Nuovo Papa, il conclave ha troppi elettori, si va verso la deroga (e aumentano i conservatori)
- Postato il 24 aprile 2025
- Di Panorama
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La recente scomparsa di Papa Francesco pare aver lasciato la Chiesa Cattolica di fronte a un problema di tipo canonico e logistico senza precedenti: con 135 cardinali elettori attualmente in carica, il Conclave supera di 15 unità il limite massimo di 120 stabilito dalle costituzioni apostoliche.
Due cardinali, Antonio Cañizares e Vinko Puljić, hanno rinunciato a partecipare al prossimo conclave per problemi di salute, facendo scendere il numero di elettori a 133, comunque superiore al limite massimo. Il limite di 120 cardinali elettori venne originariamente stabilito da Papa Paolo VI, nella costituzione apostolica Romano Pontifici Eligendo, risalente al 1975. Questo limite è stato successivamente confermato da Giovanni Paolo II nella Universi Dominici Gregis, del 22 febbraio 1996, che tra l’altro è la costituzione che a oggi regola le procedure durante la sede vacante e lo svolgimento del conclave.
L’articolo 33 della Romano Pontifici Eligendo appare categorico: «Il massimo numero dei Cardinali elettori non deve superare i 120». Paolo VI aggiunse persino una clausola che dichiara «nulli e invalidi i loro atti, che in qualunque modo tentassero temerariamente di modificare il sistema o il corpo elettorale». Questo significa che superare tale soglia potrebbe teoricamente rendere invalido l’intero processo elettorale.
Tuttavia, la stessa costituzione apostolica contiene anche un principio apparentemente contraddittorio: «Nessun Cardinale elettore potrà essere escluso dall’elezione, attiva e passiva, del Sommo Pontefice, a causa o col pretesto di qualunque scomunica, sospensione, interdetto o di altro impedimento ecclesiastico». In sostanza si viene a creare quello che in termini tecnici è definito “corto circuito normativo”.
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Perché mai dunque Papa Francesco ha nominato più cardinali elettori del numero massimo consentito? Verosimilmente, aveva previsto che questo problema si sarebbe risolto naturalmente nel tempo. Dieci cardinali, nominati dai precedenti papi e di orientamento conservatore, sono nati nel 1945 e avrebbero compiuto 80 anni entro la fine dell’anno corrente, perdendo quindi il diritto di voto in Conclave (i cardinali con più di 80 anni non possono votare). Entro maggio 2026 il numero dei cardinali elettori sarebbe sceso a 119, rientrando nei parametri stabiliti dalle costituzioni apostoliche e aumentando di molto il peso dei porporati nominati da Francesco.
L’improvvisa scomparsa del Pontefice ha però anticipato i tempi, facendo esplodere la questione prima che il naturale scorrere del tempo potesse ridurre il numero degli elettori. Risolvere l’attuale dilemma, dunque, non è facile. Solo un Pontefice può infatti modificare una costituzione apostolica di un papa precedente. La soluzione più accreditata pare essere quella di optare per una deroga alla norma vigente, magari argomentando l’eccezionalità della situazione attuale, visto il divieto di superare il numero di 120 elettori e al contempo l’obbligo di far votare tutti i cardinali.
Se si procederà in questo modo, tutti i 133 porporati elettori prenderanno parte al conclave, inclusi i cardinali “prossimi ottantenni”, nominati da Benedetto XVI e Giovanni Paolo II, dottrinalmente più tradizionalisti, come ad esempio il Robert Sarah. Il numero di conservatori, di cui i cardinali americani rappresentano una sorta di “mini blocco”, non sono però così numerosi da poter indicare un nome appartenente alla propria corrente, ma potrebbero essere sufficienti a imporre un nome di compromesso ai progressisti. Per eleggere il Papa occorre infatti una maggioranza qualificata di due terzi dei votanti.
Oltre alle questioni canoniche, l’alto numero di cardinali elettori presenta anche un problema molto più pratico: la Domus Sanctae Marthae, l’edificio costruito nel 1996 specificamente per ospitare i cardinali durante il conclave, dispone di 131 stanze (105 suite e 26 stanze singole). Questo numero, pur essendo superiore al limite teorico di 120, risulta comunque insufficiente per accogliere tutti i 133 cardinali elettori attuali (la stanza in cui risiedeva Francesco è stata sigillata e non è utilizzabile). Inoltre, alcune delle stanze sarebbero attualmente inabitabili, facendo scendere i “posti letto” a 120, ben al di sotto del numero di cardinali elettori.
Giovanni Paolo II aveva fatto costruire la Domus Sanctae Marthae proprio per migliorare le condizioni di alloggio durante il conclave. I cardinali durante il processo di elezione di un nuovo Papa devono infatti risiedere tutti insieme, senza avere contatti con il mondo esterno. Prima della costruzione di Santa Marta dormivano in celle temporanee con letti di ferro e lavabi condivisi, in stanze adiacenti alla Cappella Sistina.
Per risolvere il dilemma di diritto canonico sembra dunque che si vada verso la modifica temporanea della norma, attraverso un atto collegiale del collegio cardinalizio, che potrebbe abolire il limite massimo per questa specifica elezione. Intanto, a San Pietro, decine di migliaia di fedeli si sono recati a rendere omaggio alla salma di Papa Francesco, mentre per il funerale di sabato si stima che oltre un milione di fedeli presenzierà per dare l’ultimo addio al Santo Padre.