Nuova riforma della Corte dei conti, Bardi esulta
- Postato il 29 dicembre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Nuova riforma della Corte dei conti, Bardi esulta

I principali beneficiari lucani della riforma della Corte dei conti appena approvata in Parlamento: il governatore Vito Bardi e i suoi assessori e dirigenti di fiducia
POTENZA – I principali beneficiari lucani della riforma della Corte dei conti appena approvata in Parlamento? Il governatore Vito Bardi e i suoi assessori e dirigenti di fiducia.
E’ questo lo scenario che si prospetta dopo l’approvazione della legge che prevede, tra l’altro, la limitazione al 30% la quota di danno erariale addebitabile ai pubblici ufficiali condannati per sperpero di risorse pubbliche.
Da giugno a questa parte, infatti, il governatore e i suoi assessori sono stati raggiunti da tre distinti inviti a dedurre della procura regionale della Corte dei conti della Basilicata, premessa di una citazione a giudizio vera e propria.
GLI INVITI A DEDURRE
Il primo è stato quello per un presunto danno erariale da 11milioni di euro perché dopo anni di tentativi di indire una nuova gara per il trasporto pubblico locale in Regione si sarebbero piegati alle richieste del Cotrab, il consorzio che lo gestisce dal 2009. Riconoscendogli 10.655.535 euro in più del dovuto, secondo i pm, per chiudere il contenzioso pregresso.
Il secondo invito a dedurre è arrivato a fine settembre, invece, e riguarda un’ipotesi di danno erariale da 530.685,47 euro per illegittimità nelle nomine dei direttori generali dei dipartimenti di via Verrastro.
Il terzo, infine, è di ottobre e fa riferimento a un presunto danno erariale da 273mila euro per aver rinnovato l’incarico di direttore generale dell’Azienda ospedaliera San Carlo a Giuseppe Spera, senza sancirne la decadenza dopo la bocciatura della commissione incaricata di valutare il suo operato pregresso.
Il risultato della riforma è che anche nel caso di accoglimento in toto delle tesi dei pm contabili di quasi 11milioni e mezzo di euro di danni ipotizzati il governatore e gli altri convenuti non dovrebbero risarcirne alle casse della Regione più di 3 e mezzo.
La nuova norma, però, andrebbe a incidere anche sui processi già iniziati ma non ancora definiti a causa di ricorsi pendenti in appello.
Basta scorrere le ultime sentenze emesse dalla Corte lucana, quindi, per farsi un’idea degli altri beneficiari della riforma.
TRA I BENEFICIARI DELLA RIFORMA
Tipo il sindaco di Balvano Ezio Di Carlo, condannato in primo grado a marzo 2025 a restituire al suo Comune 19mila euro assieme all’ex responsabile dell’area tecnica più tre ex segretari comunali «in via sussidiaria». A cusa delle illegittimità nell’affidamento dell’incarico di «social media manager» dell’amministrazione comunale a una giovane professionista potentina, che in base a quanto accertato dalla Guardia di finanza si sarebbe avvalsa come «collaboratore» di Christian Di Carlo, «figlio del sindaco pro – tempore».
Altra condanna che dovrebbe ridursi in appello è quella emessa a marzo del 2025 nei confronti dell’ex segretario comunale del Comune di Montalbano Jonico, e degli ex responsabili dell’ufficio tecnico e finanziario, più tre ex assessori, che dovrebbero risarcire 34.637 euro alle casse dell’amministrazione per «condotte commissive ed omissive poste in essere nell’arco temporale intercorrente dall’ottobre 1990 al settembre 1991». Effettuando alcuni espropri a cui non è seguito il pagamento dell’indennità dovuta agli espropriati. Di qui un successivo contenzioso che ha visto il Comune costretto a risarcire i malcapitati cittadini, con gli interessi.
Stesso discorso per la condanna emessa a settembre 2024 per l’ex comandante del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Potenza, condannato in primo grado a pagare 20mila euro per il danno d’immagine inflitto alle Fiamme gialle con le condotte costategli già una condanna, definitiva, a due anni per corruzione.
GLI ESCLUSI
Rischiano di restare esclusi da qualunque beneficio, invece, l’ex amministratore dell’ex Clinica Luccioni di Potenza, e due dipendenti dell’Asp condannati a risarcireun milione e mezzo di euro al sistema sanitario regionale per cartelle cliniche «gonfiate» tra il 2016 e il 2017. Anche se a giugno 2025 risultano assolti da tutte le accuse nel processo parallelo apertosi innanzi al tribunale ordinario per truffa e una serie di altri reati.
Sul caso, infatti, si è già espressa la sezione d’appello della Corte dei conti, quindi la loro posizione potrebbe essere considerata formalmente già definita.
Il Quotidiano del Sud.
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