Nuovo crematorio a Staglieno, i comitati del no: “Impatto sulla qualità di vita e sull’ambiente”

  • Postato il 6 aprile 2025
  • Altre News
  • Di Genova24
  • 2 Visualizzazioni
presidio crematorio

Genova. “Forte preoccupazione” riguardo alla costruzione del nuovo impianto di cremazione nel cimitero monumentale di Staglieno. Lo esprimono i “comitati del no”, Cittadini Banchelle, il comitato di Via Vecchia e strade limitrofe e il comitato Difesa del parco dei forti e delle mura di Genova.

“Questo progetto avrà un impatto notevole sulla qualità della vita e sull’ambiente – si legge in una nota – il cantiere è stato attivato nell’aprile 2024 e da cronoprogramma sarebbe dovuto terminare il 9 febbraio del 2025, attualmente i lavori non sono ancora terminati, ma sono quasi giunti al termine. I comitati hanno sempre espresso una ferma opposizione a questo progetto, ritenuto inutile e dannoso per la cittadinanza”.

“L’amministrazione attuale, tuttavia, ha ignorato tali preoccupazioni, imponendo le proprie decisioni senza ascoltare – proseguono i comitati – inutile perché è dimostrato dai dati riportati dal piano di coordinamento per la costruzione dei crematori di Regione Liguria e dal fatto che esiste nel cimitero di Staglieno un impianto gestito da Socrem che soddisfa ampiamente il fabbisogno di Genova città metropolitana. Dannoso perché è fatto notorio che gli impianti di cremazione con il loro funzionamento producono emissioni inquinanti. Inoltre, il nuovo impianto incenerirà bare contenenti zinco e, dal confronto tra i dati sulle emissioni previste per questa nuova struttura con quelle dell’impianto già esistente di Socrem si evidenzia un incremento significativo, con valori di emissioni nocive decisamente superiori”.

“Non si è minimamente valutato il rischio di impatto sanitario né il rispetto della distanza dalle abitazioni, inoltre non è stato effettuato alcun tipo di valutazione ambientale del nuovo impianto di cremazione, infatti impianti a così rilevante impatto ambientale (ricordiamoci un tale impianto è equiparato ad una industria insalubre di prima classe) dovrebbero essere sottoposti a queste pratiche. Inoltre la costruzione è stata realizzata in un’area a forte rischio di dissesto geologico, si trova ai piedi di una frana attiva e si è evidenziato che esiste un errore nel piano di bacino del Bisagno che ha portato ad una valutazione sbagliata che ne ha permesso la costruzione in quel sito”, ricordano dai comitati del no.

“L’amministrazione comunale non ha voluto neppure aspettare l’esito del contenzioso pendente innanzi al giudice amministrativo, si è in attesa della sentenza del TAR Liguria, né dunque ascoltare la richiesta dei suddetti comitati che hanno più volte domandato all’Amministrazione di intervenire, nelle more, in via di autotutela annullando o quantomeno sospendendo il progetto del nuovo forno crematorio”, concludono.

Autore
Genova24

Potrebbero anche piacerti