Odifreddi alla festa del Fatto: “Dire che dobbiamo armarci per paura di Putin fa ridere”
- Postato il 9 settembre 2025
- Festa Del Fatto Quotidiano
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Alla festa de il Fatto Quotidiano, in corso al Circo Massimo, a Roma, fino a domenica 14 settembre, Piergiorgio Odifreddi scuote la platea con un intervento che unisce numeri, storia e provocazioni. Il matematico e saggista smonta la retorica dell’allarme russo e denuncia quella che definisce “una commedia degli equivoci” sulle spese militari e le relazioni internazionali.
“Dobbiamo avere paura della Russia? In realtà uno dovrebbe guardare i fatti”, esordisce, rispondendo a una domanda di Alessandro Zardetto. E ricorda come all’inizio dell’invasione dell’Ucraina “Beppe Severgnini disse: ‘Attenzione, Putin vuole arrivare a Lisbona’. Ora, non so come lo sapesse, ma sono passati tre anni e Putin è penetrato in Ucraina per 200 chilometri. Questo è il risultato di tre anni di guerra”.
Per Odifreddi, i dati smentiscono le narrazioni allarmistiche: “Dire che dobbiamo armarci perché c’è il pericolo Putin fa semplicemente ridere. Fino al 2022 nel mondo si spendevano 2mila miliardi l’anno in armamenti. Di questi, 800 miliardi li spendevano gli Stati Uniti, altri 400 miliardi l’Europa. Ciascuno dei principali Paesi europei – Italia, Germania, Inghilterra, Francia – spendeva quanto la Russia: 60 miliardi. La Nato da sola copre il 60% della spesa militare mondiale. Putin era al 3%, venti volte in meno”.
Il ragionamento si allarga al ruolo dell’Europa, accusata di essersi adagiata su equilibri ormai saltati: “L’Europa è sempre stata un continente parassita. Abbiamo vissuto di rendita dalla fine della guerra mondiale: la difesa ce la garantivano gli Stati Uniti, il gas arrivava dalla Russia, il mercato era la Cina. Con Trump l’ombrello militare americano si è ritirato, con Meloni ci siamo tagliati la Via della Seta, con Mosca facciamo finta di non comprare più il gas ma continuiamo a importarlo passando dall’India. È una commedia degli equivoci”.
Odifreddi cita anche i 5 Stelle e il governo Conte per l’apertura alla Cina e l’ex presidente del Consiglio Mario Draghi “Ha spiegato chiaramente che non dobbiamo armarci perché siamo meno forti della Russia, ma perché oggi sotto la voce armamenti si infilano voci che nulla hanno a che fare con le armi. Col Pnrr e con gli armamenti passa pure il ponte sullo Stretto di Messina. Non si capisce il collegamento, ma si fa.”
Il matematico conclude con una stoccata alle priorità della politica: “Quando c’è da spendere per motivi sociali i soldi non si trovano mai. Poi arriva il Covid o la guerra e miracolosamente i fondi saltano fuori. Non abbiamo più paura dell’esercito russo, ma continuiamo a raccontarci che ci armiamo per difenderci”.
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