Olanda, cade sui migranti il governo delle strette all’asilo. I pediatri: “Danni gravi alla salute dei bambini”

  • Postato il 3 giugno 2025
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In Olanda, il leader Partito della Libertà Geert Wilders ha tolto il sostegno alla coalizione di destra guidata dall’indipendente Dick Schoof. Gli alleati di governo non hanno aderito alla proposta di Wilders per un’ulteriore stretta alle politiche sull’immigrazione. “Non ho avuto altra scelta che ritirare il nostro sostegno”, ha poi dichiarato. Cade dunque sui migranti il governo che aveva promesso la politica di asilo “più severa di sempre”, per “rendere il Paese il meno attraente possibile per i richiedenti asilo”, come aveva spiegato la ministra dell’Asilo e della Migrazione, Marjolein Faber, espressione dello stesso partito di Wilders. Soddisfatti o no, per richiedenti e rifugiati le cose in Olanda non sono certo andate migliorando, anzi. L’ultimo allarme riguarda addirittura le condizioni di salute dei minori stranieri, con ritardi nelle cure mediche tali da causare danni, anche irreversibili. A denunciare decine di casi è un rapporto dell’organizzazione no-profit di pediatri Ekann, dedita all’assistenza dei bambini stranieri, che punta il dito contro centri inadeguati, come già constatato dall’Ispettorato olandese per la salute, e continui trasferimenti che impediscono il monitoraggio la continuità terapeutica.

“Vediamo sempre più bambini rifugiati nei centri di accoglienza di emergenza cadere nel dimenticatoio, e questi quaranta casi segnalati sono solo la punta dell’iceberg”, ha dichiarato al network di giornalismo investigativo Pointer la pediatra e di Ekann, Marijn Baauw. Sono circa 16 mila i minori sotto i 18 anni che vivono nei centri olandesi, molti dei quali in strutture di emergenza temporanee, senza privacy, spesso sovraffollate e prive di servizi dedicati. A questo si aggiunge il problema dei frequenti trasferimenti che riguardano ogni anni più di 7.000 minori. Anne van Els, un’altra pediatra, ha curato un ragazzo gravemente malnutrito che era in un centro già da sei mesi prima di essere indirizzato a lei. Ha raccontato anche di una bambina con una rara sindrome genetica, trasferita senza che lei ne fosse informata, costringendola a “rintracciare il centro” e “organizzare le cure lì”, un esito non sempre possibile per i pediatri. Sui danni prodotti dai trasferimenti privi del necessario coordinamento sanitario è emblematico il caso di un bimbo afghano di 7 anni con una grave forma di anemia, che necessitava di trasfusioni e medicazioni assidue. Trasferito in un’altra regione, è rimasto senza farmaci e ha avuto una crisi vaso-occlusiva che ha richiesto l’intervento d’emergenza.

I troppi trasferimenti sono una delle conseguenze del sovraffollamento dei centri di accoglienza dove negli anni passati sono stati ridotti i posti senza prevedere nuove esigenze per il futuro. Che si sono presentate anche per i ritardi accumulati nell’esame delle domande d’asilo, dopo i tagli di personale nelle commissioni competenti e nello stesso COA (Centraal Orgaan opvang Asielzoekers), l’autorità responsabile dell’accoglienza dei richiedenti asilo. Nel 2024 l’Olanda era settima nell’Ue per numero di domande d’asilo e sedicesima in rapporto alla sua popolazione, con 1,78 richieste ogni 1000 abitanti, sotto la media Ue di 2,03. Nondimeno, la destra olandese parla di “crisi dell’asilo” e le recenti misure hanno peggiorato l’arretrato nell’esame delle domande, con 13.500 bambini in attesa di una decisione, di cui 5.500 che la aspettano da oltre 15 mesi. Secondo l’Ispettorato di Giustizia e Sicurezza olandese il sovraffollamento non è dovuto al numero di persone ma alla mancanza di turnover, in particolare nel centro di accoglienza di Ter Apel (foto), nel nord dei Paesi Bassi, principale punto di registrazione per i richiedenti asilo. Situazione resa ancora più incerta dopo che il governo ha introdotto la legge che consente la sospensione temporanea delle decisioni sulle domande di protezione.

Al problema si aggiunge poi la mancanza di alloggi per i beneficiari di protezione, che il governo ha rischiato di peggiorare puntando a cancellare la “legge sulla Distribuzione” dell’accoglienza nei comuni, nonostante la forte opposizione del COA. “Questi trasferimenti sono la causa di tutta questa miseria”, ha dichiarato Gerard Kapteijns del consiglio di amministrazione del COA. “Per porvi rimedio abbiamo bisogno di sedi stabili e la legge sulla Distribuzione è fondamentale e va mantenuta”. Ma l’incertezza dovuta agli annunci del governo ha già fatto danni, rallentando la creazione di nuovi posti. Così ad oggi molti rifugiati e richiedenti finiscono in palestre o tende, dove non c’è modo di soddisfare nemmeno gli standard minimi e dove nel 2024 i bambini sono aumentati del 65%. Oltre ai minori, a pagare il prezzo di questa gestione sono anche le donne incinte. Secondo un altro studio, quasi la metà delle donne in gravidanza incontra un operatore sanitario solo dopo 12 settimane, con i trasferimenti che comportano la mancata trasmissione delle cartelle cliniche, l’interruzione della continuità assistenziale e gravi rischi per i nascituri e le future madri. La ricerca riporta un tasso di mortalità alla nascita 1,5 volte superiore rispetto alla popolazione residente e peso ridotto alla nascita due volte più frequente rispetto ai neonati olandesi.

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Il Fatto Quotidiano

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