIMED, condotta su oltre 7.000 persone in Spagna, ha dimostrato che una dieta mediterranea arricchita con olio EVO riduce del 30% il rischio di infarto e ictus rispetto a una dieta povera di grassi.

Altri studi pubblicati su Nutrients e Journal of Clinical Lipidology hanno evidenziato come l’olio extravergine:

  • migliori il profilo lipidico;
  • riduca i marker infiammatori;
  • protegga le cellule dai radicali liberi;
  • sostenga la funzione epatica e digestiva.

Come usarlo al meglio

Contrariamente a un vecchio mito, l’olio extravergine può essere utilizzato anche in cottura, grazie alla sua elevata stabilità termica. I suoi antiossidanti proteggono i grassi monoinsaturi durante la cottura, rendendolo più sicuro di molti oli vegetali raffinati.

Il consiglio degli esperti è di usarlo sia a crudo — su verdure, legumi, cereali integrali — sia per cucinare, evitando però temperature troppo alte o fritture prolungate.

L'articolo Olio extravergine di oliva, perché fa bene e come riconoscere quello di qualità proviene da Blitz quotidiano.

Autore
Blitz

Potrebbero anche piacerti