Olimpia Milano, la via non è giusta: Messina ricade nei soliti errori e la stagione è già partita male
- Postato il 15 ottobre 2025
- Di Virgilio.it
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Altro che redenzione: a Milano, sponda Olimpia, a metà ottobre è già tempo di far partire i processi. E le accuse sono piuttosto pesanti: una squadra costruita per tonare a vincere in Italia e soprattutto a competere con il meglio del basket continentale si ritrova già con l’acqua alla gola dopo sole tre settimane di stagione. Con una Supercoppa in più in bacheca, ma con la sensazione (ben peggiore) di aver sbagliato nuovamente uomini e interpreti. E un’Eurolega tutta in salita, che poi era l’unica cosa che la società avrebbe desiderato evitare con tutto il cuore.
- La disfatta di Monaco, tra assenze e un attacco asfittico
- I nuovi non fanno la differenza: grandi nomi, poca resa
- Olimpia già sul mercato: arriva Sestina, ma sarà... vincente?
La disfatta di Monaco, tra assenze e un attacco asfittico
Milano è in balia delle onde: ieri sera a Monaco di Baviera ha segnato la miseria di 53 punti, incappando nella terza battuta d’arresto consecutiva. Con 34 gare ancora da disputare, tempo per invertire la rotta ce n’è e pure parecchio, ma la verità è che l’Olimpia plasmata in estate ha già cominciato a far acqua da tutte le parti. Perché i colpi estivi sin qui non stanno rendendo affatto, un po’ perché condizionati da problemi fisici (più Lorenzo Brown che Marko Guduric, per la verità), un po’ perché questa squadra continua a preservare, commettendo più o meno gli stessi errori del passato.
Una squadra fragile che alle prime difficoltà si scioglie, che magari domina a rimbalzo per 30’ ma poi, quando sotto canestro si sgomita per davvero, viene brutalmente spazzata via dagli avversari. Una squadra che se la palla non entra perde fiducia e comincia ad allungarsi pericolosamente, con pedine chiave come LeDay, Nebo, Shields e Cancar che passano più tempo in infermeria che sul parquet. Insomma, un’Olimpia nuovamente preda dei suoi stessi demoni. Alla faccia della stagione del rilancio, dopo un 2024-25 da dimenticare per davvero.
I nuovi non fanno la differenza: grandi nomi, poca resa
Ettore Messina in tutto questo non sa più a che santo appellarsi. Ha ammesso le mancanze dei suoi ragazzi nel corso della gara giocata in Baviera, dove a un certo punto Milano era avanti di 7 punti, smarrendosi però in fretta nella metà campo avversaria (appena 20 punti segnati nei secondi 20’).
I tifosi dell’Olimpia ormai hanno la sensazione di avere a che fare con un progetto morto e sepolto da tempo, ma tenuto in vita per inerzia, più che per reale interesse di volerlo portare avanti. Ogni estate le rivoluzioni fanno parte del gioco: salutato Mirotic, l’arrivo di Guduric (più Brown) ha placato la sete di grandi nomi, ma poi in campo bisogna andarci con le idee e con la voglia anche di soffrire, cosa che a queste ultime versioni dell’Olimpia risulta rimanere un po’ indigesta.
Nessuno avrebbe mai pensato di ritrovarsi a metà ottobre già sul banco degli imputati, con 4 ko. nelle 8 gare disputate e la netta sensazione di aver imboccato ancora una volta la strada sbagliata. Domani poi c’è la trasferta di Kaunas, ospiti dello Zalgiris, rivelazione di inizio stagione e capolista: riscatto o Caporetto, quanto è labile il confine?
Olimpia già sul mercato: arriva Sestina, ma sarà… vincente?
Per comprendere meglio le criticità del momento, basti sapere che Milano è già pronta a tornare sul mercato: Nathan Sestina, tagliato da Valencia (che lo ha sacrificato sull’altare di un reparto ali/lunghi piuttosto affollato), è prossimo a legarsi all’Olimpia. Perché Cancar è ancora una volta finito in infermeria (e pure LeDay è rimasto fuori nelle ultime due gare) e c’è bisogno di elementi in qualche modo pronti all’uso, sebbene il fatto che Valencia abbia ritenuto Sestina sacrificabile dimostri quanto (forse) non sia poi questo elemento in grado di spostare equilibri a certe latitudini.
Della serie: arriva un giocatore di rotazione, ma non certo l’uomo che può risolvere i problemi all’istante. E se da un lato i tanti problemi fisici di pedine chiave sono comunque un fattore, dall’altro è innegabile come una stagione che avrebbe dovuto segnare da subito una netta rottura col passato si stia rivelando simile, se non addirittura peggiore a quella che l’hanno preceduta.
Con un “rimorso” in più sulla coscienza: non è questo certo il modo per omaggiare la memoria di Giorgio Armani. Che davanti a una Milano così chissà quanto avrebbe sofferto.