Olimpiadi, la pista da bob è un salasso: perderà oltre 12 milioni in 20 anni. Per pagare i debiti il Comune di Cortina dovrà fare da B&B
- Postato il 4 maggio 2025
- Sport
- Di Il Fatto Quotidiano
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Un paio d’anni fa il sindaco di Cortina Gianluca Lorenzi confessò in consiglio comunale di non riuscire a prendere sonno alla notte per la preoccupazione dei possibili debiti per le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026. Adesso si capisce perché. Far funzionare la pista da bob di Cortina in corso di costruzione causerà un disavanzo di gestione di 638.400 mila euro all’anno, che nei 20 di vita prevista della struttura si può tradurre in un deficit totale di 12 milioni 780 mila euro. È un dato allarmante quello che emerge dal Piano economico redatto dalla società milanese KPMG Advisory, su incarico della Regione Veneto, assieme al Comune di Cortina.
Quest’ultimo, per limitare i danni, dovrebbe inventarsi un’attività di affitto ai turisti di 9 appartamenti dell’ex Panificio e della piazza ex Mercato in corso di ristrutturazione, ma in quel caso il Comune diventerebbe una specie di B&B istituzionale, mentre se li affittasse ai cortinesi potrebbe ridurre il passivo a 380mila euro all’anno, pari a poco più di 7 milioni e mezzo di euro nell’arco di un ventennio. Non c’è alcuna previsione che la struttura diminuisca i debiti, come era stato invece previsto nel 2023 da una ricerca effettuata dalla Società Infrastrutture Milano Cortina 2026 (Simico), che sta costruendo la pista. In quel caso si prevedeva di raggiungere il pareggio al quinto anno di attività.
Secondo la stima, la “Eugenio Monti” può dare cinque voci di ricavo, per un totale di 526mila euro per ogni anno dal 2027 al 2032. Le spese sarebbero nel 2027 pari un milione 111mila euro, per salire gradualmente fino a un milione 165mila euro dopo sette anni. Il saldo negativo è quindi il seguente: 584.400 euro nel 2027, 595.400 nel 2028, 603.400 nel 2029, 628.400 nel 2030, 633.400 nel 2031 e 638.400 nel 2032.
LE ENTRATE CON BOB, SLITTINO E SKELETON
La fonte principale di introito è costituita da 291.800 euro dall’uso agonistico della pista da parte di squadre di atleti degli sport di scivolamento. Si calcola un impiego pieno per 8 settimane ogni stagione, 7 giorni su 7, con circa 50 discese al giorno per ognuna delle specialità: il bob a 60 euro a discesa, skeleton e slittino a 35 euro. Sarebbero 150 discese al giorno. Per stagione il bob farebbe incassare 126.600 euro, lo slittino 78.800, lo skeleton 86.500 euro. Da due gare all’anno si ricaverebbero 13.750 euro. Lo sport ludico, praticato come esperienza dai turisti, ovvero il bob-taxi, prevede un costo di 60 euro per discesa, con 15-30 discese giornaliere a seconda dei periodi. L’incasso totale è stimato in 81mila euro per ogni stagione invernale e 25mila euro con il bob a rotelle d’estate. Altri 15mila euro arriverebbero dalle sponsorizzazioni e 100mila euro all’anno da un contributo della Fisi, la Federazione degli Sport Invernali. Ricavi per poco più di mezzo milione di euro non sarebbero sufficienti ad arrivare a metà dei costi. Il contributo di 3 milioni di euro della Regione Veneto, già stanziato, non rientra nel calcolo perché riguarda l’acquisto di attrezzature, non la gestione della pista.
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USCITE PER OLTRE UN MILIONE
I costi sono per il 40 per cento gravati dall’energia: 438mila euro nel primo anno per la refrigerazione della pista, destinata a crescere fino a 455mila nel 2032. I servizi hanno alcuni costi fissi: 48mila per i medici, 60mila per le spese pubblicitarie, 60mila per servizi amministrativi e assicurativi. Variabile il costo per il trasporto degli equipaggi fino alla partenza: si va da 31mila euro nel 2027 a 50mila nel 2032. Il totale dei servizi crescerà da 199.000 a 218.000 euro nel settimo anno. Il personale amministrativo (direttore della pista, torre di controllo, timing e speaker, segretario) ha un costo di 84.500 euro all’anno. Molto più onerosa la squadra tecnica (da 295mila a 312mila euro), visto che è composta da 15 persone, tra cui 12 ghiacciatori, più tre addetti ai trasporti, agli equipaggi e alla manutenzione. Il costo per la manutenzione è stimato in 94mila euro all’anno. Si arriva così a superare il milione e 111mila euro ogni anno.
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CANONI STELLARI
Per far fronte ai debiti, il Comune si dovrà affidare agli affitti grazie alla ristrutturazione dell’ex Panificio e dell’ex Mercato. Nove appartamenti sono “progettati per soddisfare esigenze abitative locali” con canoni “calmierati rispetto a valori medi di mercato”, a 16 euro al metro quadrato. La superficie varia da 56 a 150 metri quadrati, per un totale di 749 metri quadrati. C’è poi una unità commerciale di 35 metri quadrati con canone di 46 euro al metro quadrato. Affitti da Cortina o a portata delle tasche dei lavoratori? Giudicate voi. Si va da un minimo di 901 euro a un massimo di 2.409 euro mensili. Il negozio costa 1.610 euro al mese. In questo modo il ricavo per il Comune sarebbe di 13mila euro al mese, 156mila all’anno, ma a partire solo dal 2028. Ci sono poi costi amministrativi e ordinari per circa 34mila euro all’anno. Due negozi nella piazza ex Mercato porterebbero affitti per 27.600 euro annui (50 metri quadrati) e 193mila euro (350 metri quadrati). In questo caso solo dal 2029, quando sarà completata la ristrutturazione, e vanno calcolati costi da 84mila a 101mila euro.
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IL SUGGERIMENTO: AFFITTI BREVI A 400 EURO LA NOTTE
Grazie agli affitti il debito si riduce, ma non si annulla: 584mila euro nel 2027, 473 mila nel 2028, 342mila nel 2029, 381mila nel 2030, 392mila nel 2031 e 380mila nel 2032. Per questo il piano valuta l’ipotesi che il Comune non applichi canoni calmierati per le case, mentre quelli dei negozi sono già in linea con il mercato cortinese. Nello scenario di canoni bassi si ha una media di locazione di 1.269 euro mensili per appartamento, a beneficio dei residenti. Tenendo conto dei valori di mercato si schizzerebbe a una media di 2.102 euro (Osservatorio del mercato immobiliare) o addirittura 3.271 euro al mese (portale Real Value). Il suggerimento è ancora più radicale: affitti brevi ai turisti a 400 euro la notte. Ogni appartamento porterebbe un introito per il Comune di 76.647 nel 2028, fino a 82.965 euro nel 2032.
Solo in questo modo il Comune non andrebbe in rosso per il bob, ma guadagnerebbe 57mila euro nel 2032. Sarebbero pochi ricchi, disposti a sborsare affitti da favola, a pagare il buco dell’impianto sportivo e il Comune rimedierebbe nei confronti della propria popolazione la più colossale delle figuracce, dopo anni che promette nuovi appartamenti ai propri cittadini.
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